Il grano che torna — un bilancio d’Italia tra cicli climatici e scelte genetiche
Autore: Antonio Bruno
Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze Forestali della Provincia di Lecce
TB2018 è una varietà di grano duro selvatico geneticamente simile a Senatore Cappelli - Fonte foto: Università Statale di Milano
C’è un istante, nella lunga stagione agricola, in cui l’aria sembra tirare un respiro: si conta il raccolto, si pesa la speranza. Il 2025, per il grano duro italiano, è stato quell’istante. Una ripresa che non è soltanto statistica — da 0,81 t/ha in molte parcelle sperimentali nel 2024 a medie nazionali attorno a 6,2 t/ha nel 2025 — ma un racconto di resilienza contadina, di genetica che tiene il campo e di suoli che, dove possono, hanno restituito fiducia.
Da Sud a Nord il mosaico produttivo parla chiaro: il Meridione peninsulare (esclusi gli areali insulari) ha avuto rese più contenute (intorno a 4,68 t/ha), mentre il Centro-adriatico e il Nord toccano valori prossimi ai 7–7,6 t/ha, con aumenti marcati rispetto al 2024. La Sicilia segna un valore quasi da record per le serie della Rete, la Sardegna rimbalza con un +~2 t/ha rispetto all’anno precedente — segni evidenti che la variabilità climatica e le condizioni locali restano fattori decisivi.
Ma che cosa dice la scienza dietro questi numeri? E quanto possiamo fidarci di una Rete di prove varietali per tracciare la traiettoria futura del comparto?
1) Conferme e coerenze: il ruolo della sperimentazione e del genotype × environment
I risultati della Rete nazionale di confronto varietale (Coordinata dal CREA-CI) confermano due punti che la letteratura scientifica ha ribadito negli ultimi anni: (i) esiste una forte interazione genotipo × ambiente (GEI) che determina performance molto diverse da un areale all’altro; (ii) alcune cultivar moderne mostrano stabilità e rese elevate su più areali, mentre altre rispondono bene solo in nicchie ambientali. Studi multi-annuali e review recenti mostrano come la variabilità temporale e spaziale richieda sistemi di valutazione estesi e ripetuti nel tempo per selezionare varietà con reale adattamento.
Caso di studio 1 — prove pluriennali in Italia meridionale
Una analisi su più stagioni condotta in aree del Sud Italia ha mostrato come le prestazioni delle varietà varino ampiamente e come la stabilità sia fondamentale per mitigare anni estremi (siccità/perdite di resa). Questi risultati supportano l’approccio della Rete CREA, che testa le cultivar in un ventaglio di condizioni reali.
2) Qualità vs quantità: il problema sottile della qualità tecnologica del grano
Se la quantità è tornata — e in certi casi è cresciuta molto — la qualità rimane una variabile non scontata. Esperienze recenti internazionali mostrano come condizioni meteorologiche favorevoli possano aumentare la resa ma incidere sui parametri proteici e sulla qualità panificabile/pastificabile. È un tema di rilievo per la filiera pastaia italiana, dove la domanda non è solo tonnellate ma parametro proteico e forza della farina.
3) Innovazione agronomica e pratiche: cosa hanno contato nel 2025
La ricerca e i progetti applicati (es. BioDURUM e altri progetti nazionali) mostrano che scelte come la gestione della lavorazione minima, rotazioni più attente, e l’uso mirato di biostimolanti o pratiche conservative possono migliorare la resilienza e la produttività media. L’incontro specialistico “From Seed to Pasta” e le attività del Gruppo Durum indicano come la comunità scientifica e tecnica stiano spingendo verso pratiche più sostenibili e varietà con maggiore stabilità.
Caso di studio 2 — sperimentazioni su pratiche conservative
Prove condotte in contesti mediterranei indicano che la transizione verso conservazione della sostanza organica e minore lavorazione può mantenere rese competitive e migliorare resilienza idrica, ma la risposta è fortemente locale e dipende dal suolo e dal clima. Questo spiega perché i risultati della Rete mostrano grandi differenze anche tra regioni relativamente vicine.
