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EVA NON È ANCORA NATA.

La rassegna di prosa del Comune di Lecce e del Teatro Pubblico Pugliese,  ospita al Teatro Paisiello il nuovo spettacolo del magistrato/attore Salvatore Cosentino.

Prosegue la stagione teatrale del Comune di Lecce, organizzata con il Teatro Pubblico Pugliese. Domenica 19 aprile sul palco del Teatro Paisiello appuntamento con Salvatore Cosentino, accompagnato musicalmente da Carla Petrachi, e il suo nuovo spettacolo Eva non è ancora nata, un monologo ispirato nel titolo alla canzone di Giorgio Gaber del 1978.

Magistrato della Procura di Locri ma salentino d’origine, Cosentino continua nella presentazione dei suoi spettacoli teatrali, che gli consentono di coniugare il mondo del diritto con la fantasia e la bellezza del mondo dell’arte, nella convinzione che la legalità non si realizza solo con i codici (o con le manette) ma anche attraverso il dialogo con la società civile di un’istituzione –la magistratura- vista troppo spesso come confinata in una fredda torre d’avorio. E soprattutto con la consapevolezza che il senso di responsabilità dell’individuo si sviluppa, oltre che con la repressione, anche con l’educazione al bello, al gusto, alla cultura, all’arte. Dopo “Un diritto…messo di traverso” (Premio Internazionale Kouros 2013), le cui rappresentazioni proseguono nei teatri e negli atenei di tutta Italia, Salvatore Cosentino presenta “Eva non è ancora nata”, pièce teatrale che, in un periodo di frequenti omicidi di donne e di volti “sfigurati” dall’acido, racconta e “rifigura” la bellezza della dignità della donna attraverso la descrizione delle ultime leggi che la tutelano ma anche di quelle leggi sbagliate, più risalenti nel tempo, che spesso l’hanno mortificata. Il tutto nella forma del teatro-canzone, narrando in modo ironico e leggero, ma al contempo intenso e profondo, che la bellezza della donna non è magrezza a tutti i costi, perfezione del fisico, negazione dell’età, bensì comunicazione di luce, coraggio, amore per la vita. Cosentino racconta che la bellezza della donna, in un triste periodo di figure femminili troppo spesso ornamentali e decorative, è l’espansione della sua intelligenza. In un passo dello spettacolo si parla, infatti, di donne che “se proprio devono ballare, al famigerato bunga bunga, preferiscono il raffinato tango dell’impegno, della qualità, della capacità, dell’ironia”.

La stagione si chiude con il ritorno, per il terzo anno consecutivo, di Dignità autonome di prostituzione. Lo spettacolo di Luciano Melchionna, dal format di Betta Cianchini e dello stesso Melchionna sarà in scena dal 29 al 2 maggio (ore 21.00) e 3 maggio (18.30). La “Casa chiusa” dell’Arte, dove gli attori – come prostitute – sono alla mercé dello spettatore; adescano e si lasciano abbordare dai clienti/spettatori che, muniti di ‘dollarini’ contrattano il prezzo delle singole prestazioni con una ‘Strana Famiglia’ tenutaria della Casa. Conclusa la trattativa, il ‘cliente’ si apparta con l’attore scelto in un luogo deputato dove fruirà di una o più ‘pillole di Piacere’: monologhi o performances del teatro classico e contemporaneo, un metodo stupefacente sollecitato dalle parole: “Mi paghi prima. E anche dopo, se ti è piaciuto.”.

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