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ALVARO SIZA TORNA NEL SALENTO

“STONE STORIES”:MARTEDI’ 6 OTTOBRE IL GRANDE ARCHITETTO PORTOGHESE ALVARO SIZA TORNA NEL SALENTO

Il grande architetto portoghese Alvaro Siza ritorna nel Salento per inaugurare la sezione permanente dell’Ecomuseo della Pietra e delle Cave di Cursi con la mostra “Stone Stories”, che approda definitivamente in Puglia dopo le tappe di Milano, Londra e Dubai.

L’atteso ritorno di Siza arriva a coronamento di “Stone Stories”, l’articolato progetto che racconta la storia del rapporto tra le pietre di Puglia, la grande architettura contemporanea e il design, promosso da Assessorato allo Sviluppo Economico e Internazionalizzazione della Regione Puglia, InnovaPuglia e Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce e curato dall’architetto Dario Curatolo per “Four in the morning”.

Il rapporto tra il maestro portoghese e la Puglia risale al 2006 quando l’Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce gli dedicò una grande mostra nel Castello di Acaya e nel Museo provinciale “Sigismondo Castromediano” a Lecce. Anche grazie a questa iniziativa, Siza ha potuto poi legare il suo nome a uno dei progetti più significativi ed ambiziosi della Città di Lecce, il recupero delle cave di Marco Vito.

Proprio da qui, martedì 6 ottobre prenderà il via “la giornata salentina” di Siza con la visita al cantiere delle cave di Marco Vito a Lecce, prevista per le ore 12.

Alle ore 16, l’architetto si sposterà a Palmariggi, presso la località Auti Pariti, per presentare la sua scultura “Abrigo – Rifugio”, una grande opera in pietra di Cursi che ha voluto dedicare al Salento e alla sua identità culturale, che proprio nella pietra e nell’ulivo trova i due tratti essenziali. L’installazione, infatti, è collocata in un grande uliveto di Palmariggi ed è stata realizzata  in collaborazione con l’associazione Amici degli olivi secolari.

La scelta di inaugurare un Parco di sculture ambientato in un uliveto secolare, con una istallazione in pietra realizzata da uno dei più grandi architetti contemporanei come Alvaro Siza, rappresenta una dichiarazione d’intenti rispetto ai contenuti del progetto Mediterranean Sculpture Park, altra tappa di un museo del territorio compreso nel concetto stesso di Ecomuseo.

Alle ore 18, a Cursi, nell’Ecomuseo della Pietra e della Cave è prevista la tappa conclusiva della giornata, con l’inaugurazione della mostra “Stone Stories”, che diventerà sezione permanente della stessa struttura museale.

Partecipano al taglio del nastro, insieme ad Alvaro Siza, l’architetto e suo collaboratore Carlos Castanheira, l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Loredana Capone, il sindaco di Lecce Paolo Perrone, il sindaco di Cursi Antonio Melcore, il sindaco di Palmariggi Franco Zezza, il direttore dell’Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce Luigi De Luca, il presidente di InnovaPuglia Pasquale Chieco, il curatore della mostra Dario Curatolo, il presidente dell’associazione Amici degli olivi secolari Raffaele Cazzetta e l’architetto Luigi Gallo.

L’Ecomuseo della Pietra e delle Cave di Cursi ha rappresentato da sempre uno spazio in cui la riflessione sulla cultura materiale della pietra ha coinvolto architetti, designer, artigiani, imprenditori ma anche artisti, musicisti, economisti insieme alle comunità locali. La nuova tappa evolutiva dell’Ecomuseo nasce proprio dalla decisione di utilizzare la mostra “Stone Stories” per farne la sezione permanente, all’interno degli ambienti del frantoio ipogeo di Cursi, secondo un percorso suggestivo progettato dagli architetti Dario Curatolo e Marta Spadaro. Si tratta, di fatto, del coronamento di un percorso visionario iniziato alla fine degli anni ’90, che continua a scommettere sulla narrazione e rappresentazione dell’incontro tra una tradizione produttiva come quella della pietra e il mondo della creatività a livello locale ed internazionale.

Il progetto “Stone Stories” nasce dall’esigenza di far conoscere la storia del rapporto tra le pietre di Puglia (Apricena, Trani, Minervino Murge, Ostuni, Cisternino, Cursi, Gallipoli) e la grande architettura contemporanea e il design, attraverso la voce dei grandi progettisti, degli imprenditori del settore, di cavatori, scalpellini ed edili, perché dentro queste storie c’è un tratto essenziale dell’identità della regione, ma anche della sua immagine internazionale e della sua economia.

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