Pisignano (Vernole), lupo entra in cortile e uccide un cane
di Davide Tommasi
Il lupo uccide un cane sotto gli occhi della videocamera.Tre attacchi in 45 giorni. La comunità: “Ora basta, servono interventi”
PISIGNANO (VERNOLE) – È accaduto tutto in pochi secondi. Un lupo, apparentemente in buone condizioni fisiche, ha scavalcato il muro di cinta di una casa a Pisignano e ha aggredito mortalmente un cane di piccola taglia all’interno del cortile. La scena è stata ripresa interamente dalle videocamere di sorveglianza dell’abitazione, e le immagini – forti e scioccanti – raccontano con drammatica chiarezza l’accaduto: un attacco rapido, istintivo, letale.
Per la proprietaria del cane, si tratta del terzo episodio simile in appena un mese e mezzo. «Ho perso tre cagnolini in pochi giorni. Non sono l’unica a subire questi attacchi, ma io ho la prova concreta: il video. È ora che qualcuno intervenga», racconta, ancora scossa. «Voglio che la Guardia Forestale prenda in carico la questione. Non possiamo vivere nel terrore che ogni notte un altro animale venga sbranato nel nostro cortile».
E non è un caso isolato. Negli ultimi giorni, nella stessa area, un piccolo allevatore ha trovato tutte le sue capre uccise durante la notte. A pochi chilometri di distanza, nelle campagne di Vanze, sono stati rinvenuti i corpi di alcuni lupi uccisi a colpi d’arma da fuoco, segno di una tensione crescente tra i cittadini e la fauna selvatica.
Crescono gli attacchi anche fuori Vernole: animali sbranati tra Alliste e Racale
La paura si allarga anche oltre i confini comunali. Tra Alliste e Racale, solo due giorni fa, due cani di grossa taglia sono stati trovati morti, sbranati e dilaniati. «Abbiamo potuto recuperare solo pochi resti», raccontano i proprietari con amarezza. Episodi che fanno emergere un problema sempre più evidente: la presenza stabile e attiva dei lupi nel basso Salento, un fenomeno che, se da un lato rappresenta un segnale di biodiversità, dall’altro pone serie preoccupazioni per la sicurezza degli animali domestici e del bestiame.
Le guardie eco-zoofile dell’Unione Jonica Salentina hanno lanciato un appello alla cittadinanza, raccomandando precauzioni, soprattutto in zone rurali e periferiche. «Non lasciate i vostri animali all’aperto durante la notte, utilizzate recinzioni alte e sicure, valutate l’uso di dissuasori o cani da guardiania», spiegano in una nota ufficiale.
Il ritorno del lupo nel Salento: un fenomeno confermato dalla scienza
Il ritorno del lupo in Salento non è frutto del caso, né un evento sporadico. Lo conferma uno studio scientifico pubblicato sulla rivista “Animals”, secondo il quale, negli ultimi dieci anni, il numero di coppie di lupi nella penisola salentina è aumentato in modo significativo.
I ricercatori parlano di una crescita del 120% nell’espansione dell’areale del lupo, con insediamenti stabili soprattutto nelle zone a copertura boschiva, tra macchia mediterranea e aree collinari poco antropizzate.
Secondo lo studio, il ritorno del lupo è legato a vari fattori:
l’abbandono progressivo delle campagne,
la riduzione della pressione venatoria,
il miglioramento delle condizioni ambientali in alcune aree rurali,
la maggiore disponibilità di prede selvatiche.
Il Canis lupus italicus, sottospecie autoctona italiana, è un animale elusivo, generalmente schivo nei confronti dell’uomo. Tuttavia, la scarsità di cibo o l’abitudine a frequentare zone abitate possono portarlo ad avvicinarsi sempre più ai centri abitati, fino a compiere attacchi contro animali domestici, come accaduto a Pisignano.
Specie protetta, ma convivenza sempre più difficile
Il lupo è una specie protetta a livello nazionale e comunitario. In Italia è tutelato dalla Legge 157/1992 e dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea. Non può essere cacciato, né abbattuto, se non in rarissimi casi autorizzati per motivi di pubblica sicurezza o sanità.
Questo, però, rende più complessa la gestione della sua presenza. «Capisco l’importanza della specie – afferma una residente – ma anche noi abbiamo diritto a vivere in sicurezza. Mio figlio ha paura a uscire in giardino. E ogni notte, il nostro cane abbaia fino all’alba».
Il timore, infatti, non è solo per gli animali, ma anche per le persone, specialmente bambini e anziani. Anche se gli attacchi diretti all’uomo da parte del lupo sono estremamente rari, la percezione del pericolo cresce di pari passo con la frequenza degli episodi.
L’appello della comunità: “Serve un piano di gestione”
Sempre più cittadini ed esperti chiedono un piano regionale di gestione e monitoraggio del lupo, in grado di bilanciare tutela della biodiversità e sicurezza pubblica.
Le soluzioni possibili esistono e sono già applicate in altre regioni italiane:
Recinzioni elettrificate per le aziende agricole;
Sistemi di allarme e dissuasione acustica;
Cani da guardiania specializzati nella difesa del bestiame;
Indennizzi rapidi per gli allevatori colpiti da attacchi;
Monitoraggio con fototrappole e GPS per tracciare i movimenti dei branchi.
«Non chiediamo l’eliminazione dei lupi – chiarisce la proprietaria del cane ucciso – ma regole chiare, protezione, interventi. Perché la convivenza è possibile solo se tutti, animali e persone, sono messi in condizione di vivere in sicurezza».
Nel frattempo, il dolore resta. E anche la paura.