LA PARITÀ SI FA SCUOLA
di Antonio Bruno
Non è un convegno qualsiasi quello che si è svolto nella sala consiliare di Palazzo dei Celestini a Lecce. Non è la solita passerella di autorità, parole, buone intenzioni. Qui, ieri, si è parlato di parità. Si è parlato di futuro. Si è parlato di ragazzi e ragazze che, domani, saranno donne e uomini dentro un mondo del lavoro che ancora oggi discrimina, ancora oggi divide, ancora oggi soffoca.
La consigliera di Parità della Provincia di Lecce, Antonella Pappadà, ha presentato i risultati del primo modulo del progetto triennale “Parità di genere nel lavoro: donne, lavoro e inclusione”. Titolo del modulo: Oltre gli stereotipi. Già il titolo dice tutto. Perché il nemico da abbattere è lì: negli stereotipi che ci insegnano fin da piccoli, nelle frasi non dette, nei ruoli già assegnati.
E i numeri parlano chiaro: l’83% degli studenti coinvolti dice di sapere di più rispetto a prima, il 95,5% si dice soddisfatto. Non sono percentuali fredde: sono teste che si aprono, occhi che vedono meglio, coscienze che si formano. E soprattutto, è la conferma che i giovani vogliono capire, vogliono sapere, vogliono crescere. Hanno fame di verità, non di favole.
Gli incontri più seguiti? Quelli sugli stereotipi e sulla violenza di genere. Non è un caso. Perché la violenza è ancora il nostro grande buio, il muro che divide uomini e donne. E parlarne a scuola significa seminare anticorpi. Significa dire a un ragazzo che il rispetto è forza, non debolezza. Significa dire a una ragazza che il consenso è un diritto, non una concessione.
Hanno parlato esperte, formatrici, dirigenti scolastici. Hanno parlato avvocate, scienziate, ingegnere, docenti universitarie. Donne che hanno fatto della propria vita un argine contro i pregiudizi. E gli studenti le hanno ascoltate, domandato, discusso. Non con il distacco di chi subisce una lezione, ma con la curiosità di chi riconosce in quelle parole una possibilità per sé.
Il progetto non si ferma. Continua con il secondo modulo, Il mercato del lavoro, e poi con il terzo, Il lavoro tra diritti e doveri. Obiettivo: accompagnare questi ragazzi e ragazze fino alla maturità, non solo scolastica, ma civile.
E qui sta il cuore della questione: non è un progetto di scuola, è un progetto di vita. Perché la parità non è un favore da concedere, né una bandiera da sventolare. È una cultura da costruire giorno dopo giorno, dentro le aule, dentro le case, dentro le fabbriche, gli uffici, le istituzioni.
Il messaggio che arriva da Lecce è forte: la parità non è un orpello, non è retorica. È necessità. È giustizia. È futuro. E questo futuro comincia tra i banchi di scuola, con ragazzi e ragazze che imparano a riconoscere i propri desideri autentici, a liberarsi dai pregiudizi, a immaginare un mondo diverso.
Un mondo in cui nascere donna non sia una condanna.
Un mondo in cui le differenze non siano catene, ma ricchezze.
Un mondo in cui la parola pari non sia un sogno, ma una realtà.