“Ecco perché gli studenti del Costa sono differenti”
Daniele Manni spiega come in una piccola scuola di appena 200 studenti sono tanti i ragazzi che si distinguono e commenta la riforma 4+2 del ministro Valditara
Enrico, Matteo, Alessia, Filippo, Francesco Pio, Arianna, Mirko, Giulia, Giulio, Federico, Luca, Tania, Sara, Francesco, Andrea, Davide, Giovanna, Andrea, Francesco, Davide, Alessia, Michael, Daniele, Antonio, Greta, Sara, Gabriel, Benedetta, Diego… sono solo alcuni dei nomi di studentesse e studenti del plesso “Costa” (tecnico economico, informatico ed imprenditoriale) dell’Istituto “Galilei-Costa-Scarambone” di Lecce che, per un motivo o per un altro, si distinguono per attività e iniziative che vanno ben oltre il rendimento scolastico ed “escono” dalle aule e pervadono le realtà economiche, culturali e sociali del territorio. Creano imprese e startup, progettano eventi, fanno musica, inventano brand, si buttano nel sociale e tanto altro.
In un’intervista rilasciata ai giovanissimi reporter di NovaNews, a spiegare come mai in una scuola relativamente piccola (appena 200 studenti) ci sono così tante storie di ragazze e ragazzi che fanno parlare di sé è Daniele Manni, noto docente della scuola leccese, conosciuto e apprezzato sia in Italia che all’estero, il quale ha vinto diversi premi internazionali ed è ritenuto uno dei docenti più visionari, innovativi e impattanti al mondo.
Come mai si leggono tante storie di vostri studenti che si distinguono?
Innanzitutto va detto che il Costa è una scuola piccola e, se a qualcuno può sembrare una sorta di pecca, al contrario è invece un grande punto di forza in quanto ci vediamo e ci conosciamo tutti, ci incontriamo ogni giorno nei corridoi e c’è una forte e continua interazione tra studenti e docenti, anche se non sono strettamente correlati nelle rispettive classi. In secondo luogo siamo dei fortissimi sostenitori del concetto secondo cui ogni singolo studente ha un grande potenziale e questo va individuato, coltivato e sostenuto. Gli studenti li “studiamo”, li ascoltiamo, uno ad uno, diamo loro credito e, soprattutto, permettiamo loro di fare e sbagliare tanto. A partire dal primo anno delle superiori, a 14 anni, ricominciamo a stimolare la loro creatività che, spesso, si è fermata in 1a o 2a elementare, li incentiviamo ad avere idee, in particolare piccole idee imprenditoriali (le cosiddette “startup”), e li aiutiamo e li accompagniamo a metterle in atto, nella realtà “vera”, quella che accade fuori dalla scuola. A mio avviso la scuola ha il compito di scoprire, insieme agli studenti, il talento, la passione, l’attitudine e l’aspirazione di ciascuno, nei più svariati ambiti (tecnologie, moda, sport, sociale, …) e, una volta individuata, aiutarli ad intraprendere, condurre e coltivare queste loro tendenze personali. Questa è la scuola studente-centrica, quella che mette davvero al centro del percorso formativo e di crescita gli studenti. In questo modo le ragazze ed i ragazzi, già in età adolescenziale, realizzano progetti che possono risultare perlomeno inusuali per la loro età. Ad esempio Alessia (18) e Luigi (17) già da un anno aiutano in un modo molto particolare alcune ragazze afghane a studiare e ad andare a scuola, in totale segretezza. Oltre 30 nostri studenti dai 14 ai 17 anni, opportunamente guidati da Mirko Cazzato (22), vanno nelle scuole in tutta Italia a rendere i loro coetanei responsabili e proattivi nel prevenire e contrastare il bullismo ed il cyber bullismo, con la startup sociale Mabasta. Matteo (18) ed Enrico (18) hanno la passione per i motori e stanno per lanciare una nuova startup che informa e vende i migliori lubrificanti. Andrea e Francesco fanno i dj da quando avevano 15 anni (Curly Brothers) e oggi performano sui palchi più prestigiosi, e così via.
Come fa una scuola che ha un ben preciso indirizzo a coltivare tante passioni diverse?
In questo siamo fortunati in quanto il “Costa” è una scuola ad indirizzo economico ed informatico e, pertanto, risulta trasversale a 360 gradi e valevole in ogni ambito. Qualsiasi professione e qualunque attività lavorativa ha a che fare con l’educazione economica e finanziaria e, oggigiorno, deve anche necessariamente saper far buon uso delle nuove tecnologie. Ad esempio Filippo (17) e Francesco Pio (18) da due anni curano e gestiscono la loro startup “Sportzine” che, come è facile intuire, si occupa di sport. Tutti i giorni utilizzano i social ed il web per raccontare e mettere in atto la loro passione e, se vogliono che duri nel tempo, devono occuparsi anche della sostenibilità economica della stessa.
Ha menzionato spesso la parola “startup”, è anche questa una caratteristica che contraddistingue la vostra scuola?
