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Mano Amica Comitato di Tutela della Salute

Non uno, addirittura due Truebeam. E’ paradossale, in provincia di Lecce si passa dall’accanita «crociata», in corso da mesi, per cercare di avere sul territorio il Truebeam, l’acceleratore lineare di ultima generazione, al rischio concreto di vederne installati addirittura due.

Uno al polo oncologico del “Vito Fazzi”, gestito dalla Radioterapia diretta dal dottore Mario Santantonio e uno al confine fra Lecce e San Pietro in Lama, nella struttura diagnostica Calabrese, che il 17 giugno scorso ha chiesto l’autorizzazione alla Regione per l’installazione e l’utilizzo proprio di un Truebeam. E’ il caso di dire “quanta grazia Santantonio”.

Un paio di giorni fa i vertici della Asl hanno deciso: la Radioterapia del “Vito Fazzi” verrà “attualizzata” con l’acquisto di un acceleratore lineare di ultima generazione, un «top di gamma». Sarà il Truebeam prodotto dalla Varian di Atalanta in Usa o il Versa Hd, della norvegese Elekta? Dipenderà dalle risorse a disposizione della Asl, perché le due attrezzature hanno prezzi diversi, pur in presenza delle stesse prestazioni.

La decisione è circolata nei giorni scorsi ma non ha ancora l’ufficialità dei vertici aziendali perché si aspetta l’esito di un contatto con le ditte per definire i dettagli della spesa complessiva per partire col bando di gara.

Spesa che sarà superiore ai 2 milioni e 700 mila euro messi a disposizione dalla regione il 16 maggio scorso, dopo la richiesta fatta dal dottore Mellone il 6 aprile.

Come si farà a far quadrare i conti, visto che nella borsa della spesa dovranno entrare anche una Tac-simulatore che costa 500mila euro, un sistema di centratura e il rinnovo delle attrezzature ormai datate?

Elementare Watson. Probabilmente si farà ricorso alle «economie» dei lavori per la costruzione della nuova struttura ospedaliera, dotata di 117 milioni di euro (fondi Fesr) e aggiudicata per «soli» 96 milioni e passa.

Tornando all’atroce dubbio Truebeam o Versa, noi siamo convinti che il direttore Valdo Mellone vorrà «accontentare » la piazza, i numerosi sindaci salentini e i consiglieri regionali che nei mesi scorsi hanno premuto sulla Regione e sulla Asl (da Saverio Congedo al sindaco di Lecce Paolo Perrone, fino ai numerosi consigli comunali del territorio). Anche perché da mesi i media hanno continuato a glorificare il Truebeam, per cui la gente non capirebbe perché ci si dovrebbe “accontentare” del meno osannato Versa.

Ci piacerebbe però essere smentiti. Anche perché al reparto di Radioterapia del «Fazzi» tutti gli altri macchinari e acceleratori sono della Elekta. Si eviterebbe un problema di «interfacciamento».

Per i patiti delle tecnologie il Truebeam (o il Versa) è un acceleratore lineare in grado di “sparare” i raggi X ad alta energia sul tumore, consentendo al medico una visione volumetrica tanto della massa tumorale che degli altri tessuti e organi sani, che vengono in tal modo risparmiati dal trattamento. Una tecnologia ad alta precisione, che consente di somministrare dosi più massicce di energia alla massa tumorale (rispetto agli acceleratori di cui è dotata oggi la Asl), con conseguente maggior possibilità di controllare la malattia. Non per niente Truebeam significa “fascio preciso”.

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