Un milione per gli alberi: il verde che ci salva

di Antonio Bruno

In un’Italia che spesso sembra ricordarsi del verde solo quando arriva l’estate e le città si trasformano in fornaci di cemento e lamiere arroventate, leggere che una giunta comunale — in questo caso quella di Lecce — ha deciso di investire un milione e centomila euro per piantare 322 alberi, aiuole drenanti e corridoi ecologici, non può che fare bene. Al cuore e alla testa.

Perché piantare un albero oggi, in una città, non è un gesto romantico. È un gesto politico. È una dichiarazione di guerra al degrado, all’afa, all’indifferenza.

Abbiamo cementificato troppo, per troppi anni. Abbiamo tagliato alberi perché “alzavano i marciapiedi” e non ci siamo accorti che alzavano anche il livello della nostra qualità della vita. E allora sì, sostituire i pini malati con lecci o alberi bottiglia, più adatti al clima che cambia, è un atto di responsabilità. Forse anche di coraggio, in un’epoca in cui si preferisce l’effimero all’essenziale.

Mi ha colpito una frase dell’assessore all’Ambiente: «Non più pini, ma lecci». È una scelta tecnica, certo. Ma è anche una metafora del tempo che stiamo vivendo. Serve adattarsi, cambiare, scegliere con attenzione. Non possiamo più permetterci l’arbitrarietà o la fretta. Neanche in giardino.

E allora bene ha fatto Lecce a pensare a un “circuito del verde” che unisce piazze, viali e persino cimiteri. Perché il verde deve accompagnarci sempre, dalla nascita all’ultimo respiro. E una città che pianta alberi è una città che ha memoria, che guarda avanti, che non si rassegna a diventare solo parcheggio e smog.

Mi auguro che questo progetto venga finanziato. E che sia d’esempio. Perché se c’è una cosa che ho imparato in tanti anni di professione è che le cose più semplici sono spesso le più rivoluzionarie. Come piantare un albero. Che domani, magari, farà ombra a un bambino che oggi ancora non è nato.

per approfondire: https://centrostudiagronomi.blogspot.com/2025/06/un-milione-per-gli-alberi-il-verde-che.html

 

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