"La Vita in Prova Generale"

A Lequile nel Ristorante Pizzeria La Tana del Lupo, tra i profumi della cucina e il calore delle persone, è andata in scena la prova generale. Non perfetta, no. Ma profondamente vera. C’era qualche inciampo nell’amplificazione, un suono che arrancava nel trovare la sua forma, ma le persone erano lì per altro. Erano lì per esserci. Per stare con gli altri, per mescolare parole a sorrisi, vino alle confidenze, musica al ricordo. Ed io con loro. Con Davide, compagno di note e silenzi.

In quella sala c’era un pezzetto del mio mondo: un collega, sua moglie, un’amica comune, mio cugino e sua moglie che gli aveva detto: “c’è un cantante con i capelli bianchi” e lui: “mi sembra la voce di mio cugino”. E poi c’era una signora che avevo presentato perché, da bambina, era cantante in un concorso canoro per bambini che avevo condotto 45 anni fa. Volti familiari, cuori presenti. Mi hanno detto che sono stati bene, che qualcosa è arrivato. E io mi sono sentito vivo, come se lo avessi sempre fatto, come se quella fosse la mia sera eterna: cantare dalle otto e mezza fino alla mezzanotte, intervallato solo da due pause come due respiri tra lunghi battiti.

Alla fine, perfino il personale è salito a cantare con me. Quella è stata la perfezione: non nei dettagli, ma nella condivisione.

Giuseppe De Carlo, il padrone di casa, con quella sua gentilezza che sa di cose vere, di fatica e accoglienza, mi ha stretto la mano alla fine. Ha detto: “Noi siamo stati bene stasera, è stato piacevole.” E quelle parole si sono sedimentate in me, più delle canzoni stesse.

Io canto anche a casa, registro, faccio video. Ma nulla, nulla vale quanto uno come Giuseppe che, dopo aver fatto i conti, alza lo sguardo e mi regala quella semplice, autentica frase.

Dio, che bello.

È come se una vita parallela avesse finalmente trovato la sua fessura per venire a galla. Come se ogni nota provata, ogni sera trascorsa in silenzio a guardare una TV Grundig in bianco e nero, servisse a prepararmi a questo. A cantare, a esistere cantando, in mezzo agli altri.

Un’altra vita, la stessa durata. Ma stavolta, con la voce accesa.

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“Il primo giorno di un mondo nuovo”