PUGLIA ELEZIONI REGIONALI

DECARO METTE FUORI EMILIANO MA RESTA OSTAGGIO DI VENDOLA E DEI 5 STELLE

La pantomima di Antonio Decaro, degna di un regista di telenovele, volge al termine (forse!) e ci consegna come risultato la messa alla porta di Emiliano.

La soddisfazione di Decaro si risssume tutta "nell'andiamo a vincere" ma soprattutto direi andiamo a gestire il potere senza le interferenze di Michele Emiliano.

Ma non ha fatto i conti con le interferenze di Vendola e soprattutto quelle dei 5 stelle. Quando si parlera' di ILVA come conciliera' le posizioni opposte dei due partiti. Ma lo sa Decaro che Emiliano è stato sempre ostaggio dei Consiglieri 5 Stelle in questa consiliatura senza riuscire a cambiare assessore e capo dipartimento? Che i 5 Stelle facevano valere il peso determinante dei loro consiglieri in ogni decisione?

Ma forse a Decaro basta vincere, sempre se il centro destra non presenti un'alternativa credibile su Bari, per gestire le partecipate e le postazioni di potere nelle ASL. Senza preoccuparsi minimamente di una Sanità in ginocchio con un debito di oltre 300 milioni, liste d'attesa interminabili, un agricoltura flagellata dalla xylella e strozzata dalle cartelle esattoriali dei Consorzi di Bonifica, dal ciclo dei rifiuti mai chiuso con costi esorbitanti per i pugliesi, una formazione professionale incapace di produrre figure idonee da inserire nel mondo del lavoro.

Sui problemi dei cittadini non abbiamo ascoltato una sola parola da parte di Decaro troppo impegnato al braccio di ferro sul potere. Ma stia attento che il campo largo, nel caso malaugurato per i pugliesi dovesse vincere, sarà ostaggio di veti e ricatti da parte dei 5 stelle e con Vendola pronto a bloccare ogni iniziativa riformatrice.

Ne vedremo delle belle!

Intanto auguriamo che il centro destra sia in grado di individuare immediatamente il candidato migliore su Bari per contrastare e far emergere il malgoverno di questi ultimi anni. Si è già perso troppo tempo!

Luigi Mazzei

Vice Commissario Regionale Puglia Popolare

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Vetrina di potere: la politica che non cambia