Emergenza Educativa, Bullismo e Cyberbullismo: la Scuola Genitori fa rete per educare al rispetto
Settima edizione promossa dall’Associazione Mani Solidali in collaborazione con CSV Brindisi Lecce
di Davide Tommasi
In un tempo attraversato da crisi educative, solitudini giovanili e nuove forme di violenza psicologica, la parola "educazione" torna al centro del dibattito grazie a iniziative come Scuola Genitori, giunta alla sua settima edizione, promossa dall’Associazione Mani Solidali, con il sostegno del CSV Brindisi Lecce ETS.
Il tema del bullismo e del cyberbullismo, trattato come emergenza educativa, è stato affrontato da esperti di alto profilo che hanno dato vita a un incontro denso di contenuti, riflessioni e strumenti operativi. Il convegno ha rappresentato un punto di incontro tra mondo educativo, genitoriale, scolastico e sociale, in una prospettiva di rete e responsabilità condivisa.
Cosimo Valzano: voce e visione dell’Associazione Mani Solidali
A fare gli onori di casa e a moderare l’incontro è stato Cosimo Valzano, rappresentante dell’Associazione Mani Solidali, realtà attiva da anni sul territorio salentino nel contrasto alle forme di disagio minorile, nella promozione della cultura della solidarietà e dell’educazione alla legalità.
Nel suo intervento introduttivo, Valzano ha tracciato la rotta dell’iniziativa, sottolineando quanto sia urgente oggi tornare a parlare di educazione alla cittadinanza, empatia e responsabilità. "Scuola Genitori non è un evento isolato, ma parte di un cammino condiviso, nato dall'ascolto dei bisogni reali delle famiglie e dei docenti", ha dichiarato, invitando tutti a essere parte attiva del cambiamento.
Anna Sava: pedagogia e psicopatologia per comprendere il disagio
Tra gli interventi più illuminanti quello della dottoressa Anna Sava, pedagogista, formatrice e specialista in psicopatologia dell’apprendimento, con una lunga esperienza a fianco di minori con difficoltà evolutive e disturbi comportamentali.
Sava ha approfondito le dinamiche psicologiche e sociali alla base del bullismo, distinguendo tra il disagio degli aggressori e quello delle vittime, spesso accomunati da un vuoto relazionale profondo. Ha inoltre fornito ai genitori strumenti pratici per riconoscere i segnali precoci di disagio, come il ritiro sociale, l’aggressività inusuale, il calo del rendimento scolastico.
“L’alleanza educativa tra genitori e scuola – ha affermato – è il primo argine contro l’indifferenza. Solo con una comunità educante possiamo arginare le nuove fragilità e offrire ai ragazzi modelli di relazione sani e positivi.”
Mariagrazia Morelli: l’esperienza della scuola tra difficoltà e speranze
Molto significativo anche l’intervento della professoressa Mariagrazia Morelli, docente dell’Istituto Tecnico Superiore “Costa” di Lecce, che ha condiviso l’esperienza concreta del mondo della scuola nel fronteggiare episodi di bullismo e cyberbullismo.
Morelli ha raccontato il vissuto quotidiano di docenti e studenti, tra segnalazioni, protocolli di intervento, progetti educativi e la necessità costante di formazione continua del personale scolastico. Ha sottolineato come sia fondamentale “andare oltre la punizione”, lavorando invece su percorsi di giustizia riparativa, ascolto e rielaborazione dei comportamenti aggressivi.
“Siamo in prima linea – ha detto – ma spesso da soli. La rete tra scuola, famiglia e territorio deve essere rafforzata con strumenti concreti e con un dialogo costante.”
Luigi Conte: il CSV come presidio di comunità e cittadinanza attiva
A chiudere il cerchio è stato Luigi Conte, presidente del CSV Brindisi Lecce ETS, che ha delineato il ruolo del Centro Servizi per il Volontariato come ponte tra cittadinanza attiva e istituzioni, tra mondo del volontariato e bisogni educativi.
Il suo intervento ha messo in evidenza il potenziale del terzo settore nel promuovere percorsi di educazione civica e legalità, grazie alla sinergia tra associazioni, scuole e famiglie. "Iniziative come questa sono un modello virtuoso di corresponsabilità educativa – ha sottolineato – perché il bullismo si vince con l’inclusione, non con l’isolamento."
I partner dell’iniziativa: Udicon Puglia e Movimento MaBasta
Al fianco di famiglie e scuole per promuovere diritti, consapevolezza e cultura del rispetto
Un valore aggiunto dell’edizione 2025 di Scuola Genitori è stata la significativa partecipazione dei partner dell’iniziativa, in particolare Udicon Puglia e il Movimento MaBasta, due realtà che, seppur con missioni differenti, condividono un impegno concreto nel promuovere la consapevolezza civica e contrastare ogni forma di prevaricazione, dentro e fuori dalla rete.
Udicon Puglia, Unione per la Difesa dei Consumatori, da anni attiva sul fronte della tutela dei diritti, ha portato in campo la sua esperienza anche in ambito digitale, dove la protezione dei minori e la promozione di un uso consapevole della tecnologia rappresentano oggi delle vere e proprie sfide educative. L’associazione sostiene progetti di informazione per le famiglie e i giovani sui rischi della rete, le trappole del cyberbullismo e la responsabilità online, promuovendo percorsi di alfabetizzazione digitale e cittadinanza attiva.
Particolarmente coinvolgente è stato il contributo del Movimento MaBasta (Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti), rappresentato da uno dei suoi referenti, che ha condiviso con il pubblico la storia della nascita del movimento: un progetto nato proprio tra i banchi di scuola, dall'iniziativa coraggiosa di un gruppo di studenti salentini, decisi a non restare indifferenti di fronte ai fenomeni di bullismo che colpivano i loro coetanei.
Attraverso un racconto autentico e toccante, il rappresentante di MaBasta ha ripercorso le tappe principali del percorso del movimento, le difficoltà affrontate, le resistenze incontrate e, soprattutto, le storie vere di dolore e riscatto che hanno segnato la missione del gruppo. Chiamati in causa da episodi concreti di bullismo e cyberbullismo all’interno delle scuole, questi giovani hanno deciso di fare la differenza, creando modelli alternativi di convivenza, rispetto e solidarietà tra pari.
Uno degli elementi centrali illustrati è stato l’uso della peer education, ovvero l’educazione tra pari, che permette ai ragazzi di parlare ai ragazzi, con un linguaggio più diretto, credibile ed efficace. Campagne social, laboratori nelle scuole, testimonianze pubbliche: ogni iniziativa del movimento MaBasta dimostra quanto sia possibile, se ben supportati, trasformare la rabbia e l’indifferenza in azione, cambiamento e comunità.
Il messaggio finale, forte e chiaro, lanciato dal palco è stato: “Tutti possiamo fare qualcosa. Nessuno deve restare in silenzio.”
Una testimonianza che ha emozionato il pubblico presente e che ha dato voce al cuore stesso dell’iniziativa: educare non è solo un dovere degli adulti, ma un compito che deve coinvolgere attivamente anche i ragazzi, rendendoli costruttori consapevoli del proprio presente e del proprio futuro.