Seclì festeggia 25 anni di sapori e identità
di Davide Tommasi
La Pro Loco celebra la Sagra de la Carne Cavaddhru, simbolo di orgoglio popolare
SECLÌ (LE) – Ci sono eventi che nascono come semplici manifestazioni locali e che, nel tempo, diventano qualcosa di molto più grande. Non solo per il numero dei partecipanti, non solo per l’eco mediatica, ma per il loro valore simbolico e per il ruolo che riescono a conquistarsi nel cuore di una comunità.
La Sagra de la Carne Cavaddhru, che quest’anno ha celebrato la sua venticinquesima edizione, è esattamente questo: un esempio concreto di come la tradizione, se custodita con amore e rinnovata con passione, possa trasformarsi in un vero patrimonio collettivo, capace di unire le persone, attrarre visitatori, valorizzare il territorio e raccontare l’identità più profonda di un popolo.
Un evento che, negli anni, ha saputo crescere in modo costante, intelligente e consapevole, senza mai snaturarsi, e che oggi rappresenta una delle sagre più autentiche e partecipate dell’intero Salento, un punto di riferimento non solo gastronomico, ma anche culturale, sociale e umano.
La Pro Loco di Seclì: il cuore pulsante di un successo lungo un quarto di secolo
Alla base di questo straordinario percorso di crescita e radicamento c’è il lavoro instancabile, silenzioso e determinato della Pro Loco di Seclì, che da 25 anni organizza e coordina l’intera macchina operativa della sagra con una dedizione che ha pochi eguali.
Sotto la guida attenta e appassionata del presidente Giancarlo Scarlino, la Pro Loco ha saputo creare qualcosa di molto più grande di un semplice evento: una festa popolare che è diventata, anno dopo anno, simbolo di orgoglio cittadino, espressione autentica di un’intera comunità che lavora, collabora e si mette a disposizione per rendere speciale, per sé e per gli altri, questo importante momento di aggregazione.
Sono stati oltre 150 i volontari coinvolti in questa edizione, donne e uomini di tutte le età, giovani e meno giovani, studenti, lavoratori, pensionati, cittadini che, mossi da un senso di appartenenza profondo, hanno offerto il loro contributo prima, durante e dopo la manifestazione, dando vita a una sinergia perfetta tra tradizione, competenza organizzativa e spirito di servizio.
Due serate di festa, gusto e cultura popolare: oltre 15.000 presenze a Seclì
La Sagra de la Carne Cavaddhru 2025 si è svolta nelle serate del 22 e 23 agosto, richiamando un numero impressionante di visitatori: oltre 15.000 solo nella prima sera, un flusso costante ed entusiasta che ha popolato le strade del paese fino a notte fonda, testimoniando quanto questa sagra sia attesa, amata e apprezzata da chi conosce Seclì e da chi, magari, la scopre per la prima volta.
Già dalle prime ore del pomeriggio, le vie principali del centro storico sono state invase da profumi inebrianti, sorrisi, risate, passi curiosi e occhi affascinati. Le lunghe file davanti alle casse e agli stand gastronomici non sono state vissute come un disagio, ma come parte integrante dell’esperienza: un momento di attesa che anticipava il piacere di gustare le ricette tradizionali preparate con cura e maestria.
Protagonista assoluta, come sempre, la carne di cavallo, regina indiscussa della tavola seclese, cucinata secondo le ricette tramandate di generazione in generazione. Le polpette fritte, croccanti fuori e morbide dentro, sono andate letteralmente a ruba: oltre 40.000 servite solo nella prima serata, numeri che raccontano molto più di qualsiasi statistica. E poi ancora la carne al sugo piccante, le pittule appena fritte, la pasta fatta in casa, i contorni locali, i dolci tipici e una varietà di bevande selezionate che hanno accompagnato ogni piatto con equilibrio e qualità.
Musica, identità e comunità: l’anima culturale della sagra
Accanto al percorso gastronomico, curato nei minimi dettagli dalla Pro Loco, si è svolto un programma musicale e culturale di grande impatto, in grado di attrarre un pubblico trasversale per età e provenienza. La serata di apertura ha visto la partecipazione del DJ seclese Stefano Carrino, che ha animato il pre-serata con un set coinvolgente, contribuendo a creare un clima di festa già nei primi momenti dell’evento.
A seguire, il concerto del gruppo Viaggio Popolare ha portato sul palco l’autenticità della musica salentina più pura, fatta di tamburelli, danze e racconti in musica, regalando al pubblico un’esperienza sonora intensa e partecipata.
Ma è stata la seconda serata, nonostante la concorrenza del Concertone della Notte della Taranta a Melpignano, a sorprendere per la sua forza attrattiva. A dimostrazione che Seclì rappresenta ormai una scelta consapevole per chi cerca autenticità, radici, comunità e musica vera.
