“Le mura di Vaste(*), la memoria di pietra di un Sud antico”
di Antonio Bruno
C’è una parte d’Italia dove il tempo non passa. Non è una frase fatta, ma una certezza che ho toccato con mano — o meglio, con l’anima — più volte, viaggiando per il nostro Sud. Penso a quei luoghi dove la pietra parla, dove il silenzio è un racconto, e dove anche una rovina sa essere teatro. Uno di questi luoghi è Vaste, un piccolo borgo salentino che custodisce qualcosa di immensamente grande: le mura messapiche, un baluardo dell’identità prima ancora che della difesa.
Ora, non è la prima volta che sento dire: "Abbiamo mura antiche, ce le abbiamo da duemila anni", come se bastasse averle. Ma il punto è: le ascoltiamo? Le capiamo? Sappiamo ancora raccontarle ai nostri figli?
Quelle di Vaste, costruite nel IV secolo a.C., non erano solo per proteggere: erano un gesto politico, sociale, perfino spirituale. Dividevano ma includevano. Difendevano, ma al tempo stesso delineavano chi eri, dove stavi nella comunità. Il potere, la fede, la terra: tutto passava attraverso quelle pietre. E oggi sono lì, ancora lì, a guardarci con pazienza, mentre noi passiamo distratti.
Ricordo quando, nei miei programmi di vita, cercavo sempre un equilibrio tra il rumore della cronaca e il silenzio della cultura. Oggi, in un tempo che corre senza sosta, luoghi come Vaste ci dicono che fermarsi è un dovere, che la memoria non è nostalgia, ma orientamento.
Le mura di Vaste non chiedono applausi. Chiedono rispetto. Chiedono che la cultura non resti chiusa nei convegni o nei musei, ma torni a essere pane quotidiano, argomento da bar, tema scolastico, gita familiare. Perché se una civiltà ha lasciato tutto questo, è nostro compito non lasciarla sola.
Il Sud ha bisogno di molte cose, sì. Ma prima di tutto ha bisogno di riconoscersi. E le sue antiche mura — come quelle di Vaste — possono diventare specchi, e non solo recinti.
Magari, un giorno, porteremo i nostri figli lì e diremo: “Ecco, qui eravamo grandi. E possiamo esserlo ancora.”
(*) Le mura di Vaste, un tempo possenti cinta muraria dell'antica città messapica, sono oggi visibili in alcuni tratti nel Parco dei Guerrieri, situato nella frazione di Vaste, nel comune di Poggiardo. Queste mura, risalenti al IV-II secolo a.C., originariamente si estendevano per oltre 3 chilometri e presentavano cinque porte di accesso.