QUERCE IN AGONIA, LA PUGLIA PERDE I SUOI GIGANTI VERDI
Cari amici, sedetevi un momento. Prendete un respiro profondo e immaginate la Puglia. Non quella delle cartoline, non quella dei tavolini imbanditi sotto il sole. No. Chiudete gli occhi e vedete le querce secolari di Salento, quelle che hanno sfidato secoli di storia, quei giganti maestosi che sono la memoria vivente della nostra terra. Ebbene, oggi quei colossi verdi stanno morendo. Silenziosamente, inesorabilmente. E la colpa, amici miei, non è della natura che invecchia, ma di un nemico invisibile e spietato che avanza nell’indifferenza.
Lo dicono chiaramente i ricercatori delle Università di Padova e Politecnica delle Marche, insieme alla Regione Puglia, in uno studio pubblicato su "Forests": le querce italiane (Quercus ilex, per chi ama chiamarle col loro nome nobile) vengono aggredite da un’armata di killer microscopici. Non uno, non due, ma sei diversi agenti patogeni hanno dichiarato guerra alle nostre foreste. Funghi come Diplodia corticola e Diplodia quercivora – nomi da brivido, vero? – che divorano tronchi e rami, creando cancri profondi. E poi loro, i "soffocatori di radici": quattro specie di Phytophthora, tra cui la terribile cinnamomi, già tristemente nota, e due nuove arrivate in Italia, asparagi e psychrophila, isolate per la prima volta proprio qui, nei boschi morenti del Gargano e del Salento.
La scena è straziante: alberi maestosi che sembrano colpiti da un fulmine, chiome che si diradano come capelli sulla testa di un malato, giovani rametti disperati che spuntano dal tronco come ultimo grido d’aiuto. E quelle macchie scure, simili a sangue rappreso, che trasudano dai fusti. Vi assicuro, vedere una quercia che "sanguina" è uno spettacolo che lacera l’anima.
Ma perché proprio ora? Perché questa strage silenziosa? La risposta, cari amici, è scritta nel nostro tempo. Il clima impazzito, gli inverni miti, le estati torride: sono il banchetto perfetto per questi killer. E l’uomo? Ahimè, ha fatto la sua parte. I boschi sacri del Salento – relitti di foreste antiche – sono oggi isole verdi soffocate da campi e uliveti intensivi. Sono ecosistemi feriti, vulnerabili. E i patogeni, come avvoltoi, approfittano della debolezza.
La scoperta più agghiacciante? La complicità. Non è un nemico singolo, è un’alleanza del male. I funghi attaccano dall’alto, le Phytophthora dal basso. È una tenaglia mortale. E mentre la quercia cerca di difendersi da una parte, viene pugnalata dall’altra. Persino il codice genetico di questi assassini ci tradisce: i ricercatori hanno scoperto un nuovo "aplotipo" di Diplodia quercivora – una variante più pericolosa – che se la ride delle nostre difese.
E qui, amici, arriva la domanda che brucia: cosa fare? Gli scienziati hanno già lanciato l’allarme: "Questi patogeni minacciano non solo le querce, ma l’intero equilibrio della Puglia". Avete capito bene. La Phytophthora multivora (altro nome che sembra una condanna) è un serial killer di piante. Può saltare dagli ulivi – già martoriati dalla Xylella – alle querce e viceversa. Con i nuovi impianti di olivi "resistenti" che sorgono accanto ai boschi malati, il contagio è solo questione di tempo.
Io vi dico: non possiamo permettere che la terra di Federico II diventi un cimitero di giganti abbattuti. Servono controlli serrati, piani di salvataggio, fondi per la ricerca. Ma soprattutto serve ricordare che quelle querce morenti non sono solo alberi. Sono guardiani del paesaggio, rifugi per la vita, testimoni muti della nostra storia. Perderle sarebbe come strappare le pagine più belle del libro della Puglia.
La natura ci sta inviando un SOS. Sta a noi decidere se ascoltarlo, o voltare la faccia mentre i guardiani del verde cadono uno dopo l’altro. Nel silenzio.
- Antonio Bruno
per approfondire: https://centrostudiagronomi.blogspot.com/2025/06/querce-in-agonia-la-puglia-perde-i-suoi.html