Otranto accende la tradizione con “Italia e Regioni”
di Davide Tommasi
La città dei due mari si fa capitale della cultura popolare italiana
OTRANTO – 12 settembre 2025. Una piazza gremita, il suono vivo dei tamburi, i profumi delle cucine regionali che si intrecciano nell’aria di settembre. Così è iniziata ieri, tra applausi e commozione, la manifestazione “Italia e Regioni”, rassegna nazionale che celebra il patrimonio immateriale dell’Italia: il folklore, la gastronomia e l’identità culturale. Un evento che trasforma Otranto in un mosaico vivente di storie, voci, costumi e memorie condivise.
La manifestazione, fortemente voluta dalla Pro Loco di Otranto presieduta da Sandro Minerva e dall'associazione Vivere Otranto che racchiude e unisce tutti i commercianti di Otranto in collaborazione con la Federazione Tradizioni Popolari, con il sostegno dell’Amministrazione comunale e della Provincia di Lecce, , si conferma sin dalla prima serata un appuntamento capace di mettere in dialogo Nord e Sud, città e borghi, passato e futuro.
La cucina come specchio dell’anima italiana
Il debutto ufficiale è stato affidato a “Cuochi in Piazza”, evento gastronomico di grande impatto emotivo e scenico. Sul palco, condotto con carisma e leggerezza dal popolare showman Gigi Macagnano, sei squadre provenienti da Sicilia, Calabria, Toscana, Abruzzo, Lazio e Puglia si sono affrontate in una sfida culinaria dal forte valore simbolico.
Non solo piatti da gustare, ma racconti di famiglia, di terre e di comunità. Dai dolci all’uva di Montepulciano proposti dall’Abruzzo alle pené cuòtt della Murgia tarantina, passando per panzanelle, involtini calabresi e altre eccellenze regionali, ogni piatto è diventato una narrazione, un’identità servita in tavola.
A giudicare i piatti, una giuria di prestigio presieduta dallo chef internazionale Ivan Tronchi, noto volto di MasterChef Portugal, soprannominato affettuosamente “ chef giramondo”. Accanto a lui, l’assessora alla gentilezza del Comune di Otranto Stefania Temis, portavoce di un’idea di cultura come inclusione e armonia, e la rinomata pastaia Silvana Salzetti, ambasciatrice della tradizione gastronomica idruntina.
La Parata del Folklore: l’Italia che cammina insieme
Il tramonto ha lasciato spazio a uno degli atti più iconici della manifestazione: la Parata del Folklore, una vera e propria invasione pacifica di tradizione e bellezza. Oltre 900 figuranti, in abiti storici, hanno attraversato le vie della città vecchia in un susseguirsi di danze, strumenti popolari e canti ancestrali.
Un corteo emozionante, che ha portato migliaia di cittadini e turisti a seguire i passi delle tradizioni fino al Gran Galà del Folklore, allestito sul suggestivo lungomare degli Eroi, luogo simbolico dove il vento del mare si fonde con la voce della terra.
Gran Galà tra musica, emozioni e memoria
Ad aprire ufficialmente la serata, i trascinanti Tamburellisti di Otranto, guidati da Massimo Panarese, anche direttore artistico della rassegna. Le note della pizzica, le mani sui tamburi, le danze ipnotiche hanno trasformato il lungomare in un’arena di festa e orgoglio popolare.
Non meno emozionante la proiezione del video “Estate Salentina – Otranto 2025”, un cortometraggio realizzato per documentare l’intensità della stagione estiva: una carezza visiva che ha mostrato la città nel suo splendore, tra eventi, spiagge, concerti e turismo culturale.
I saluti delle istituzioni e un omaggio indimenticabile
Durante la cerimonia, hanno preso la parola le figure istituzionali che hanno sostenuto la manifestazione. L’assessora e vicesindaca Cristina De Benedetto ha sottolineato come “Otranto oggi sia il cuore pulsante di un’Italia che non dimentica le sue radici”. A seguire, Sandro Minerva, presidente della Pro Loco, ha evidenziato il valore strategico del lavoro corale e del turismo esperienziale. Infine, Massimo Panarese ha ringraziato con grande partecipazione i volontari, i gruppi partecipanti e tutta la comunità: “Senza radici, nessun albero cresce. E qui le radici sono profonde.”
Un tributo all’anima dello chef Tronchi
Nel cuore del Galà, l’organizzazione ha voluto rendere omaggio allo chef Ivan Tronchi, protagonista indiscusso della scena gastronomica internazionale, ma soprattutto amico e cittadino onorario “di cuore” di Otranto. A lui è stato consegnato un quadro dipinto da un artista locale, raffigurante Otranto al tramonto, con colori caldi e tratti che richiamano le sue origini mediterranee.
“Otranto è un luogo che entra nell’anima – ha detto visibilmente emozionato lo chef – e questo dono è uno dei riconoscimenti più sinceri della mia carriera. È come portare un pezzo di questa terra con me, ovunque io vada.”
Un lungo applauso ha accompagnato il momento, in un clima di gratitudine e profonda umanità.
I gruppi sul palco: un’Italia raccontata in 11 minuti
La seconda parte della serata ha visto alternarsi sul palco i gruppi folkloristici, ognuno con 11 minuti di esibizione per raccontare il proprio territorio con danze, canti e costumi tipici. Tra i protagonisti:
“I Tamburellisti di Otranto” – PUGLIA
Gruppo Folk Culturale "Figli dell'Etna" – SICILIA
Associazione Gruppo Corale "Sottolatorre" – ABRUZZO
Gruppo Folk Viggianese "Lu Chicchirichì" – BASILICATA
Associazione Folklorica "A' Spiga Rossa" – CAMPANIA
Gruppo Folklorico “Pro Loco del Pollino Di Castrovillari” – CALABRIA
Gruppo Folk “Naso” – SICILIA
Gruppo Folk Ciociaro "Valle di Comino" – LAZIO
Gruppo Folk "Gregorianò" – CAMPANIA
Gruppo Corale Folk "P. Giovanni Lerario" – ABRUZZO
Gruppo Folk "Canterini di Serrastretta" –CALABRIA
Gruppo Folklorico "Il Melioso" – SICILIA
“I Tamburellisti di Otranto” – PUGLIA
Ogni performance è stata un viaggio emozionante tra dialetti, melodie, ritmi antichi e passi tramandati da generazioni. Il pubblico ha risposto con calore e partecipazione, dimostrando quanto il patrimonio immateriale italiano sia ancora oggi profondamente vivo e condiviso.
Una festa dell’identità che guarda lontano
“Italia è Regioni” non è solo un evento, ma una dichiarazione d’amore verso la diversità che unisce. Un progetto culturale e sociale che, attraverso il folklore, restituisce senso di comunità, appartenenza e futuro.
Otranto, con la sua vocazione storica di ponte tra culture, si conferma crocevia di emozioni, simbolo di un Sud che guarda avanti senza dimenticare da dove viene.
E lo fa con il fuoco vivo della tradizione.