Sul palco si sono esibiti Jonica Popolare e Officina Zoè, due nomi storici della scena etnico-popolare del Sud Italia, capaci di emozionare, coinvolgere e far ballare migliaia di persone attraverso i loro suoni potenti e la loro straordinaria presenza scenica. Un viaggio nella cultura salentina che ha toccato le corde più profonde del cuore del pubblico.La seconda serata: quando la musica tocca l’anima
Se la prima serata ha fatto il pieno di allegria e sapori, è stata la seconda serata – quella del 23 agosto – a lasciare un’impronta profonda.
Nonostante in contemporanea andasse in scena il celebre Concertone della Notte della Taranta a Melpignano, a Seclì la piazza era piena, viva, partecipe.
Una scelta che parla da sola: migliaia di persone hanno preferito un evento autentico, vero, fatto di legami sinceri e tradizione vissuta.
Ad animare il palco, due nomi storici della musica popolare del Sud: i Jonica Popolare, con la loro energia trascinante e coinvolgente, e gli Officina Zoè, tra i gruppi simbolo della pizzica e della musica etnica salentina.
Quella che è andata in scena è stata più di un'esibizione: un viaggio nella memoria del territorio, tra pizziche, balli antichi, tamburelli e parole che raccontano storie di terra, di amore, di identità.
La piazza ha ballato, cantato, vissuto. Unita dalla voglia di riscoprirsi parte di qualcosa che conta, che resta.
Sul palco l’eredità di Pino Zimba: un omaggio che emoziona
A rendere la serata ancora più intensa è stata la presenza dei figli del compianto Pino Zimba, leggenda indiscussa della musica salentina.
Esattamente 25 anni fa, fu lui ad aprire la prima edizione della sagra, regalando al pubblico un concerto che segnò l’inizio di tutto.
Con il tamburello tra le mani e una voce potente, Pino seppe trasmettere la forza di una cultura antica e viva.
Ieri sera, a rendergli omaggio, sono saliti sul palco Edo e Francesco Zimba, i suoi figli. Artisti talentuosi e profondamente legati alle loro radici, hanno emozionato il pubblico con la loro musica e la loro presenza, portando avanti quella fiamma accesa dal padre.
Un momento toccante, tra memoria e gratitudine, che ha unito passato e futuro sotto il segno della musica popolare. Un’eredità che non si è fermata, ma che continua a vivere, ogni anno, ogni agosto, proprio lì, nel cuore di Seclì.
Le istituzioni ringraziano: una comunità unita fa la differenza
A chiusura dell’evento, le parole del Sindaco di Seclì, Andrea Finamore, hanno riassunto il senso profondo di questa festa:
«Per noi la Sagra de la Carne Cavaddhru non è soltanto una manifestazione, ma un atto di comunità, un momento in cui nessuno viene lasciato solo. Abbiamo ottimizzato ogni risorsa, ci siamo sostenuti a vicenda e abbiamo creduto, tutti insieme, che fosse possibile offrire un’alternativa valida, autentica e gustosa anche nei giorni in cui altri eventi sembravano oscurarci. Eppure il pubblico ha scelto Seclì, e questa è la nostra più grande vittoria».
Parole a cui si unisce con profonda emozione anche il presidente della Pro Loco, Giancarlo Scarlino, che non nasconde l’orgoglio per il traguardo raggiunto:
«Venticinque edizioni. Le nozze d’argento. Non è stato facile arrivare fin qui, ci sono stati momenti difficili, sfide, problemi da risolvere. Ma ci siamo riusciti, anche quest’anno. E questo grazie a una cosa sola: il cuore. Il cuore dei nostri volontari, che sono l’anima della nostra comunità. Senza di loro, questa sagra non esisterebbe. Sono commosso e grato. Davvero».
Una festa che non smette di guardare avanti
In un tempo in cui molte sagre si svuotano di significato, appiattite da logiche commerciali o da una comunicazione effimera, la Sagra de la Carne Cavaddhru di Seclì si conferma evento autentico, partecipato, sentito, capace di rinnovarsi senza perdere la propria anima.
È questa la vittoria più grande della Pro Loco e dell’intera cittadinanza: avere costruito, anno dopo anno, un evento che parla di casa, di storia, di identità. E che continuerà a farlo, ancora a lungo.
L’appuntamento è già per l’estate 2026. Con la certezza che a Seclì, ogni agosto, il passato incontra il presente. E lo fa con il sapore unico della carne di cavallo, il suono antico dei tamburelli e l’abbraccio sincero di una comunità che sa ancora fare festa, insieme.