“Il primo giorno di un mondo nuovo”

di Davide Tommasi

A Scorrano, Mons. Vincenzo Paglia apre uno squarcio di luce sul nostro tempo

SCORRANO – In un’epoca segnata da disincanto e frammentazione, dove l’uomo moderno si muove tra promesse infrante e attese smarrite, l’Anno Giubilare dei Pellegrini di Speranza si propone come un segno profetico, come una breccia spirituale nel cuore dell’inquietudine contemporanea. In questo orizzonte si inserisce con particolare intensità l’evento che questa sera venerdì 18 luglio, alle ore 20.30, vedrà protagonista, in Piazza Municipio a Scorrano, Mons. Vincenzo Paglia, Presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, figura eminente del pensiero teologico ed ecclesiale, che presenterà il suo ultimo volume, “Il primo giorno di un mondo nuovo”, edito da Raffaello Cortina.

Non si tratterà semplicemente di una presentazione editoriale, ma di un vero e proprio momento di annuncio, di discernimento e di ascolto, in cui il libro si farà preghiera pensata e pensiero orante, capace di toccare le fibre più profonde del cuore credente e dell’intelligenza in cerca di verità.

Un libro che è soglia e profezia: la speranza come forma del vivere cristiano

Fin dalle prime pagine, si comprende che “Il primo giorno di un mondo nuovo” non è un testo da leggere con distacco, ma un’esperienza da abitare con attenzione interiore. Mons. Paglia non offre un’opera descrittiva o accademica: offre piuttosto un cammino spirituale, una meditazione teologica immersa nella carne viva della storia, un’intuizione profetica che risponde a una domanda essenziale: è ancora possibile pensare il futuro come dono e non come minaccia?

Con profondità evangelica e sensibilità umana, Paglia mostra che la speranza cristiana non è un’illusione consolatoria, ma un modo di stare al mondo, una scelta etica ed esistenziale. La vera novità del mondo non si impone con forza o clamore, ma germoglia dove il cuore umano sceglie la misericordia come lingua madre, la solidarietà come stile, la fraternità come legge. Ogni gesto d’amore, ogni parola di pace, ogni sguardo che si fa cura, diventa il principio reale di un mondo nuovo, che non comincia nelle stanze del potere ma nelle pieghe invisibili della vita quotidiana.

“Il Vangelo non è nostalgia, ma futuro”: la Chiesa come spazio aperto alla storia

Al centro del pensiero di Mons. Paglia vi è una convinzione tanto semplice quanto decisiva: il Vangelo non è parola del passato, ma forza del futuro. Non è l’eco di un tempo idealizzato da custodire gelosamente, ma una sorgente viva da attingere ogni giorno, per rinnovare il volto della comunità cristiana e, attraverso essa, trasfigurare il mondo.

“La Chiesa – afferma Paglia – non è chiamata a rimpiangere il passato, ma ad aprire strade nel deserto, a offrire parole di senso in un mondo disorientato. Il Giubileo ci ricorda che ogni giorno può essere il primo giorno di una nuova umanità, se scegliamo l’amore contro l’indifferenza, la fraternità contro l’egoismo, la vita contro la cultura dello scarto.”

Queste parole non sono slogan, ma parole che nascono dal grembo della Chiesa in uscita, quella che Papa Francesco invoca come “ospedale da campo”, capace di farsi prossima alle ferite dell’uomo. Il libro non è una diagnosi pessimista sul presente, ma un esercizio di speranza teologica, che chiede di riconoscere i segni del Regno che già si manifestano — silenziosi ma tenaci — nel cuore delle periferie, nei gesti nascosti, nella fede semplice di tanti.

Dietro le quinte, un lavoro generoso: la segreteria organizzativa affidata a Giuseppe Semeraro

La profondità di un evento non dipende solo dai suoi contenuti, ma anche dalla cura invisibile con cui viene pensato, preparato e accolto. In questo senso, un ruolo decisivo è stato affidato a Giuseppe Semeraro, cui è stata affidata la segreteria organizzativa dell’incontro. Figura nota per la dedizione al territorio e alla promozione culturale, Semeraro sa accompagnare l’evento con uno stile sobrio ed efficace, fatto di attenzione ai dettagli, di dialogo con le istituzioni e di passione per la bellezza dell’incontro umano.

Il suo lavoro non è stato solo logistico: è stato ministero laicale di comunione, strumento per generare un clima di accoglienza e di apertura, che ha permesso di unire soggetti diversi — autorità civili, realtà ecclesiali, associazioni, cittadini — attorno a una stessa domanda: come possiamo, insieme, custodire e rilanciare la speranza cristiana nel nostro tempo?

In tempi in cui tutto sembra frammentarsi, la figura di chi organizza con spirito di servizio e amore per il bene comune si rivela profetica quanto il contenuto stesso dell’evento.

Un dialogo ecclesiale che nasce nella piazza: dove la fede si fa comunità

L’incontro sarà introdotto dai saluti istituzionali del sindaco di Scorrano, Mario Pendinelli, e del parroco don Massimo De Donno, a testimonianza di un’alleanza virtuosa tra civiltà e Vangelo, tra comunità politica e comunità ecclesiale. A dialogare con Mons. Paglia sarà Mons. Mauro Carlino, parroco della Basilica di Santa Croce a Lecce e docente di Storia Ecclesiastica, che offrirà una lettura colta e appassionata del testo, inserendolo nel flusso della grande tradizione della Chiesa e della sua capacità di generare senso nei tempi oscuri.

Non è casuale che l’incontro si svolga nella piazza del Municipio, luogo simbolico per eccellenza della vita pubblica. Qui la teologia esce dalle aule e scende tra la gente, diventando evento comunitario, parola incarnata, esercizio di fraternità intellettuale e spirituale. La piazza si fa spazio di ascolto, soglia di Vangelo, luogo teologico.

Un invito universale: la speranza come compito condiviso

L’evento, aperto a tutti, vuole essere un segno visibile di comunione, un’occasione per ritrovarsi come popolo, come comunità, come insieme di volti chiamati a costruire futuro. In particolare, l’invito è rivolto a giovani, educatori, operatori pastorali, ricercatori di senso, ma anche a chi vive lontano dalla Chiesa e sente tuttavia il bisogno di parole autentiche, capaci di nutrire l’anima e orientare la coscienza.

In un tempo dove domina il rumore dell’effimero, l’incontro con Mons. Paglia si propone come spazio di silenzio abitato, di pensiero che non teme la profondità, di speranza che non si vergogna del Vangelo. Perché ogni giorno può davvero essere il primo giorno di un mondo nuovo, se ci lasciamo convertire dalla potenza mite del bene.

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