Nutrire il Futuro. Il Metodo EduAli

di Davide Tommasi

Dalla validazione dell'Università di Firenze alla pratica quotidiana: come il progetto EduAli unisce rigore scientifico, formazione medica e filiera locale per contrastare precocemente gli stili di vita scorretti.

Il convegno, svoltosi nel dicembre 2025, ha visto come cuore dell’incontro il progetto EduAli – Educazione Alimentare, già validato dall’Università di Firenze come modello sperimentale e replicabile. L’iniziativa nasce dall’esigenza di superare un approccio frammentario all’educazione alimentare, per costruire invece un percorso strutturato e continuativo capace di coinvolgere scuola, sanità e territorio.

L’incontro è stato moderato dalla dott.ssa Silvia Cazzato, responsabile della comunicazione di Biblio Museale – Università del Salento (UniSalento), che ha guidato il dialogo tra i relatori valorizzando i diversi contributi scientifici, educativi e territoriali.

EduAli si rivolge in modo mirato a insegnanti, pediatri, medici di medicina generale ed educatori, figure chiave nella costruzione degli stili di vita fin dall’infanzia. L’obiettivo è duplice: diffondere conoscenze scientificamente corrette e favorire un cambiamento concreto delle abitudini alimentari, contrastando precocemente comportamenti scorretti che spesso si consolidano già in età scolare.Il percorso formativo si distingue per un approccio pratico e multidisciplinare. Accanto agli interventi teorici, trovano spazio laboratori, attività esperienziali e degustazioni guidate di prodotti locali a chilometro zero, corredate da indicazioni nutrizionali. Un metodo che consente di passare dalla teoria alla pratica e di comprendere in modo immediato come le scelte alimentari incidano non solo sulla salute individuale, ma anche sull’ambiente e sull’economia del territorio.


Apertura del convegno

Ad aprire i lavori è stato Dott. Luca Leone, educatore della Comunità Emmanuel, che ha sottolineato il valore dell’iniziativa e il senso dell’incontro:

«Il convegno “Nutrirsi bene sa di buono” nasce dalla convinzione che l’educazione alimentare non possa essere ridotta a singoli momenti informativi, ma debba diventare un percorso continuo, condiviso e multidisciplinare. Parlare di cibo significa parlare di prevenzione, cultura, relazioni e responsabilità sociali».

Leone ha evidenziato come l’obiettivo della serata fosse quello di mettere in dialogo mondi diversi – scuola, sanità, produzione agroalimentare e comunità educanti – per costruire un modello di educazione alimentare concreto, scientificamente fondato e vicino alle persone.Cuore del convegno è stato il progetto EduAli – Educazione Alimentare, già validato dall’Università di Firenze come modello sperimentale e replicabile. Un’iniziativa nata dall’esigenza di superare un approccio frammentario all’educazione alimentare, per costruire invece un percorso strutturato e continuativo capace di coinvolgere scuola, sanità e territorio.

EduAli si rivolge in modo mirato a insegnanti, pediatri, medici di medicina generale ed educatori, figure chiave nella costruzione degli stili di vita fin dall’infanzia. L’obiettivo è duplice: diffondere conoscenze scientificamente corrette e favorire un cambiamento concreto delle abitudini alimentari, contrastando precocemente comportamenti scorretti che spesso si consolidano già in età scolare.

Il percorso formativo si distingue per un approccio pratico e multidisciplinare. Accanto agli interventi teorici, trovano spazio laboratori, attività esperienziali e degustazioni guidate di prodotti locali a chilometro zero, corredate da indicazioni nutrizionali. Un metodo che consente di passare dalla teoria alla pratica e di comprendere in modo immediato come le scelte alimentari incidano non solo sulla salute individuale, ma anche sull’ambiente e sull’economia del territorio.

Apertura del convegno

Ad aprire i lavori è stato Dott. Luca Leone, educatore della Comunità Emmanuel, che ha sottolineato il valore dell’iniziativa e il senso dell’incontro:

«Il convegno “Nutrirsi bene sa di buono” nasce dalla convinzione che l’educazione alimentare non possa essere ridotta a singoli momenti informativi, ma debba diventare un percorso continuo, condiviso e multidisciplinare. Parlare di cibo significa parlare di prevenzione, cultura, relazioni e responsabilità sociali».

Leone ha evidenziato come l’obiettivo della serata fosse quello di mettere in dialogo mondi diversi – scuola, sanità, produzione agroalimentare e comunità educanti – per costruire un modello di educazione alimentare concreto, scientificamente fondato e vicino alle persone.

