La lezione di vita di Pantaleo Corvino: sogni, radici e futuro con la Borsa ‘Gina Margiotta’
di Davide Tommasi
La Borsa di Studio “Gina Margiotta”: quando scuola, sport e valori diventano eredità di vita
18 dicembre 2025, alle ore 18:30, l’Auditorium della Scuola Primaria di Vernole non è stato soltanto uno spazio fisico, ma un luogo dell’anima. Le luci, i volti, il silenzio attento del pubblico hanno creato un’atmosfera sospesa, carica di memoria, emozione e speranza. Qui, l’Istituto Comprensivo “Armando Diaz” di Vernole e Castri di Lecce ha ospitato la cerimonia di consegna della Borsa di Studio “Gina Margiotta”, istituita e finanziata dalla famiglia di Pantaleo Corvino per custodire e tramandare il ricordo della madre, Gina Margiotta.
Non è stata una semplice cerimonia: è stata una testimonianza di vita. Un momento in cui scuola, sport, cultura e territorio si sono fusi in un unico racconto collettivo, capace di parlare al cuore di tutti: studenti, genitori, insegnanti, istituzioni e cittadini. Una di quelle serate che non fanno rumore, ma restano dentro.
La Borsa di Studio “Gina Margiotta” non è soltanto un premio. È una carezza data ai giovani, un segno concreto di fiducia, un seme piantato nel futuro. Dimostra che credere in se stessi è possibile, che sognare è necessario, che impegno e sacrificio danno senso ai sogni.
La scuola come rifugio e guida
Ad aprire la serata è stato il Dirigente scolastico Pantaleo Conte, con parole che hanno restituito dignità e valore al lavoro quotidiano della scuola. Un ringraziamento sentito a tutto il personale dell’Istituto — dai collaboratori scolastici al corpo docente — che ogni giorno, spesso lontano dai riflettori, accompagna i ragazzi nel percorso più delicato: diventare persone.
“La scuola — ha ricordato il Dirigente — è il primo luogo in cui si impara a sbagliare senza paura, a rialzarsi senza vergogna, a credere nelle proprie possibilità anche quando sembrano fragili. È il luogo in cui nascono le coscienze, prima ancora delle competenze.”
Le istituzioni che scelgono di esserci
È seguito l’intervento del Sindaco di Vernole, Mauro De Carlo, che ha sottolineato come la scuola sia un luogo essenziale di educazione alla vita, capace di insegnare ai giovani il valore dello studio, della perseveranza e dei sogni, elementi indispensabili per costruire il proprio futuro.
A seguire, l’intervento del Sindaco dei Ragazzi, Gabriele De Giorgi, rieletto da pochi giorni, che ha espresso sincera gratitudine verso la famiglia Corvino. Le sue parole hanno ribadito un concetto fondamentale: una comunità cresce davvero solo quando investe nei propri giovani.
“La scuola — ha sottolineato — non è mai sola quando istituzioni, famiglie e territorio decidono di camminare insieme, condividendo responsabilità e speranze.”
Il silenzio che diventa ascolto: Pantaleo Corvino
Il momento più intenso della serata è arrivato quando Pantaleo Corvino ha preso la parola. L’Auditorium si è fatto silenzio: pieno, rispettoso, carico di attesa.
Rivolgendosi ai ragazzi, ha parlato senza maschere, con la voce dell’esperienza e del cuore. Ha ricordato che la vita non è una linea retta, ma un percorso fatto di cadute e risalite. “Cadere non è fallire, fallire è smettere di provarci”, ha detto. Ha invitato i giovani a sognare — perché sognare non costa nulla — ma anche a impegnarsi, costruire e sacrificarsi.
Ha raccontato di sé, della distanza da Vernole, dalla famiglia, dalla moglie, delle rinunce affrontate per inseguire una strada che sembrava lontana. Parole vere, pronunciate con pudore e sincerità, capaci di attraversare generazioni. Visibilmente emozionato, ha ricordato quanto dedicare questa borsa di studio alla madre Gina Margiotta rappresenti per lui un atto d’amore, memoria e riconoscenza.
In quel momento, Pantaleo Corvino non era un dirigente sportivo: era un figlio che parlava alla sua terra.
Un eroe che non alza la voce
Pantaleo Corvino è emerso come un eroe moderno: non urla, non cerca applausi, ma lascia tracce profonde. Non è un esempio da seguire per i successi sportivi, ma per i valori che incarna: lavoro, umiltà, visione, rispetto, fedeltà alle proprie radici.
È un onore averlo in questa città. Un salentino autentico, che non ha mai reciso il filo che lo lega alla sua terra e che continua a restituire ciò che ha ricevuto. Un punto di riferimento per le nuove generazioni, che possono pensare: “Se ce l’ha fatta lui, posso provarci anch’io.”
I volti del futuro
La proclamazione dei vincitori della Borsa di Studio “Gina Margiotta” – anno scolastico 2024/2025 – ha rappresentato uno dei momenti più luminosi della serata:
Gabriele Lincidiano
Sofia Garofalo
Due nomi che diventano simbolo. Due storie di impegno, costanza e passione per lo studio. Due ragazzi che oggi ricevono un premio, ma soprattutto una responsabilità: custodire e portare avanti i valori ricevuti.
Musica, simboli e memoria
La serata è proseguita tra emozioni e bellezza: interventi musicali, il suggestivo “Dizionario Corviniano”, immagini di una carriera vissuta tra Bologna, Fiorentina e Lecce, e gesti simbolici che parlano più delle parole.
La scuola ha donato a Pantaleo Corvino una targa ricordo, accompagnata da un omaggio floreale per la moglie, le figlie e la nuora: un gesto semplice, ma carico di affetto sincero.
Il saluto finale è stato affidato alla Presidente del Consiglio d’Istituto, Luigina Altamura, che, visibilmente commossa, ha consegnato La Rosa Magica. Un simbolo potente: il tempo che scorre, la bellezza interiore, la speranza, l’amore che salva. Un’immagine perfetta per una scuola che educa alla vita prima ancora che al sapere.
Ciò che resta
La cerimonia della Borsa di Studio “Gina Margiotta” si è chiusa tra applausi lunghi, sguardi lucidi e cuori colmi. Ma soprattutto, lasciando un’eredità:
Credere nei sogni dei giovani.
Seguire esempi autentici come Pantaleo Corvino.
Restare fedeli alle proprie radici.
È così che si costruisce il futuro.
Una serata che non si dimentica.
Una lezione che resta.
Una promessa silenziosa ai ragazzi di oggi e agli uomini e alle donne di domani.