“Le Bisbee” incanta Oria: tra storia, potatura e memoria contadina nel cuore del Castello
di Davide Tommasi
Successo per la presentazione del libro nel suggestivo cortile del Castello Svevo-Normanno: tra racconti messapici, cultura del vino e tradizioni rurali, una serata che celebra l’identità profonda del territorio.
ORIA – Nella magica atmosfera del Parco Montalbano, incastonato all’interno del cortile del maestoso Castello Svevo-Normanno di Oria, si è svolta una serata di rara intensità culturale e storica, dedicata alla presentazione del libro “Le Bisbee”. Un’opera che ha già riscosso grande successo editoriale, diventando un vero e proprio best seller nel panorama della saggistica dedicata alle tradizioni contadine e alla cultura identitaria del Mezzogiorno.
Il contesto scelto per l’evento non poteva essere più suggestivo: il castello di Oria, costruito nel XIII secolo per volontà di Federico II di Svevia, poggia le sue fondamenta su insediamenti molto più antichi, legati al popolo dei Messapi, custodi di una civiltà che fiorì in questa parte di Puglia ben prima dell’arrivo dei Greci e dei Romani. Una scelta simbolica, che ha dato ulteriore profondità a un evento già ricco di significati.
L'iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione attiva del Comune di Oria, in particolare dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo, a conferma di un’amministrazione attenta alla promozione delle proprie radici storiche e alle espressioni più autentiche del proprio patrimonio immateriale.
L’intervento dell’assessore alla cultura: “Valorizzare le nostre radici, partendo dalla terra e dal sapere”
Ad aprire la serata è stato l’assessore alla cultura del Comune di Oria Imma Torchianni , che ha ringraziato gli organizzatori, gli ospiti e il pubblico numeroso per la partecipazione. Il suo discorso ha messo in evidenza l’importanza di valorizzare e trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio culturale legato alla viticoltura, da sempre elemento identitario del territorio.
“Oria è una terra di vigne, di cantine, di tradizioni tramandate nel tempo. Insieme a Manduria e Cellino – ha sottolineato l’assessore – rappresenta un nodo fondamentale della cultura del vino in Puglia. Non è solo economia, ma identità. Raccontare la storia di questi luoghi, anche attraverso libri come ‘Le Bisbee’, significa dare valore alla memoria collettiva e alla dignità del lavoro agricolo”.
Messapi e Spartani: la storia riscoperta con rigore accademico
Il prof. Giovanni Benvenuti socio società di storia patria Oria , noto studioso di storia antica e culture pre-romane, ha saputo coinvolgere il pubblico con un racconto appassionante e ben documentato sulle origini storiche del Salento e, in particolare, sull’identità del popolo messapico.
Con grande competenza, Benvenuti ha ricostruito un importante conflitto che vide protagonisti i Messapi e gli Spartani di Taranto, affiancati da forze provenienti da Sibari, Crotone e Policoro. Questo scontro, avvenuto nel V secolo a.C., fu una delle più significative guerre locali dell’epoca preromana, nata dal tentativo della colonia greca di Taranto di espandersi verso sud.
“La guerra fu cruda e spietata. Molti Spartani perirono sotto i colpi dei guerrieri messapici – ha spiegato il professore –. Taranto aveva una visione imperialistica, ma trovò in questi popoli autoctoni una resistenza decisa. È una pagina che ci ricorda quanto queste terre siano sempre state luogo di incontri e scontri, di orgoglio e indipendenza”.
Il prof. Benvenuti ha anche speso parole di elogio per il prof. Fernando Sammarco, autore del libro, per il suo instancabile lavoro di ricerca sul campo e la sua capacità di connettere memoria storica, tradizioni agricole e narrazione popolare.
