L’eredità della saggezza: una serata per riscoprire il valore degli anziani nella società contemporanea
di Davide Tommasi
"Voci, ricordi e dignità: un abbraccio tra generazioni nella piazza della memoria"
Il 15 luglio 2025, nella suggestiva e carica di storia Piazzetta Vittime della Mafia a Corigliano d’Otranto, si è svolta una manifestazione che ha superato il semplice evento pubblico per trasformarsi in un’esperienza umana intensa e profondamente toccante. “L’eredità della saggezza: ripensare il ruolo degli anziani nella società di oggi”, promossa dall’associazione di volontariato Soli Mai con il patrocinio del Comune, è stata una chiamata collettiva a riconoscere e celebrare un patrimonio spesso invisibile, quello della memoria, della dignità e dell’esperienza custoditi dagli anziani.
La serata si è aperta con il saluto di Donatella Cancella, la cui voce vibrava di gratitudine e speranza. Ha ringraziato chi, con gesti di solidarietà spesso silenziosi e quotidiani, ha contribuito a rendere possibile questa iniziativa. Il suo discorso ha subito fissato il cuore della manifestazione: dare voce a chi troppo spesso è relegato ai margini, non per scelta, ma per una società che corre troppo veloce e dimentica di guardare indietro. “Dietro ogni anziano,” ha detto, “c’è un universo di storie, di lotte, di sogni e di saggezza accumulata. Custodirli significa custodire noi stessi.”
Con delicatezza e passione, la presidente dell’associazione Mai Più Soli, Nella Cannazza, ha condiviso il cammino che ha portato alla nascita di questa iniziativa. Un progetto che nasce da un’urgenza morale e sociale: restituire dignità e ruolo a chi ha costruito il presente con fatica e amore. “Gli anziani non sono un peso,” ha ribadito con forza, “sono il ponte tra il passato e il futuro, la memoria viva delle nostre radici, la voce che racconta la nostra identità collettiva. Ignorarli significa perdere la nostra anima.”
In un’epoca dominata dalla tecnologia, dalla velocità e dalla frammentazione dei legami, la serata ha offerto un momento di pausa e riflessione, invitando a riscoprire la bellezza dei rapporti umani autentici, fondati sull’ascolto e sulla condivisione. La società contemporanea rischia di marginalizzare gli anziani, facendoli diventare ombre di un tempo che fu. Eppure, come ha sottolineato Nella Cannazza, è proprio nella loro esperienza che si trova la chiave per costruire un futuro più umano e solidale.
La sindaca Dina Manti ha preso la parola per ribadire l’impegno concreto dell’amministrazione comunale verso politiche attente alla terza età, lodando il lavoro quotidiano della delegata al welfare, la dottoressa Emanuela Costantini. L’omaggio alla signora Uccia, presente in piazza, è stato un momento di grande significato simbolico: lei, incarnazione vivente di una memoria storica che attraversa le generazioni, ha rappresentato l’essenza stessa della serata, un richiamo tangibile al valore della testimonianza diretta.
Nel suo intervento, la dottoressa Costantini ha delineato una visione innovativa del welfare locale, che non si limita alla mera assistenza, ma promuove l’inclusione sociale, lo sviluppo personale e la partecipazione attiva degli anziani. Dai laboratori di manualità agli sportelli di ascolto psicologico, fino agli spazi intergenerazionali, il Comune sta costruendo una rete di opportunità che riconosce nell’anziano non un peso, ma una risorsa da valorizzare.
Con parole cariche di umanità, Dott.ssa Anna Moschettini, dell’Ufficio Servizi Sociali, ha lanciato un appello forte e urgente contro il pericolo dell’oblio culturale, che rischia di cancellare storie, valori e legami. “Coltivare la memoria,” ha detto, “è un dovere di tutti noi, perché solo così possiamo costruire una società più coesa, più giusta, più umana.”
Il momento più intenso della serata è stato però quello delle testimonianze dirette degli anziani, che hanno condiviso con il pubblico frammenti di vita e saggezza. Paola Monaco, con i suoi 102 anni, ha incantato la piazza con le sue parole semplici e profonde: “Ho visto il mondo cambiare mille volte. Ma c’è una cosa che non deve mai mutare: il rispetto per chi ha bisogno. Ogni vita è preziosa, a qualsiasi età.”
La dolcezza e la lucidità di nonna Candida, che ha dialogato con i giovani presenti, ha regalato un monito ricco di poesia e verità: “Bisogna stare uniti, senza cellulare in mano. Prima si viveva davvero, ci si guardava negli occhi, ci si ascoltava. Ora il tempo manca, e io vorrei poterlo comprare.” Il suo messaggio è un invito a riscoprire la gentilezza, il rispetto e le parole che aprono il cuore: grazie, scusa, per favore.
Lucia Serra, tessitrice storica del paese, ha intrecciato ricordi e parole con la stessa cura con cui un tempo intrecciava i fili del suo telaio. La sua storia di lavoro e famiglia è stata un canto d’amore, un racconto di generazioni che si passano il testimone con orgoglio e affetto.
La musica ha avuto un ruolo centrale: Stefano, con la sua interpretazione di “Il vecchio e il bambino” di Francesco Guccini, ha trasformato il palco in un luogo di emozione condivisa, suggellando il legame tra generazioni.
Non meno significativo è stato il racconto di Giorgio Cavalera, responsabile della RSA Alba Nova, che ha illustrato come la struttura si impegni a essere un vero e proprio luogo di accoglienza, in cui ogni persona viene valorizzata nella sua interezza. Attraverso un’équipe multidisciplinare e attività creative, la RSA promuove dignità e vitalità, anche di fronte alle sfide più difficili.
Vincenzo, ospite della RSA, ha emozionato tutti con la lettura di una sua poesia, un piccolo scrigno di emozioni sincere e universali.
La serata si è conclusa con il canto di Agnese Donno, che ha intonato “Il vecchietto”, seguita da un coro che ha coinvolto tutta la piazza nel canto collettivo de “L’acqua della fontana”. Quel canto, vibrante e autentico, ha sintetizzato l’essenza della manifestazione: un ponte tra passato e presente, un’unione profonda tra memoria e futuro, un invito a custodire con amore e rispetto l’eredità preziosa degli anziani.
Nel volto degli anziani, nei loro racconti e nei loro sguardi luminosi, si è colta la forza della vita che continua, si rinnova e illumina il cammino delle generazioni a venire. Questa serata non è stata solo un evento, ma un atto d’amore collettivo, un abbraccio che ci ricorda quanto sia importante onorare e custodire la saggezza di chi ci ha preceduti.
In un mondo che spesso corre troppo veloce e dimentica le proprie radici, “L’eredità della saggezza” è stata una lezione di umanità: un invito a rallentare, ascoltare, rispettare e amare. Perché in ogni anziano si cela il tesoro più prezioso di una comunità — la memoria viva di un passato che dà senso al presente e apre la strada al futuro. E’ possbile rivedere l’evento attraverso il video sottoindicato :