Diventare come la piccola lumaca gialla: l’arte di sciogliersi e rinascere

di Antonio Bruno

C’è un momento, nel cuore della natura, in cui tutto sembra fermarsi.
Il vento sospira tra le foglie.
Un uccello appare silenzioso tra i rami e ti osserva.
Non chiede nulla, non giudica. È lì, semplice presenza viva. Ti invita ad esserci anche tu: non pigro, non distratto, non agitato. Solo aperto, ardente, capace di sentire.

Gli animali non hanno bisogno di schemi o regole per adattarsi. Sono parte del mondo, come l’acqua che scorre o la luce che cambia. Vivono senza separarsene, senza tentare di dominarlo. Sono mondo, interamente.

E poi ci sono i miracoli invisibili. Come quello di una minuscola lumaca gialla: un organismo chiamato Physarum polycephalum. Nessun cervello a comandarla, solo cellule che si muovono insieme, in armonia spontanea. Quando il tempo cambia, quella stessa creatura si dissolve in migliaia di vite indipendenti. Si crea e si distrugge senza capi, senza gerarchie: pura libertà di essere.

Questa lumaca è un invito alla flessibilità, alla capacità di lasciare andare ciò che sembra fisso e identitario. È una maestra di trasformazione: un corpo che non teme di dissolversi pur di continuare a vivere in altre forme.

Noi umani, invece, spesso viviamo chiusi nei nostri ruoli, nelle nostre ansie, nei pensieri che corrono senza tregua. La natura ci offre un’altra via: fermarci, osservare, ascoltare. Praticare il silenzio come fanno gli animali, che non si chiedono se sono adeguati. Lo sono, perché semplicemente sono.

Meditare nella natura diventa allora un atto d’amore: per l’uccello che passa, per la lumaca che si dissolve, per il vento che cambia direzione senza chiedere permesso. È un invito a sciogliere anche noi le rigidità, ad abbandonare le etichette, a tornare vivi tra i vivi.

Respirare. Sentire. Lasciare andare.
Scoprire che la natura non è fuori da noi, ma dentro di noi.
E che in questo silenzio condiviso possiamo ritrovare la parte più vera di noi stessi.

La lumaca che si scioglie

C’era una volta una minuscola lumaca gialla che viveva nella lettiera umida di un bosco antico.
Non aveva fretta, non aveva un cammino preciso: strisciava lentamente, lasciando dietro di sé una traccia di luce, come se il sole avesse deciso di seguirla nel cuore dell’ombra.

Un giorno, un uomo che meditava sotto un albero la vide passare. La osservò muoversi con grazia, quasi danzando tra le foglie.
“Piccola creatura – sussurrò – qual è il tuo segreto? Dove stai andando?”

La lumaca si fermò. Non parlava con la voce, ma la sua presenza era risposta.
Poi accadde qualcosa di incredibile: il suo corpo iniziò a dissolversi, trasformandosi in migliaia di piccole cellule che si dispersero in ogni direzione. In pochi istanti non rimase più nulla, se non una sottile umidità che brillava come rugiada.

L’uomo chiuse gli occhi e sentì dentro di sé una voce silenziosa:
“Non sono una, sono molte. Non sono fissa, sono vita che cambia.
Tu, umano, tieni stretto ciò che credi di essere. Io invece mi sciolgo e divento tutto. Anche tu puoi farlo.”

Allora l’uomo sorrise e respirò profondamente.
Il bosco sembrava più ampio, e per la prima volta sentì di essere parte di qualcosa che non aveva confini.

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