venerdì, Aprile 19, 2024

Decreto XYLELLA

CONTRO L’OBBLIGO DI PESTICIDI SARÀ DISOBBEDIENZA

Documento congiunto sottoscritto da aziende agricole, associazioni e cittadini,contro le previsioni del decreto Martina sui trattamenti fitosanitari obbligatori L’obbligo di utilizzo di pesticidi nella Puglia meridionale è un’offesa all’intelligenza, oltre che una minaccia seria per la salute delle persone, degli animali e dell’ambiente in generale. Contro questa imposizione ​la disobbedienza sarà massiccia.

Non è questione solo di agricoltura, ma soprattutto di sanità pubblica.
Per questo, un folto gruppo di associazioni, aziende bio o che praticano agricoltura naturale e migliaia di cittadini delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, ha deciso di contestare duramente le disposizioni del decreto del ministro alle Politiche Agricole Maurizio Martina del 6 aprile scorso avviando una campagna di disobbedienza.
Il provvedimento ha resuscitato una delle più controverse disposizioni del vecchio piano del commissario straordinario per l’emergenza Xylella Giuseppe Silletti, reintroducendo l’obbligo di due trattamenti chimici da maggio ad agosto e di altri due nel periodo successivo fino a dicembre. Quattro all’anno, dunque.
Trattamenti non più “fortemente raccomandati” ma cogenti, sanzionabili anche con multe salate. E dovranno svolgerli tutti i proprietari di fondi, compresi gli enti pubblici, su tutto il territorio, da Santa Maria di Leuca fino alle soglie della provincia di Bari.
Chi ha previsto ciò immaginando di combattere così il Philaenus spumarius, l’insetto ritenuto il vettore principale del batterio Xylella fastidiosa su ulivi e piante ospiti, non ha tenuto affatto conto (o forse sì?) della pesante esposizioni a sostanze chimiche a cui sarà costretta l’intera popolazione, compresi bambini e donne incinte.

Questa terra ha una salute già fortemente compromessa e non lasceremo che venga avvelenata ancora di più. Perchè, non volendo arrivare a pensare che ci sia dolo, di certo si sta agendo con molta colpa, ignorando dati epidemiologici già impressionanti e che sono arcinoti a tutti, in primis alle istituzioni.

Chi vive in questo territorio e ne conosce l’affanno non permetterà che questo accada.
Sono tante le ombre del decreto Martina, «indifendibile e privo di ratio», come lo ha definito lo stesso entomologo che ha individuato l’insetto vettore, Francesco Porcelli.
Il danno che si rischia di provocare è molto più vasto delle presunte utilità che si professano.

Tra i pesticidi che dovrebbero essere utilizzati, tra l’altro, c’è anche l’Imidacloprid della Bayer, pesticida che una decisione approvata dall’Ue il 27 aprile scorso, con il voto favorevole della stessa Italia, ha vietato per tutti gli usi esterni, non in serra, in quanto ritenuto tra i maggiori responsabili del fenomeno della moria delle api.
Inoltre, il decreto ministeriale, che recepisce la Decisione UE/789/2015 e successive modifiche, introducendo l’obbligo di pesticidi compie una innovazione normativa che non ha fondamento alcuno nelle decisioni di esecuzione comunitarie. Queste e altre argomentazioni più squisitamente giuridiche saranno ampiamente affrontate dinanzi al Tar Lazio.
Nessuno pensi di poter provare a spacciare per acqua fresca l’impiego smisurato di fitofarmaci. Conosciamo gli effetti dell’esposizione a queste sostanze, da anni documentati da autorevoli studi dell’Organizzazione mondiale della sanità e non solo.
Nessun passo indietro verrà fatto, dunque, men che meno di fronte alle rassicurazioni dell’assessore regionale all’Agricoltura, Leonardo Di Gioia, le cui dichiarazioni sono incommentabili. «Risultano infondate le polemiche circa un uso indiscriminato, improprio o anomalo di prodotti chimici nocivi all’ambiente», ha detto Di Gioia.

Come lo definirebbe lui l’obbligo di quattro trattamenti chimici all’anno praticamente dappertutto, dalle campagne delle aziende agricole ai cigli stradali, dalle aiuole cittadine agli appezzamenti ad uso domestico?
Fino a quando non ci sarà una modifica, messa nero su bianco, delle misure fitosanitarie previste, fino a quando l’imposizione non sarà stralciata e non verrà reso possibile l’impiego di sostanze utilizzabili (e non introvabili) anche in agricoltura bio, si andrà avanti a tutti i costi.
Il bene primario da tutelare non è la difesa di un’agricoltura tossica, ma della salute.
La rete supporterà e promuoverà i ricorsi giudiziari che si stanno predisponendo, e avvierà una capillare campagna di informazione tra i cittadini, per illustrare i rischi del provvedimento.
Si invitano dunque tutti i proprietari terrieri a non effettuare i trattamenti fitosanitari imposti. È prevista anche l’attivazione di sportelli attraverso i quali fornire assistenza legale in caso di sanzioni.
Non si può costringere un popolo ad autodistruggersi. Disobbedire al decreto è un gesto di civiltà ma anche una questione di sopravvivenza.

Per  aderire ai 2 ricorsi al TAR per fermare il Decreto Martina contattare l’avvocato Mariano Alterio.

– RICORSO COLLETTIVO PER COOPERATIVE E AZIENDE AGRICOLE: per ottenere la sospensiva sui propri terreni. Incontro con l’avvocato Mariano Alterio: Mercoledì 16 Maggio ore 18:00 presso: Centro Servizi Volontari Salento, via Gentile, 1 LECCE – tel. 0832.392640

Indispensabile per firmare il mandato: Partita IVA, dati Sede Legale, rappresentante legale per firma.
Le spese del ricorso saranno suddivise fra le aziende partecipanti.

Presso il CSVS a Lecce e’ attiva la raccolta firme e fondi per Associazioni e liberi cittadini.

– RICORSO COLLETTIVO PER LE ASSOCIAZIONI, CITTADINANZA ATTIVA E COMUNI: per ottenere la sospensiva su tutto il territorio interessato dal provvedimento, e’ possibile partecipare ad uno dei 2 incontri con le associazioni organizzatrici:

Venerdì 11 Maggio alle ore 19.00, presso: Jan-net in Via XXIV Maggio, 6, 72014 Cisternino (BR)

organizzano:- COSATE (Comitato per la Salvaguardia del Territorio in Valle d’Itria), Angelo Cardone cell- 327.1943394

– TERRA LIBERA DA VELENI – Associazione di Promozione Sociale, Maria Sgroi, cell- 366.9968354

Venerdì 11 Maggio alle ore 17.00,
presso: Centro servizi Volontari Salento, via Gentile, 1 LECCE – tel. 0832.392640

organizzano:
– POPOLO DEGLI ULIVI- Centro Servizi Volontari Salento

Per aderire al ricorso e’ indispensabile il Codice Fiscale.

Le spese del ricorso saranno coperte dalle gentili donazioni volontarie dei partecipanti e sostenitori.

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