Prevenzione e corretti stili di vita: il contributo scientifico

Ampio spazio è stato dedicato al tema della prevenzione, con un focus sulle patologie legate a stili di vita scorretti, come obesità, diabete di tipo II e malattie cardiovascolari.

Il cardiologo Alfonso Renna ha ribadito come una corretta alimentazione rappresenti uno degli strumenti più efficaci di prevenzione primaria, sottolineando il legame diretto tra dieta, salute cardiovascolare e qualità della vita.

Il chimico aromatiere Donato Creti ha invece posto l’attenzione sulla qualità degli alimenti, sul ruolo delle materie prime e sulla percezione sensoriale, dimostrando come gusto e salute possano convivere e rafforzarsi reciprocamente.

Dalle relazioni è emersa con chiarezza la necessità di educare non solo a cosa mangiare, ma anche a riconoscere il valore del cibo, privilegiando prodotti stagionali, locali e biologici, con benefici evidenti sul piano sanitario, ambientale e sociale.

Scuola e formazione: educare al cibo come competenza di vita

La Prof.ssa Maria Luisa Di Benedetto, Dirigente scolastico dell’Istituto Alberghiero di Lecce, ha sottolineato il ruolo centrale della scuola:

«Educare al mangiare bene significa formare cittadini consapevoli e futuri professionisti responsabili, capaci di valorizzare la qualità delle materie prime, il rispetto del territorio e la salute delle persone».

Un concetto rafforzato dall’intervento della Prof.ssa Rita Pizzoleo, docente dell’Istituto Comprensivo di Poggiardo, che ha evidenziato l’importanza di iniziare fin dalla scuola primaria:

«Le abitudini alimentari si formano molto presto. L’educazione alimentare è prevenzione e coinvolge non solo gli studenti, ma anche le famiglie».

Territorio e filiere locali

Sul legame tra alimentazione e territorio è intervenuto Dott. Elio Dongiovanni, responsabile del brand Cime di Rapa di Lecce, che ha richiamato l’attenzione sul valore delle filiere produttive locali:

«La qualità del cibo nasce dal rispetto della stagionalità e dal lavoro di chi opera ogni giorno nella produzione agricola. Educare al consumo consapevole significa sostenere un modello di sviluppo più sostenibile».

Tecnologia, comunità e inclusione

Tra gli elementi più innovativi di EduAli vi è l’integrazione di strumenti digitali per il monitoraggio dei percorsi educativi e la comunicazione tra scuole, famiglie e operatori sanitari. L’educazione alimentare viene così inserita in un sistema strutturato e misurabile, capace di rendere gli interventi più efficaci e replicabili.

Il Dott. Daniele Ferrocino, coordinatore della Comunità Emmanuel, ha ricordato come il progetto nasca dall’esperienza quotidiana della comunità nel lavoro educativo e terapeutico:

«L’alimentazione incide profondamente sulla salute, sull’equilibrio emotivo e sulla qualità della vita. EduAli nasce dall’esperienza diretta e dalla volontà di costruire un progetto scientifico, educativo e profondamente umano».

Il ruolo della Comunità Emmanuel

Al termine delle relazioni, Dino Pizzoleo ha espresso un sentito apprezzamento per il lavoro dell’équipe della Comunità Emmanuel, sottolineandone professionalità, dedizione e attenzione quotidiana verso le persone accolte.

Ha inoltre ringraziato tutti coloro che, a vario titolo, collaborano da anni con la comunità, contribuendo alla realizzazione delle attività e dei progetti che hanno permesso alla Comunità Emmanuel di crescere e consolidarsi come realtà riconosciuta sul territorio.

Grazie alla sinergia tra professionisti, volontari e collaboratori, la comunità continua a garantire percorsi terapeutici qualificati, offrendo accoglienza, ascolto e cura alle persone più fragili.

Cultura e benessere: la chiusura musicale

A chiudere la giornata, il concerto dell’Orchestra Sistema Musica Arnesano, momento di forte valore simbolico che ha ribadito il legame profondo tra benessere, cultura e comunità, richiamando l’importanza di un approccio integrato alla salute della persona.

Il convegno ha dimostrato come l’educazione alimentare, se affrontata in modo scientifico, condiviso e territoriale, possa diventare uno strumento concreto di prevenzione e crescita sociale.Perché, come emerso chiaramente dall’incontro, nutrirsi bene non riguarda solo il singolo individuo, ma l’intera comunità






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