“Il Medico e il Bambino Invisibile”

Di Antonio Bruno

Il mio paese aveva due medici quando ero bambino Antonio, non che adesso non lo sia comunque, solo che adesso appaio adulto agli occhi degli altri, pochissimi riescono a vedere il bambino Antonio che continua a vivere, a lottare con noi, come direbbero i vecchi giovani del ’68.

Uno dei due medici era il Dottor Federico Romano. Ogni pomeriggio lo ricordo a bordo di una Fiat 500 bianca, che si muoveva lenta tra le case dei pazienti.

Il rito casalingo per chi aveva un bambino ammalato era meticoloso: bagno preparato con cura, sapone appena scartato, asciugamani freschi di bucato, lavabo e pavimento lucidi fino a riflettere il sole. In quel luogo, il Dott. Romano avrebbe lavato le mani, prima e dopo la visita.

La visita, sì.

C’erano tantissime persone nel mio piccolo paese, uno dei tanti, e il medico era davvero “di famiglia”, uno di quelli che si potevano chiamare di sera, confidare un segreto, chiedere un consiglio.

Poi lo ricordo Sindaco. Sobrio, composto, elegante, talmente diverso dal paesello che lo circondava da apparire quasi inadeguato. Eppure era proprio questo che mi piaceva: la sua discreta nobiltà, la misura dei gesti, la calma che rassicurava.

Arrivò il Commissario e concluse la consiliatura.

Forse meriterebbe una piazza o una via in questo paese irriconoscente, che premia il potere e dimentica la misura delle persone. Il Dottor Federico Romano, persona perbene, rimane per il bambino Antonio un uomo da stimare, uno che ha saputo, anche senza proclami, essere esempio di dignità.

 

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