Oria: la nascita della città raccontata dal prof. Corrado
Tra i momenti più apprezzati della serata, l’intervento del prof. Antonio Corrado, Presidente della Sezione di Storia Patria di Oria, ha saputo affascinare e coinvolgere il pubblico con un approfondito excursus sulle origini e sull’evoluzione storica della città di Oria. Storico locale di grande esperienza e profondo conoscitore del patrimonio culturale oritano, il prof. Corrado ha ricostruito un quadro ricco e sfaccettato, capace di coniugare fonti storiche, racconti orali e leggende tramandate nel tempo.
Secondo una delle più antiche tradizioni, Oria sarebbe stata fondata dai Cretesi, sbarcati sulle coste salentine in seguito a una tempesta che ne deviò la rotta. Naufragati in terra messapica, si stanziarono su una delle colline più alte della zona, affascinati dalla posizione strategica e dalla fertilità del terreno. Da quel momento, Oria iniziò a svilupparsi come centro vitale e autonomo, diventando in breve tempo una delle città più importanti della Messapia, con proprie istituzioni, culto religioso e fortificazioni.
Il professor Corrado ha evidenziato come Oria sia stata nel tempo crocevia di culture e dominazioni, testimone diretta del passaggio di Greci, Romani, Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi e Aragonesi. In particolare, ha sottolineato il ruolo strategico della città in epoca messapica e il suo successivo sviluppo come centro medievale fortificato, grazie anche alla costruzione del celebre Castello Svevo-Normanno, simbolo ancora oggi dell’identità cittadina.
“Oria non è solo un luogo geografico – ha affermato Corrado – ma è una stratificazione di memorie, un museo a cielo aperto che custodisce migliaia di anni di storia. Ogni pietra racconta una vicenda, ogni vicolo nasconde un frammento di civiltà”.
L’intervento si è concluso con un riferimento alla rinascita culturale della città negli ultimi decenni, grazie all’impegno di studiosi, istituzioni e associazioni locali che si adoperano per far conoscere e valorizzare il ricchissimo patrimonio artistico, archeologico e documentario di Oria. Un messaggio forte, che ha invitato il pubblico a sentirsi parte attiva nella tutela della memoria e nella costruzione di un futuro radicato nella consapevolezza del passato.
“Le Bisbee”: non una festa, ma un rito agricolo collettivo
Uno dei momenti più attesi e coinvolgenti della serata è stato senza dubbio la presentazione del libro “Le Bisbee”, a cura del prof. Fernando Sammarco, stimato studioso di antropologia culturale, esperto di tradizioni popolari e attento custode della memoria storica contadina del Meridione in particolare delpopolo messapico . Attraverso una narrazione densa, appassionata e scientificamente rigorosa, il professore ha guidato il pubblico alla riscoperta di un rituale rurale spesso frainteso, ma profondamente radicato nella cultura agricola del Sud: le Bisbee, appunto.
Sammarco ha chiarito fin dalle prime battute come il termine venga oggi comunemente associato a una festa popolare, ma che in realtà abbia origini e significati ben più antichi e simbolici. Le “bisbee” non sono altro che i rametti della vite tagliati durante la potatura, lo stralcio, ovvero ciò che si rimuove affinché la pianta possa rigenerarsi e produrre nuovo frutto. Da questo gesto, apparentemente semplice, nasceva in passato un vero e proprio rituale collettivo, un momento di grande importanza sociale oltre che agricola.
“Le Bisbee non erano una festa in senso moderno – ha spiegato Sammarco –. Erano un tempo sacro del lavoro, in cui la comunità si ritrovava attorno alla terra. Si potava la vite con cura, si raccoglievano gli stralci, si bruciavano o si usavano per il fuoco, e poi si pranzava insieme nei campi. Si condividevano storie, canti, pietanze rustiche e il vino dell’ultima vendemmia. Era un rito semplice, ma pieno di senso: celebrava la rinascita, la stagionalità, il legame tra uomo e natura”.
La potatura, infatti, non era solo un’operazione tecnica, ma assumeva una valenza quasi spirituale, connessa al ciclo vitale, al rispetto del tempo e alla sapienza contadina tramandata di generazione in generazione. Durante quel periodo, uomini e donne lavoravano fianco a fianco, condividevano fatica, allegria e un forte senso di appartenenza.
