María Corina Machado il Nobel alla donna che ha rotto il silenzio

© Davide Tommasi

Un riconoscimento che diventa atto globale di giustizia: il volto femminile della resistenza civile contro l’autoritarismo.

OSLO – In un’epoca in cui la verità si fa fragile, la giustizia vacilla e la democrazia è sempre più esposta alle intemperie del potere, il Premio Nobel per la Pace 2025 assume un significato che va oltre la cronaca. A riceverlo è María Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana, emblema di una resistenza civile tenace, voce libera in una nazione dove la parola è diventata un rischio.

“Una donna che tiene viva la fiamma della democrazia in mezzo all’oscurità crescente”,
ha dichiarato Jørgen Watne Frydnes, presidente del Comitato Nobel, annunciando il premio da Oslo.

Una vita scelta, non subita

Nata a Caracas nel 1967, María Corina Machado avrebbe potuto scegliere una vita agiata, distante dalla lotta politica. Ingegnere industriale, proveniente da una famiglia dell’élite venezuelana, ha invece deciso di trasformare il privilegio in impegno.

Nel 2010 fonda Vente Venezuela, un partito di ispirazione liberale e democratica, con l’ambizione di offrire una via d’uscita all’autoritarismo instaurato da Hugo Chávez e proseguito da Nicolás Maduro. Eletta deputata nel 2011, viene espulsa arbitrariamente nel 2014 per aver denunciato le violazioni dei diritti umani.

Nel 2023 trionfa nelle primarie dell’opposizione, ma viene esclusa dalle elezioni presidenziali con un provvedimento di ineleggibilità politica. Da quel momento la sua figura si trasforma: da politica diventa simbolo, da voce diventa coscienza collettiva.

“Ogni volta che un potere autoritario si consolida, riconoscere chi osa opporsi è un dovere morale”,
ha ricordato il Comitato per il Nobel.

La forza della non violenza

La sua è stata una resistenza senza armi, ma non per questo meno potente. Una lotta pubblica, a volto scoperto, condotta senza mai cedere al compromesso né alla paura. Machado ha denunciato con fermezza la fame, la corruzione, l’esodo forzato di milioni di venezuelani, il crollo dello Stato di diritto.

Premiata nel 2024 con il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, ha proseguito il suo cammino con un rigore raro nella politica contemporanea. Il Nobel per la Pace rappresenta oggi il riconoscimento non solo di un’azione, ma di un principio: la dignità umana come fondamento essenziale della convivenza pacifica.

Un premio al Venezuela che non si arrende

Questo Nobel non è una condanna al Venezuela ufficiale, ma un tributo al Venezuela profondo, silenzioso, che continua a credere nella libertà. Un Paese fatto di cittadini che, nonostante tutto, non si piegano.

Il premio non è un gesto partigiano. È un atto politico nel senso più alto: non in favore di un partito, ma in difesa di un ideale universale. In un mondo segnato dall’indifferenza strategica, il Nobel a Machado è una chiamata alla responsabilità collettiva.

Una donna contro il potere machista

María Corina Machado ha condotto la sua battaglia in un contesto dominato da potere maschile, militarismo e brutalità repressiva. Non ha cercato protezioni internazionali né si è affidata a padrini politici: ha costruito una leadership femminile radicale e autonoma, parlando direttamente al suo popolo, senza filtri né concessioni.

In un sistema che ancora marginalizza il ruolo delle donne, la sua figura spezza il paradigma: non solo una donna in politica, ma una politica nuova attraverso una donna.

Pace significa giustizia

Il Nobel 2025 allarga il concetto stesso di pace: non più inteso solo come fine del conflitto armato, ma come presenza concreta di diritti, pluralismo, libertà reale. In Venezuela, non c’è guerra, ma neppure vera pace. Finché i cittadini saranno privati del diritto di scegliere, finché l’esilio e la paura saranno moneta quotidiana, non ci sarà riconciliazione possibile.

Questo premio è un appello alla comunità internazionale: la pace non si misura solo in termini di tregua, ma in termini di giustizia e partecipazione democratica.

Un messaggio culturale universale

Il significato di questo Nobel oltrepassa il contesto venezuelano. È un segnale al mondo: la democrazia non è una prerogativa geografica, ma un diritto universale. Ogni popolo può scegliere la libertà se gli viene concesso lo spazio per farlo.

Machado ha unito competenza tecnica, consapevolezza storica e visione etica. Ha dimostrato che anche sotto le macerie di un regime si può costruire cultura politica, memoria e dignità. Il suo messaggio parla ai giovani: la politica può ancora essere un servizio, non solo gestione del potere.

La parola che rompe il silenzio

Il Nobel a María Corina Machado non premia un successo elettorale, ma una coerenza morale che ha resistito a ogni intimidazione. È il riconoscimento a una voce che, in mezzo al rumore dei regimi, ha scelto di non tacere. “La pace non è l’assenza di conflitto, ma la presenza della giustizia”,ricordava Martin Luther King. Oggi, quella giustizia ha trovato il suo volto nella determinazione di una donna venezuelana che non si è arresa.

Un Nobel alla verità. Un Nobel alla speranza.

Un Nobel alla donna che ha scelto la parola, là dove dominava il silenzio.In tempi in cui il silenzio è l’arma del potere, la parola resta l’arma della libertà.E grazie a María Corina Machado, quella parola oggi ha fatto il giro del mondo.





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