Otranto onora i suoi 800 Martiri: fede, memoria e identità

di Davide Tommasi

Otranto, 13 dicembre 2025 – Come ogni anno, la città di Otranto si è stretta attorno alla memoria viva dei suoi Santi Martiri, Antonio Primaldo e compagni, che nel 1480 offrirono la propria vita per amore della fede e del popolo. Una celebrazione civile e religiosa che rappresenta un momento di profonda commozione e orgoglio identitario per l’intera comunità idruntina.

Presso il Monumento all’Idrusa, affacciato sul lungomare, si è svolta la cerimonia ufficiale alla presenza di un pubblico numeroso e autorevole, con la partecipazione delle autorità religiose, civili e militari.

Il saluto del Sindaco Francesco Bruni

A dare avvio alla commemorazione è stato il Sindaco di Otranto, Francesco Bruni, che nel suo intervento ha sottolineato il valore profondo della memoria come strumento di identità e coesione:

“Saluto tutte le autorità religiose, civili e militari, i cittadini e gli ospiti che oggi partecipano a questa importante celebrazione dedicata al martirio di Antonio Primaldo e dei suoi compagni.

I nostri Ottocento Martiri non sono solo un simbolo religioso, ma anche un faro civico e culturale per la nostra comunità. Il loro sacrificio ci ricorda ogni anno che la dignità, la libertà e la fede possono prevalere anche di fronte alla violenza e alla sopraffazione.

Il loro esempio – ha proseguito – continua a ispirare la nostra vita pubblica, la nostra convivenza e il senso di appartenenza che ci unisce come popolo otrantino. In loro nome, rinnoviamo oggi il nostro impegno per una società più giusta, più solidale e più consapevole delle proprie radici.”

Dopo il saluto istituzionale, è seguito il discorso commemorativo del Chiarissimo Prof. Nicola Neri, docente di Storia delle Relazioni Internazionali presso l’Università di Bari.

Nel suo intervento, il Prof. Neri ha ricordato che la vicenda degli Ottocento Martiri non è solo una pagina di storia, ma un fondamento morale e spirituale dell’identità salentina. A oltre cinque secoli dall’eccidio, la comunità continua a commemorare con devozione quell’evento che ha segnato profondamente la memoria collettiva.

“Nel 1480 – ha affermato Neri – di fronte alla proposta dell’invasore ottomano, nessuno tra gli otrantini cedette al compromesso. Scelsero la coerenza, la fede e la dignità, anche a costo della vita. Una scelta che rende unico questo episodio nella storia del martirio cristiano.”

Il professore ha poi richiamato l’attualità del messaggio dei Martiri, sottolineando come il loro sacrificio parli ancora oggi al mondo contemporaneo, attraversato da conflitti, instabilità e profonde disuguaglianze.

“Troppe volte, i conflitti odierni vengono letti come scontri religiosi o culturali, ma spesso è l’economia – non la fede – a guidare le scelte più dure. La geopolitica moderna ci mostra attori nuovi e potenti, come le multinazionali e le Big Tech, capaci di influenzare le sorti delle nazioni più dei governi stessi.”

Il parallelismo con Otranto, crocevia tra due mondi nel Quattrocento, è stato chiaro: anche oggi, molte comunità si trovano su linee di confine – fisiche, ideologiche, economiche – esposte a tensioni, invasioni e conflitti. Dai territori del Donbass fino a Gaza, la storia sembra ripetersi sotto forme nuove.

Eppure, la lezione che viene da Otranto resta viva: la forza della coerenza morale, il valore della fede, la dignità della resistenza pacifica. E come il celebre mosaico della Cattedrale, capace di unire frammenti in un’opera di armonia e bellezza, anche il mondo ha bisogno di trovare una sintesi tra le sue divisioni.

“Nel nome di Antonio Primaldo e dei suoi compagni – ha concluso Neri – continuiamo a credere in un futuro fatto di pace, rispetto e speranza. La loro testimonianza non è finita nel passato, ma vive ancora oggi, nelle scelte delle comunità che sanno restare umane anche nei momenti più difficili.”

Una commemorazione intensa, che ancora una volta ha saputo restituire profondità e senso alla memoria storica, rendendola attuale, condivisa e viva.

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