Il futuro degli agronomi tra tradizione, innovazione e sfide
di Antonio Bruno
Maglie, 5 settembre 2025. – Il futuro della professione del Dottore Agronomo e Forestale non si gioca più soltanto nei campi, nei boschi o nei vivai. Si gioca dentro una trasformazione epocale che intreccia crisi ambientali, rivoluzioni tecnologiche, mutamenti normativi e sfide globali. È da questa consapevolezza che nasce l’iniziativa di un dibattito pubblico, riservato ai Laureati in Scienze Agrarie e Forestali, dal titolo eloquente “Tradizione e innovazione”.
L’appuntamento, ospitato nella suggestiva cornice della Masseria La Torre, lungo la provinciale Maglie–Cutrofiano, si terrà venerdì 5 settembre, dalle 18 alle 20. Non sarà una passerella, ma un confronto aperto. Perché – come ricorda l’organizzatore Francesco Tarantino – «le normative in continuo cambiamento e le innovazioni tecnologiche stanno trasformando in profondità il nostro lavoro quotidiano. Se non affrontiamo insieme queste sfide, rischiamo di veder peggiorare le nostre condizioni operative».
I temi sul tavolo
Quattro gli assi portanti del confronto, che toccano i nodi più delicati della professione:
Produzione agricola – in un Salento ancora segnato dalla ferita della Xylella fastidiosa, dove la ricostruzione olivicola e frutticola diventa una questione di identità oltre che di economia.
Gestione del territorio e del paesaggio – con l’urgenza di ridisegnare città e campagne, tra verde pubblico, privato e resilienza climatica.
Settore forestale – in un’epoca in cui la crisi climatica impone nuove strategie di tutela e valorizzazione delle risorse boschive.
Cura delle piante – grazie a tecniche innovative di diagnostica, analisi e trattamento, che proiettano il mestiere verso un futuro sempre più tecnologico e globale.
I protagonisti
A portare la loro esperienza, quattro figure di eccellenza provenienti da realtà diverse:
Luigi Catalano (Bari), consulente internazionale per i settori frutticolo, olivicolo, viticolo e vivaistico.
Giovanni Sala (Milano), docente al Politecnico e fondatore della rivista Acer, nonché anima di LAND srl, una delle società più importanti di progettazione paesaggistica a livello internazionale.
Carmelo Gentile (L’Aquila), direttore scientifico del Parco Nazionale d’Abruzzo, chiamato a raccontare l’esperienza forestale di un territorio simbolo della biodiversità italiana.
Stefano Convertini (Brindisi), direttore scientifico di ReAgri e del centro di saggio Agrin, pioniere nella sperimentazione di nuove molecole per la cura e la protezione delle piante.
Ad arricchire l’incontro, anche la presenza di Vittorio Di Sansebastiano e Piero Di Campi.
La cornice della Masseria La Torre
Non è un caso che l’incontro si svolga in una masseria agricola. La Torre non è soltanto un’azienda di 25 ettari, ma una metafora vivente di ciò che significa innovare senza tradire la tradizione. Dal vivaio di piante mediterranee e forestali (marchio Deltagarden), al vigneto di Aleatico di Puglia, al bosco di Leccio e Pino d’Aleppo piantato nel 1997, fino alle attività didattiche e sociali, la Masseria incarna quel modello multifunzionale che unisce sostenibilità ambientale, produzione agricola e impegno culturale.
Un’occasione da non perdere
Il dibattito di Maglie non è dunque un esercizio autoreferenziale. È piuttosto un banco di prova: capire se la comunità professionale degli agronomi e forestali, in un tempo dominato dall’intelligenza artificiale, dalle biotecnologie e dalla crisi climatica, saprà ancora essere custode di tradizioni millenarie e al tempo stesso protagonista di una nuova stagione di innovazione.
In fondo, la domanda di fondo è questa: saremo capaci di trasformare il nostro sapere antico in una risorsa moderna, utile non solo alle campagne ma alla società intera?
È la sfida che attende gli agronomi e i forestali del futuro. Ed è la sfida che, da Maglie, prova a ripartire.