Palazzo Granafei: la pietra che racconta Sternatia
di Antonio Bruno
La foto di Paolo Margari è stata presa da:
Ci sono luoghi che parlano. Non con la voce, ma con la memoria. Luoghi dove ogni pietra è una sillaba di un racconto antico. Palazzo Granafei, a Sternatia, è uno di questi. Un palazzo che non si visita soltanto: si ascolta.
Ci arrivi passeggiando nel centro storico, tra le stradine strette dove il tempo ha rallentato il passo. Poi, eccolo. Imponente, severo, quasi sospettoso. Ma basta fermarsi un attimo, toccare il bugnato della facciata, osservare quel balcone monumentale, per capire che non si tratta di semplice architettura. È una storia incisa nella pietra leccese, una dichiarazione d’identità.
Chi era la famiglia Granafei? Gente di potere, certo, ma anche di cultura. Feudatari, amministratori, strateghi di alleanze e simboli. Non è un caso che sul portale campeggi lo stemma, fiero e araldico. Ma il palazzo non è solo facciata. È interno che sorprende. È un atrio che si apre come un abbraccio, è una scala che invita a salire, è una corte dove immagini voci, risate, trattative.
E poi c’è la piazza. Perché questo palazzo non è isolato, non è nobile distaccato: è dentro la comunità. Si affaccia, dialoga. E Sternatia risponde, con il griko, con i suoni antichi di una lingua che resiste. In fondo, non è forse questo il senso profondo dell’identità? Resistere con eleganza, come fa questo palazzo.
Ho sempre pensato che l’Italia vera non si racconti nelle metropoli, ma nei borghi. Nei luoghi dove la memoria non è un souvenir ma una presenza. Palazzo Granafei è questo: una presenza viva. Oggi lo si studia, lo si restaura, si cerca di ridargli voce. Ma lui, in fondo, ha continuato a parlare anche nel silenzio. Bastava ascoltare.
E allora Sternatia, piccola per dimensioni ma enorme per carattere, diventa un microcosmo perfetto. Una prova che bellezza e autenticità non hanno bisogno di effetti speciali. Hanno bisogno di cura. Di sguardo. Di rispetto.
Palazzo Granafei non è solo un monumento. È una lezione. Una lezione di pietra e tempo.