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Cantiere Fazzi, l’iter amministrativo

Un «tesoretto» da 42 milioni di euro per l’ampliamento del “Vito Fazzi”, la pista per l’elicottero e i collegamenti fra le strutture.

I soldini del gruzzolo hanno un nome: si chiamano «economie» e sono ciò che resta dei 117 milioni di euro dopo che il consorzio Ccc di Bologna si è aggiudicato l’appalto per la costruzione del “Nuovo Fazzi” con il 36,05 per cento di ribasso.

Nei giorni scorsi il direttore generale Giovanni Gorgoni ha chiarito che «miglioramenti in corso d’opera sono possibili e avranno come obiettivo quello di rendere la struttura perfettamente funzionale» e quindi i lavori del Dea (il dipartimento di emergenza e accettazione) andranno avanti.

Pare di capire che non sarà apportata alcuna variante all’attuale progetto, ma si parla di «miglioramenti aggiuntivi» per i quali si farà probabilmente ricorso ad un altro bando.

Lunedì mattina il manager della Asl, dopo aver rilasciato a un giornale locale un’articolata intervista sulle presunte carenze progettuali della struttura, ha convocato il responsabile unico del procedimento (Rup), l’ingegnere Fiorenzo Pisanello che ha relazionato sulle cause dei ritardi. Gorgoni sa bene, come egli stesso ha sottolineato, che «un Dipartimento di Emergenza e Accettazione deve rispondere a precisi requisiti», con riferimento alla presenza di una superficie per l’elisoccorso, di un collegamento fra le strutture esistenti per la movimentazione dei pazienti e della messa in sicurezza dell’intero Polo sanitario.

E per questo, ha aggiunto il direttore , «abbiamo i margini finanziari e di legge per fare miglioramenti al progetto se, come abbiamo già verificato, si rendono necessari. Questo non significa – precisa – che sospenderemo i lavori, ma questo territorio non ha bisogno di un altro servizio sanitario nato per l’ennesima volta già monco». Come dire: adesso ci sono io e starò attentissimo perc hè ciò non avvenga.

Ma il Dea è nato monco non certo «perché qualcuno ha dimenticato qualcosa o perché si è agito con superficialità nella progettazione», come è stato ipotizzato con ingeneroso compiacimento, ma perché con i soldi del finanziamento ricevuto, hanno sempre spiegato i tecnici, non era possibile includere anche Elipista, collegamenti, implementazione dell’area, recupero posti auto e quant’altro.

Chi ha seguito da vicino la storia del Dea sostiene che l’insufficienza del finanziamento era nota e che per completare l’opera sarebbe servita una nuova tranche di risorse, per riportare l’intervento ai 130 milioni richiesti in 1^ battuta (decurtati poi a 117 mln). Era stata prevista l’acquisizione di tutte le aree oggi destinate a fasce di rispetto e di inedificabilità assoluta lungo il perimetro esterno del Fazzi. Tanto che nel muro di cinta è ancora oggi visibile un cancello-varco (foto).

Purtroppo in questi anni, dal 2007 al 2015, pare che non sia stata fatta alcuna richiesta di finanziamenti. A farsi carico di questo impegno, sempre secondo chi conosce la storia del Dea, doveva essere l’amministrazione sanitaria. Ma il vorticoso succedersi di assessori e direttori generali in questi 7 anni non ha garantito la necessaria continuità all’azione amministrativa. Si è perso il filo del finanziamento organico, con la legge sull’edilizia sanitaria ex art. 20.

Fonti bene informate ritengono che probabilmente, dopo l’incontro di Gorgoni con il Genio civile, si procederà con la richiesta al Prefetto di espropriazione di una fascia di rispetto adiacente il perimetro del “Vito Fazzi”, che verrebbe così ampliato proprio per ospitare la nuova elipista e il recupero di 1.000 posti auto. Si tornerebbe così al percorso originario, che aveva previsto anche le «funzionalità», la cui assenza è stata bollata come «carenza progettuale».

Quanto al collegamento fra le tre strutture, già con l’ex direttore Valdo Mellone, nel corso di un sopralluogo del 24 novembre scorso, era stato ipotizzato un raccordo aereo fra Oncologico e Dea al livello del 3° piano. Un altro collegamento dovrebbe essere realizzato al piano strada tra Fazzi, Dea e, a seguire, Oncologico. Il progetto attuale include già un collegamento fra Dea e Fazzi.

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