Il volume, frutto di anni di ricerca e testimonianze raccolte sul campo, si presenta come una vera e propria opera etnografica. È arricchito da un apparato iconografico significativo, con fotografie d’epoca, documenti originali, interviste a contadini e viticoltori anziani, ricette della tradizione rurale e trascrizioni di canti popolari legati al mondo del vino e del lavoro nei campi. In questo modo, “Le Bisbee” non si limita a descrivere un’usanza dimenticata, ma la fa rivivere, trasformando la lettura in un’esperienza immersiva che restituisce voce e dignità a un mondo che rischiava di scomparire nel silenzio.
“Scrivere questo libro – ha aggiunto l’autore – è stato per me un atto d’amore verso la mia terra, verso la mia infanzia passata tra i filari e le voci degli anziani. Oggi abbiamo il dovere di non dimenticare, di raccontare ai giovani da dove veniamo. Le Bisbee sono la prova che anche nei gesti più umili si nasconde un’eredità culturale preziosissima”.
Il pubblico ha ascoltato con attenzione e partecipazione, emozionato dal tono autentico e dal rispetto con cui l’autore ha saputo raccontare una realtà umile ma straordinaria, fatta di mani callose, di canti nei campi, di gesti ripetuti e carichi di significato. Una realtà che oggi può ancora insegnare molto, in un mondo che spesso ha smarrito il senso del tempo, della comunità e della fatica condivisa.
L’intervento del prof. Sammarco ha lasciato un segno profondo nella serata, restituendo dignità e poesia a un rituale agricolo che era ben più di un appuntamento stagionale: era identità, memoria viva, cultura incarnata nella terra e nelle sue genti..
Antonio Bruno emoziona con Sinatra e Cristicchi
A rendere ancora più speciale la serata è stata l’esibizione dell’artista salentino Antonio Bruno, che ha saputo creare un ponte emotivo tra passato e presente con la sua interpretazione di brani intramontabili di Frank Sinatra e Simone Cristicchi. Una scelta musicale raffinata e coerente con il tono dell’evento, che ha ricevuto l’applauso caloroso e convinto della platea.
Un brindisi finale: i sapori della Cantina Produttori di Manduria
A chiudere la serata, un momento conviviale che ha suggellato l’incontro tra cultura, territorio e gusto: la degustazione di vini offerti dalla Cantina Produttori di Manduria, una delle realtà vitivinicole più rappresentative del territorio, ambasciatrice del Primitivo di Manduria nel mondo. I partecipanti hanno potuto assaporare i profumi intensi e i sapori decisi di un vino che, come il libro stesso, affonda le sue radici nella storia e nella fatica della terra.
Una serata che lascia il segno
L’evento ha dimostrato quanto sia ancora forte e viva la voglia di riscoprire le proprie radici, di onorare il lavoro contadino, di raccontare la storia attraverso la cultura. “Le Bisbee” non è solo un libro, ma un manifesto d’amore per un mondo antico, autentico, che ha ancora molto da insegnare.
Una regia per il web: diretta social curata da RadioOK, con regia di Davide Tommasi
L’evento ha potuto contare anche su una copertura digitale in tempo reale, permettendo a chi non era presente fisicamente di seguire la serata da casa. La diretta live è stata affidata a Radio OK, storica realtà comunicativa del territorio, che ha curato con professionalità la trasmissione dell’intero incontro attraverso la pagina Facebook ufficiale e il canale YouTube dedicato.
La regia tecnica e coordinamento streaming sono stati curati da Davide Tommasi, che ha saputo gestire con competenza ogni momento della serata, valorizzando sia i contenuti culturali che l’atmosfera suggestiva del luogo. Grazie al lavoro sinergico tra speaker, tecnici e operatori video, l’evento è stato reso accessibile a un pubblico molto più ampio, consolidando l’importanza della comunicazione digitale al servizio della cultura locale.