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Chirurgia estrema. l’Ortopedia del Fazzi

Interventi di chirurgia estrema al “Vito Fazzi”. L’equipe di Ortopedia riattacca la mano a una donna e «recupera» lo sfortunato tuffatore.

La rete traumatologica leccese è in trincea. Nei giorni scorsi è stata riattaccata la mano alla donna 34enne politraumatizzata, a seguito dello scontro sulla Veglie-Porto Cesareo, a bordo dello scooter condotto dal marito 45enne che ha perso la vita. Un capolavoro di chirurgia estrema. Un motivo di orgoglio per la Asl e per l’equipe di specialisti guidata dal dottore Giuseppe Rollo.

Un altro “miracolo” della “Rete traumatologica salentina”, solo per citare i più recenti, riguarda il «recupero» del turista 28enne di Treviso che nella stessa giornata, il 5 agosto scorso, era finito sulla scogliera dopo un incauto tuffo dalla “Montagna spaccata” a Lido Conchiglie: le previsioni sono ottimistiche.

Al “Vito Fazzi”, da qualche tempo, arrivano politraumatizzati dalla Calabria, dalla Basilicata e dal Barese. Ci sarà un motivo? I pazienti hanno capito: vanno dove sanno di trovare la professionalità.

«La strada chiama, l’Ortopedia risponde». Con questo slogan, che sottintende sacrificio, spirito di abnegazione, umiltà e tanta generosità, lo staff di ortopedici del “Vito Fazzi”, esperti in traumatologia, presidia H24 il vasto territorio salentino (e non solo). Un distretto turistico che in questi giorni fa registrare quotidiani episodi traumatici: incidenti, cadute e fratture, sulla strada o in mare, sui luoghi di lavoro e in casa.

«Tre dei miei collaboratori hanno lavorato tutta la notte, fino alle 6 del mattino, per salvare le gambe del tuffatore sfortunato – riferisce il dottore Rollo – Questo vuol dire rispondere ai bisogni del territorio». E prosegue, «Anche la signora dell’incidente sullo scooter – dice – l’abbiamo presa per i capelli. Aveva lesioni molto gravi e con una sub-amputazione le abbiamo riattaccato la mano».

Al di là dei legittimi meriti, la Rete traumatologica viene costantemente sostenuta dal direttore generale Giovanni Gorgoni, che ha promesso di assegnare un altro medico ortopedico.

Nonostante la prosecuzione dei lavori prescritti dai Nas nelle sale operatorie e il periodo di ferie, il lavoro di prima linea degli operatori sanitari non registra flessioni. Anche con un “plotone” di medici piuttosto risicato: due ortopedici fissi e 5 incaricati. Ce ne vorrebbero almeno 13, ma si va avanti lo stesso. Anzi, il primario Rollo promette che saranno garantiti i numeri dell’anno scorso, quando le sedute operatorie erano di più.

Oggi l’equipe di Ortopedia è quella che passa più tempo in sala operatoria. Impegnata lunedì, martedì, mercoledì e venerdì. Giovedì e sabato dedicati alle emergenze. «Nonostante tutto – dice il dottore Rollo – riusciamo a fare anche qualche seduta ordinaria, per cercare di contenere una lista di attesa spaventosa. Vogliamo mantenere gli impegni».

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