La forza silenziosa della cultura condivisa

di Redazione

C’è, nella città di Lecce, un’esperienza che merita attenzione e rispetto. Si chiama Unitre – Università delle Tre Età, e sotto la guida vigile e appassionata del dott. Giovanni Diurisi è giunta al settimo anno accademico con un’offerta culturale che ha pochi paragoni, non soltanto nel Mezzogiorno ma in tutto il Paese.

Scorrendo il calendario delle iniziative per l’anno 2025-2026 si resta colpiti dall’ampiezza degli orizzonti: filosofia, storia, medicina, scienze naturali, sociologia, economia, arte, letteratura, musica. Una trama fittissima, capace di connettere saperi diversi senza mai perdere di vista il filo conduttore: la crescita civile, intellettuale e morale di una comunità.

Si inizia con la presenza della Rettrice dell’Università del Salento, segno di un dialogo virtuoso tra istituzioni. Poi si susseguono incontri che hanno la forza di un mosaico: Frida Kahlo e i colori dell’anima, l’archeologia del monachesimo italo-greco, le grandi questioni bioetiche come la morte medicalmente assistita, l’acqua come bene universale. Non mancano riflessioni sulla Costituzione, sul giornalismo, sulla violenza ostetrica, sui rischi delle pseudoscienze.

Accanto a questi, temi che affondano le radici nella storia locale: Sigismondo Castromediano e la Lecce del suo tempo, la memoria di Tito Schipa, le feste messapiche, le vie d’acqua nelle campagne salentine. E ancora, finestre spalancate sul mondo: dalla letteratura spagnola al carnevale di Rio, dal teatro esoterico del Novecento alle più recenti scoperte dell’astrofisica.

È difficile non provare ammirazione per la pazienza organizzativa che sta dietro un simile intreccio. Il merito del presidente Diurisi e del gruppo che lo affianca non è solo aver costruito un calendario ricco, ma averlo reso accessibile, inclusivo, vitale. La cultura non come recita solenne, ma come dialogo quotidiano: una comunità che si interroga, discute, si appassiona.

In un tempo dominato da velocità e superficialità, la proposta di Unitre Lecce appare quasi controcorrente. Si rivolge non soltanto agli anziani – come a volte si immagina – ma a chiunque senta il bisogno di fermarsi e riflettere. È un antidoto contro la dispersione, un invito alla cittadinanza attiva, un luogo dove sapere e curiosità si alimentano a vicenda.

Non sorprende allora che tra i relatori trovi spazio anche la voce di chi ricorda il legame tra cultura e territorio. Così Antonio Bruno, dottore in Scienze Agrarie e sindaco della Fidaf, parlerà di “Paesaggi che parlano: rigenerazione rurale e tecnologie digitali per un futuro sostenibile nel Salento”. Un titolo che sembra riassumere l’anima stessa dell’Unitre: coniugare la memoria e la tradizione con le sfide dell’innovazione.

La cultura, scriveva Norberto Bobbio, è ciò che resta quando si è dimenticato tutto il resto. Forse è questa la ragione profonda del successo dell’iniziativa: offrire alle persone non nozioni da consumare in fretta, ma semi di consapevolezza destinati a durare.

Il calendario è lungo, e sarebbe impossibile citarne ogni perla. Ma basta aprirlo, e si comprende che dietro c’è un’idea precisa: educare non è riempire un vaso, ma accendere un fuoco. A Lecce, quel fuoco arde da sette anni e promette di illuminare ancora a lungo.

 

Indietro
Indietro

Puglia in Bosco – La natura che insegna

Avanti
Avanti

Lecce si Sorveglia da Sé .Parte il Controllo di Vicinato