La vita è una questione di… Fichi
di Antonio Bruno
C’è chi, il 16 agosto, sceglie di raccogliere conchiglie in riva al mare, e chi invece si china su un albero e raccoglie fichi. Un gesto antico, di quelli che profumano di sudore buono e mani sporche di zucchero naturale.
A Marittima, paesino che sembra disegnato da un pittore con il cuore salentino, la sveglia suona alle sei. Non per prendere il treno, ma per prendere parte a un rito: la raccolta manuale di fichi. Non importa se sei un contadino navigato o un turista curioso: tutti chinati, tutti uguali davanti alla dolcezza di un frutto che sa di estate e di casa.
La chiamano “Festa della Fica”, con quel sorriso malizioso che nasce spontaneo ogni volta che lo si pronuncia, ma che in realtà nasconde la serietà di un progetto: l’associazione Higo, insieme alla Provincia di Lecce, vuole salvare e raccontare tradizioni che rischiano di diventare polvere da museo.
Così le piazze, le corti e persino i monumenti si trasformano in gallerie d’arte improvvisate. Pittori, artigiani, fotografi: ognuno porta il suo fico, non in senso botanico ma creativo, per contribuire a una tavolozza di suoni, colori e sapori.
Alle 19, un convegno scientifico. Che già fa sorridere: la scienza dei fichi! E invece è cosa seria, con tanto di mostra pomologica e premiazione di poeti. Perché nel Salento persino i versi, alla fine, profumano di frutta matura.
Poi arriva la sera e la festa cambia ritmo: la Super Taranta di Castrignanò e Durante fa vibrare il selciato di Piazza Don Bosco, mentre i fichi, finalmente, si lasciano mordere. E a notte fonda, quando il paese si trasforma in discoteca a cielo aperto, il dj set di Ciccio Riccio ricorda che anche i fichi, se ben conservati, possono durare fino a settembre.
Morale: si può misurare il tempo in ore, minuti e secondi. Oppure in estati, fichi e canzoni che fanno ballare scalzi. E Marittima, il 16 agosto, sceglie la seconda opzione.