Madonna Nostra: tre giorni e un ricordo lungo ottantadue anni
di Antonio Bruno
A Carmiano non serve il calendario per sapere quando è agosto. Lo si capisce dal fermento delle piazze, dall’odore delle luci che ancora non si sono accese, dal brusio dei comitati e dalle sedie di plastica che migrano davanti alle case. È il richiamo della Madonna Nostra, la patrona a cui il paese – e persino i turisti che non sanno resistere a una festa patronale – dedica tre giorni di devozione e baldoria, dal 10 al 12 agosto. E un quarto, il 3 settembre, che non è un giorno qualunque: è il ringraziamento per quella volta, nel 1934, in cui una bomba cadde… ma non esplose.
Il copione, come ogni anno, è un equilibrio sottile tra cielo e terra: la solenne processione che parte dalla Chiesa Madre il 10 sera, con il passo lento delle statue e quello più svelto dei bambini che cercano di infilarsi tra i grandi; e poi la musica – dai Sudoers con il loro tuffo negli anni ’90, all’Antonio Amato Tour, fino alla festa radiofonica del Party Salento. Nel mezzo, artisti di strada, vino nelle corti, e il concerto della banda di Monteroni che, in certi paesi, è ancora la colonna sonora dell’estate.
Il presidente della Provincia, Stefano Minerva, alla conferenza stampa ha detto che questa non è solo una festa di Carmiano. È un po’ come dire che il Natale non è solo del presepe: qui, la Madonna Nostra è l’occasione per far capire a chi viene da fuori cos’è davvero una festa patronale salentina. La preghiera e i lumini, certo, ma anche le mani callose degli artigiani, i profumi delle cucine, i saluti urlati da un balcone all’altro.
Tre giorni per ritrovarsi, per ricordare e per scoprire che, a volte, il miracolo più grande è semplicemente quello di stare insieme.