L’avocado che cresce tra gli ulivi
Di Antonio Bruno
C’è un frutto che arriva da lontano, da terre dove il sole non brucia mai come qui, dove l’aria è dolce e l’acqua scorre generosa. Si chiama avocado, e qualcuno ha pensato che potesse trovare casa anche nell’agro di Frigole, tra il profumo salmastro del mare e la pazienza silenziosa degli ulivi secolari.
Non è solo un frutto esotico, è una sfida. Chiede acqua, cure, attenzione ai piccoli gesti quotidiani che possono fare la differenza tra una pianta stanca e un albero che regala i suoi frutti con generosità. I contadini di una volta, abituati a vedere crescere olive e viti, guardano l’avocado con sospetto e un po’ di curiosità: è una novità che parla di futuro, ma che non dimentica la fatica del passato.
Si dice che possa prosperare anche qui, con la giusta irrigazione, con la terra ben nutrita, con mani esperte che la accarezzino e la rispettino. Ma ogni stagione porta i suoi rischi: il freddo improvviso, la siccità estiva, la pioggia che tarda. E allora impariamo anche dagli errori, come si fa con i figli, come si fa con la vita: con pazienza, con osservazione, con piccoli aggiustamenti quotidiani.
E forse, un giorno, quel frutto esotico diventerà simbolo di un’Italia che osa, che sperimenta, che non ha paura di mescolare la tradizione con l’innovazione. E noi, seduti sull’uscio della nostra casa di campagna, potremo finalmente dire: “L’abbiamo fatto crescere anche qui, tra gli ulivi, e ha trovato il suo posto nel nostro cuore.”
Per approfondire:
https://centrostudiagronomi.blogspot.com/2025/11/valutazione-della-fattibilita-della.html