Assolutamente sì, da circa venti anni incentiviamo tutti i nostri studenti, a partire dal primo anno, quando hanno solo 14 anni, ad ideare, creare e condurre delle micro e piccole idee imprenditoriali. Se i nostri studenti finiscono così spesso agli onori della cronaca è perché hanno da raccontare molto sulle loro piccole “creature”. Ad esempio, non sono ancora state rese note, ma due nostre prime classi (ragazze e ragazzi di 14 anni) da ottobre stanno lavorando a due nuove startup economiche, una si preoccuperà di creare un “fablab” capace di ricevere e assolvere commesse dall’esterno e l’altra sta progettando dei brand con delle nuove linee di abbigliamento giovanile. Questa particolarissima tecnica didattica permette di ottenere diversi benefici e risultati. Innanzitutto fa conoscere e sperimentare a tutti gli studenti la Mentalità Imprenditoriale, la quale in maniera quasi inconsapevole fa acquisire agli studenti tante competenze trasversali (le soft skills di cui si parla tanto), come l’attitudine a risolvere i problemi, il lavoro in team, la leadership, la resilienza, la corretta gestione dell’errore e del fallimento e, più importante di tutte, la fiducia in sé e nelle proprie capacità. In secondo luogo permette a tutti i componenti della classe di specializzarsi in ciò che è a loro più congeniale, c’è chi è più portato per l’informatica (creando e curando il sito web) e chi per la grafica (creazione del logo e delle grafiche sui social), chi per l’economia (gestione del denaro) e chi per il marketing (pubblicità e promozione), chi per i contenuti testuali e chi per le pubbliche relazioni utili nelle vendite, etc. Infine, ovviamente, aiuta gli studenti che hanno l’indole o l’aspirazione di diventare degli imprenditori ad avere a 18-19 anni alcuni anni di esperienza alle spalle. Mirko, ad esempio, è un imprenditore sociale, ha soli 22 anni ma, alle spalle, ha un’esperienza di ben 7 anni di lavoro.
Siamo in pieno periodo di scelte e di iscrizioni presso le scuole superiori, a quali studentesse e studenti consiglia di scegliere la vostra scuola?
Ogni volta che mi trovo in una classe di 3° media, a svolgere la funzione di “orientamento”, dico sempre ai ragazzi che se hanno le idee chiare su ciò che desiderano fare o intraprendere per il loro futuro, non devono mai farsi condizionare, da nessuno, men che mai dagli amici e dai compagni di classe. Dico anche che i licei sono ottime scuole per coloro che hanno l’assoluta certezza di continuare in un percorso universitario, a mio avviso i licei non hanno il compito di insegnare un mestiere, una professione o a “saper fare” qualcosa in particolare, aiutano invece i ragazzi ad aprire le loro menti e acuire la loro capacità di studio e di apprendimento. I tecnici ed i professionali hanno invece un duplice compito, da un lato devono fornire una buona e solida base per coloro che vorranno continuare gli studi accademici (da noi, ad esempio, un buon 70-75% decide di proseguire gli studi) e, dall’altro, insegnare anche a saper fare, negli ambiti di indirizzo che gli alunni hanno scelto. Consiglio di iscriversi al “Costa” a quelle ragazze e a quei ragazzi che vogliono seguire una scuola un po’ alternativa, diversa dal solito, che hanno voglia di mettersi in gioco, di sperimentare molto e di diventare protagonisti della loro vita. Dico spesso che il 99% delle persone sono “utenti” o “spettatori” (se non peggio, “clienti”) di ciò che succede loro intorno mentre l’1% è protagonista, motore e fautore di cambiamento. Il 99% dei ragazzi gioca ai videogame, l’1% li progetta e li realizza, il 99% dei ragazzi seguono gli influencer o i blogger, l’1% crea contenuti interessanti e lo diventa, il 99% dei ragazzi acquistano abbigliamento perché consigliato da qualcuno, l’1% progetta il proprio brand e tenta di imporsi sul mercato. Quindi pongo questa domanda: “Tu da che parte vuoi stare?”. Se i ragazzi sentono la voglia di essere protagonisti e proattivi, il Costa è la scuola che fa per loro. Capita poi spesso di avere studenti che non eccellano nelle varie materie ma che hanno quel guizzo, quel luccichio negli occhi che, se poni loro mondi diversi da quelli prettamente scolastici, danno il meglio di sé e sono capaci di sorprendere tutti, genitori compresi.
Cosa pensa della nuova riforma dei tecnici voluta dal ministro Valditara, l’ormai noto percorso “4+2”, 4 anni di superiore e 2 anni presso un ITS Academy?
Non posso che pensarne bene, anzi benissimo! Ad onor del vero qui a scuola lo applichiamo già da qualche anno, da quando abbiamo attivato il percorso quadriennale che permette agli studenti di diplomarsi un anno prima. Abbiamo rimodulato i programmi e, addirittura, le discipline. Non abbiamo “schiacciato” in 4 quello che gli studenti dovrebbero fare in 5 anni ma l’abbiamo ripensato in chiave attuale. I ragazzi che si iscrivono al quadriennale ricevono una didattica più dinamica, fanno molti laboratori, realizzano progetti alternativi e altamente formativi. Trattando poi molto le nuove tecnologie, siamo in stretto contatto con l’ITS Academy “Apulia Digital Maker”, il quale in due anni specializza gli studenti in informatica e li prepara nelle professioni più richieste dalle aziende del settore, proprio qui, nel nostro territorio.