4) Allarme price & mercati: più grano non vuol dire più ricavo
Un paradosso appare sul mercato: in alcune analisi giornalistiche e di settore il 2025 vede un aumento della produzione ma nel contempo pressioni al ribasso sui prezzi pagati al produttore. Tradotto: la redditività rimane un tema aperto; la politica agricola e gli accordi di filiera dovrebbero guardare non soltanto alla resa ma al valore aggiunto.
5) Cosa manca — limiti e cautela nell’interpretare i risultati 2025
La Rete fornisce dati essenziali, ma la letteratura ricorda due limiti: (i) i risultati su un solo anno (o su pochi anni) rischiano di sovrastimare l’effetto di condizioni meteorologiche favorevoli; (ii) la qualità tecnologica (proteine, g/kg, alveografici) e la durabilità della resa richiedono misure integrate nel tempo. Per decisioni di semina serve continuare le prove multiennali, integrare indicatori di qualità e valutare scenari climatici futuri.
In sintesi (quel che un contadino, un ricercatore e un giornalista dovrebbero prendere nota)
I numeri 2025 sono una buona notizia: la media nazionale riportata dalla Rete e ripresa dalla stampa specializzata indica un salto rispetto al quinquennio precedente; ma è un segnale da leggere con prudenza
La variabilità territoriale ribadisce che non esistono cure universali: alcune varietà (es. Calvino, Antalis, Fuego e altre citate dalla Rete) hanno mostrato adattamento multi-areale, ma la scelta locale rimane cruciale.
Bisogna guardare oltre alla resa: qualità, prezzo e sostenibilità sono l’altro lato della medaglia. Le politiche e le filiere devono accompagnare le aziende in percorsi di valore.
Casi di studio / riferimenti pratici citati nel confronto
Rete nazionale di confronto varietale frumento duro 2024–25 — resoconto e dati sintetici (report e articolo su L'Informatore Agrario). Informatore Agrario+1
Progetto BioDURUM e relazioni tecniche su prove varietali in collaborazione con CREA. sinab.it
Studio pluriennale su 41 varietà nel Sud Italia — analisi di stabilità e GEI (Frontiers/Agronomy 2024). Frontiers
Review su evoluzione varietale e prospettive di miglioramento genetico in Italia (MDPI, 2023). MDPI
Atti e programma del convegno From Seed to Pasta (Bari 2025) — sessioni su pratiche agronomiche e caratteri di resa di fragiliere. fromseedtopasta.com
Bibliografia selezionata (documenti, articoli e risorse consultate)
Le migliori varietà di grano duro per le prossime semine, L'Informatore Agrario — articolo/report sulla Rete nazionale di confronto varietale (annata 2024–25). Informatore Agrario+1
CREA — Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali: pagina istituzionale e report attività (Rete frumento duro). Crea
Sellami, M.H. et al., Assessing temporal variability in durum wheat performance and stability through multi-trait mean performance selection in Mediterranean climate — Frontiers in Agronomy (2024). Frontiers
Careddu, M.L., Lessons from the Varietal Evolution of Durum Wheat in Italy, Agronomy (MDPI) (2023). MDPI
Progetto BioDURUM — relazione e report tecnici sulle sperimentazioni (Sinab/partner, 2018–2019 e aggiornamenti). sinab.it
Documenti e atti del convegno From Seed to Pasta (Bari, 24–27 settembre 2025) — sessioni su resa potenziale e pratiche conservative (Pecchioni, Flagella, ecc.). fromseedtopasta.com
Analisi di mercato e notizie sul 2025 per il grano duro in Italia (sintesi stampa e report di settore, 2025). Italianfood.net+1
Review su produttività del grano duro e impatti climatici (varie riviste e rapporti 2023–2025). ScienceDirect+1