Il melone Scurzune di Galatina

di Antonio Bruno

Introduzione e contesto storico

Nel 1879, Giacomo Arditi celebrava in agro di Galatina i «poponi d’inverno giallo-verdi dolcemente squisiti e profumati d’ananasse», manifestando l’apprezzamento per un melone straordinario, oggi identificato con la varietà locale denominata Scurzune. Questo frutto si distingue per dimensioni notevoli, forma ovale o subsferica, epidermide verde glauco chiaro con macchie scure longitudinali, richiamanti il Biacco, un serpente tipico del Salento, da cui deriva il nome.

Caratteristiche morfologiche

La buccia chiara e maculata, il portamento massiccio del frutto, la polpa bianco-verdastra estremamente succosa, con spessore fino a 8–9 cm e parte edibile di circa 6 cm, e una placenta bianco-nivea sono tratti unici che rendono lo Scurzune notevole anche a confronto con altre cultivar locali.

Biodiversità e varietà storiche

Il territorio salentino vanta una ricca biodiversità di meloni invernali, appartenenti al gruppo inodorus di Cucumis melo L., capaci di conservarsi per mesi e consumati fino all’inverno BiodiverSO+1. Nella documentazione, troviamo diverse varietà locali come Morettino, Gialletto, Egiziano, Minna de monaca, Scurzune e altre con caratteristiche morfologiche e organolettiche ben distinte PAT Puglia.

Il progetto BiodiverSO ha dedicato particolare attenzione a queste varietà. In uno studio sul Scurzune, tra altre cultivar locali, si è verificata una forte tendenza all'ibridazione, specialmente con Minna de monaca, mentre alcune varietà mostrano maggiore stabilità, come giallo allungato e bianco BiodiverSO.

Caratterizzazione scientifica recente

Un'analisi recente, effettuata tramite spettroscopia NMR, ha confrontato varietà salentine quali “Allungato”, “Scurzune”, “Egiziano”, “Minna de monaca” e “Pinto”. Lo studio ha messo in luce differenze quantificabili in termini di zuccheri, polifenoli e amminoacidi, offrendo strumenti utili per la distinzione e la valorizzazione delle varietà locali ViVi GREENBiodiverSO.

Conservazione e importanza culturale

L'inserimento del melone d’inverno nell’elenco regionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) sottolinea la rilevanza culturale di questi frutti per la Puglia BiodiverSO. I meloni venivano raccolti prima della maturazione completa (10–20 giorni) e conservati in ambienti freschi o semi-ventilati per godere della loro dolcezza anche d’inverno Civico93 | Be originalViVi GREEN.

Le varietà salentine si caratterizzano per dimensioni che superano i 40 cm in lunghezza, oltre i 25 cm di diametro e pesi fino a 8 kg in casi eccezionali; più frequentemente, però, pesano tra 1,5 e 4 kg Civico93 | Be originalBiodiverSO. L’epicarpo può variare dal bianco-latte al giallo e verde, con possibili striature, solcature longitudinali o reticoli BiodiverSO.

Valore agroecologico e genetico

La facilità di ibridazione, come nel caso tra Scurzune e Minna de monaca, rappresenta una sfida ma anche un'opportunità: da un lato complica la conservazione delle varietà pure; dall’altro, può esser vista come risorsa per sperimentazioni genetiche e selezione di attributi interessanti BiodiverSO.

Riepilogo

AmbitoEvidenze / CaratteristicheDescrizione storicaPoponi invernali giallo-verdi profumati come ananas (Arditi, 1879)MorfologiaForma ovale/subsferica, buccia verde glauca con chiazze scure, polpa bianco-verdastra spessa e succosaBiodiversità localeVarietà salentine come Scurzune, Minna de monaca, Egiziano, etc.Analisi scientificheDifferenze biochimiche (zuccheri, polifenoli, aminoacidi) rilevate da NMRConservazioneInserimento nei PAT, raccolta precoce e lunga conservabilitàStabilità geneticaAlta variabilità, ibridazione frequente, necessità di selezione

Conclusione

Lo Scurzune esemplifica l’eccellenza della biodiversità orticola salentina: un melone d’inverno di notevole qualità sensoriale e carattere distintivo, oggi valorizzato anche in studi scientifici. Le ricerche attuali, che coniugano metodi tradizionali e moderni, sono fondamentali per preservare e promuovere la varietà di questo ricco patrimonio genetico.

Bibliografia

  • Bianco V.V., 1979. La coltura del melone nell’Italia meridionale. Atti Convegno “La coltura del melone in Italia”. Verona, pp. 73-80. BiodiverSO

  • Bianco V.V., 1990. Melone. In: Orticoltura (a cura di Bianco V.V. e Pimpini F.), Patron Editore, Bologna, pp. 564-609. BiodiverSO

  • Tamaro, 1937. Ortaggi di grande reddito (Trattato; citazione in Tamaro contenuta in documenti BiodiverSO). PAT Puglia

  • Arnese, 1931. “Mellonicoltura e melloni brindisini”, citato in Marzi (1960) e raccolto in BiodiverSO. PAT Puglia

  • Marzi, V., 1960. La coltura del cocomero e del mellone in Puglia ed il miglioramento della tecnica colturale. PAT Puglia

  • Durante, 1962. La produzione del seme di cetriolo, cocomero e melone, ENSE. PAT Puglia

  • BiodiverSO, 2018. 1H-NMR-based metabolomic profiles of different sweet melon Salento varieties: Analysis and comparison, Girelli et al., Food Research International, 114, 81-89. ViVi GREEN

  • BiodiverSO, campi-catalogo: varietà “scurzune”, ibridazione con “minna de monaca”, stabilità "giallo allungato" e "bianco". BiodiverSO

  • BiodiverSO, scheda PAT melone d’inverno / popone di Brindisi. BiodiverSOCivico93 | Be original

  • Salento Km0. Ortaggi invernali salentini: melone invernale e tradizioni. salentokm0.com

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