ELEZIONI REGIONALI MAZZEI Troppi nodi irrisolti in Puglia

Decaro non ha nulla di nuovo”. Intervista a Luigi Mazzei, candidato al Consiglio regionale

vicecommissario regionale di Puglia Popolare, dirigente pubblico di lungo corso, scende in campo nella lista della Lega, che per l’occasione si apre ai moderati. La battaglia è tutta da giocare.

Svetta la bandiera di Puglia Popolare anche in queste elezioni regionali. Lei è il candidato bandiera di PP in una lista che mette insieme diverse anime. Quali sono i valori che lei mette in campo?

“I nostri valori sono i valori legati ad una presenza attenta e costante sul territorio, ad una coerenza rispetto ai bisogni della nostra gente, ad una preoccupazione assidua per la crescita di una terra trascurata, maltrattata e mortificata nelle sue legittime aspirazioni di sviluppo. Un vera idea popolare”.

Decaro vuole cercare di dare l’impressione della discontinuità, ma così facendo non rinnega il passato, dopo aver fatto fuori il suo padre politico? Come si pone il centrodestra rispetto a quest’atteggiamento?

“È proprio questa ambiguità che noi vogliamo far emergere perché è chiaro che i pugliesi non possono essere presi in giro. Non si può vendere un prodotto usato spacciandolo per una primizia. Decaro crede di essere libero, ma ha troppe ombre che gravano alle sue spalle, l’ombra di personaggi ingombranti che hanno già avuto la loro occasione e l’hanno sprecata a tutto danno di una regione che ancora sconta ritardi e difetti ai quali dovremo porre rimedio”.

Ci dica quali sono i grandi nodi irrisolti della Puglia e che tipo di interventi si possono fare?

“Uno dei tanti nodi è quello della Sanità che non funziona, che ha esposto alcuni territori ad una assoluta carenza di cura e assistenza, che costringe ancora oggi la gente a doversi curare altrove con i viaggi della speranza, ovvero fuori dalla Puglia.
Poi c’è il problema dei trasporti che condanna alla marginalità le nostre province periferiche, in particolare quella di Lecce, priva di scali aeroportuali e con tratte ferroviarie antiquate e inefficienti.
C’è un tema agricoltura, vessato dai tributo 630 preteso dai Consorzi di Bonifica senza dare alcun servizio, un argomento che merita di essere trattato a parte. Ci sarebbe tanto altro, ma non finirei più”.

Passiamo alla tematica del lavoro: è un emorragia, perdiamo giovani che non tornano più. C’è una visione per dare delle risposte a questo enorme problema?

“Lo spopolamento di città e paesi della Puglia è una realtà con la quale fare i conti, non è possibile accettare passivamente una prospettiva che porta inevitabilmente e inesorabilmente all’impoverimento del nostro territorio sotto il profilo lavorativo e occupazionale, perché più persone vanno a cercare lavoro al Nord più il Sud vedrà aumentare il divario economico e sconterà la minor densità di investimenti.

Cosa può fare la Regione per far crescere il lavoro?

“La Regione può fare tanto perché gli investimenti in materia di turismo, ambiente e formazione sono punti cardine di ogni piano di sviluppo economico. Una formazione che deve essere legata alle esigenze delle aziende per preparare le professionalità richieste dal mercato. Abbiamo assistito solo ad uno spreco di risorse senza nessuna ricaduta occupazionale e lasciata monca l’azione meritoria dei Centri per l’impiego”.

Non abbiamo risolto il guaio delle liste d’attesa e dei pronto soccorso in tilt. Esiste una soluzione?

“Partirei dalla riorganizzazione del personale e dall’implementazione della pianta organica di medici e infermieri, le competenze non mancano e non mancano le strutture, solo che andrebbero rivitalizzate e messe a servizio di tutti, come esige una società evoluta e progredita. Razionalizzare il sistema delle Guardie mediche accentrando nei distretti sanitari la loro presenza porterebbe ad un primo soccorso territoriale che consentirebbe di smaltire i codici bianchi e verdi riducendo il carico dei pronto soccorso ospedalieri”.


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