Zollino, la notte in cui il fuoco parla al cuore
di Davide Tommasi
La Festa de lu Focu accende l’anima del Salento
ZOLLINO – Il 28 dicembre 2025, a Zollino, l’inverno non ha avuto l’ultima parola. A parlare è stato il fuoco. Un fuoco alto, vivo, pulsante, capace di illuminare i volti, scaldare le mani e soprattutto risvegliare la memoria collettiva di un intero paese. La Festa de lu Focu è tornata, e con essa è tornato un rito antico che non conosce stanchezza, giunto alla sua quarantaquattresima edizione, più forte e sentito che mai.
In Largo Lumardu il grande falò si è innalzato come una cattedrale di luce. Le fiamme hanno disegnato ombre danzanti sui muri del paese, mentre il crepitio della legna diventava un linguaggio primordiale, comprensibile a tutti. È qui che si compie il rito: il fuoco come barriera contro la malasorte, come gesto di purificazione, come promessa di rinascita. Un gesto che non è mai individuale, ma profondamente collettivo.
La Festa de lu Focu nasce alla fine degli anni Settanta, in un periodo difficile, segnato dall’emigrazione e dall’abbandono delle antiche arti del fare: il legno, la creta, il ferro, i saperi tramandati di generazione in generazione. Recuperare la focàra di Sant’Antonio Abate significava allora opporsi all’oblio. Con il tempo, la festa ha saputo trasformarsi, spostandosi a dicembre per accogliere chi tornava in paese per le feste, senza mai perdere la sua anima profonda. Oggi è una celebrazione identitaria, un ponte tra passato e presente.
La giornata si è aperta con uno dei momenti più intensi e simbolici: il coinvolgimento dei bambini. Da Piazza Pertini, nel cuore del centro storico, è partito un percorso letterario che ha trasformato le strade di Zollino in un racconto vivente. “Lumé Lumèra – alla luce della festa” ha guidato grandi e piccoli in un cammino fatto di emozioni, parole e suoni. Le letture in italiano e griko di Roberta Marsano hanno dato voce a una lingua antica, mentre le musiche di Mattia Manco e le illustrazioni di Paola Rollo hanno creato un’atmosfera sospesa, quasi magica. Un corteo lento e partecipato, che ha condotto tutti verso il luogo sacro del fuoco.
Quando, intorno alle 19.30, il falò è stato acceso, il silenzio ha preceduto l’esplosione di luce. Le fiamme hanno preso forza rapidamente, salendo verso il cielo come un grido liberatorio. L’accensione, affidata allo spettacolo della “Premiata ditta F.lli Focara”, è stata un vero rito scenico: i Trampuglia, Dario e Rocco Cadei sui trampoli, e il mangiafuoco Monsieur Cocò hanno trasformato quel momento in una visione potente, capace di unire sacro e popolare. Un’accensione carica di commozione, dedicata alla memoria di Mr Thomas, il fachiro e mangiafuoco salentino che per anni aveva dato vita al fuoco di Zollino, lasciando un segno indelebile nell’immaginario della festa.
Intorno al falò, la comunità si è stretta ancora di più. È lì che la musica ha trovato la sua casa naturale. I Cunservamara hanno aperto la serata con la forza autentica della musica tradizionale salentina, facendo vibrare corde antiche e ritmi che parlano di terra, lavoro e appartenenza. Subito dopo, il palco ha accolto i Folkabbestia, protagonisti di un concerto travolgente che ha celebrato i trent’anni della loro carriera. Il loro suono, capace di attraversare i Balcani, l’Irlanda e la Puglia, ha trasformato la piazza in una grande festa popolare, dove folk, rock e canzone d’autore si sono fusi in un’unica energia condivisa.
Ma la Festa de lu Focu è anche profumo di casa, sapore di tradizione. Gli stand gastronomici, curati con passione dai volontari dell’associazione, hanno offerto piatti che raccontano Zollino meglio di mille parole. La scèblasti, focaccia simbolo del paese, fragrante e ricca di ingredienti della terra, è stata ancora una volta protagonista. Accanto a lei, i legumi della tradizione: il pisello nano di Zollino e le fave cu le cicoreddhe, piatti semplici, ma carichi di storia e identità.
Dal 2019 la festa è iscritta nel Registro dei rituali festivi legati al fuoco della Regione Puglia, riconoscimento che ne sancisce il valore culturale e antropologico. Ma al di là dei registri e delle istituzioni, la vera forza della Festa de lu Focu è negli sguardi delle persone, nelle mani tese verso il calore, nei racconti che si intrecciano davanti alle fiamme.
Il 28 dicembre 2025, a Zollino, il fuoco non ha solo bruciato legna. Ha acceso ricordi, rinsaldato legami, scaldato cuori. E mentre le fiamme continuavano a danzare nella notte, era chiaro a tutti che quel fuoco non si sarebbe spento all’alba. Perché la Festa de lu Focu vive, anno dopo anno, nel cuore della sua comunità e nella voce viva della tradizione salentina.