CRITA – FESTIVAL DELLE ARTI

Doppio appuntamento con “Crita. Festival delle arti” a cura della cooperativa Ventinovenove: martedì 5 agosto a Galatone, Paola Roscioli con “Lireta. A chi viene dal mare” e mercoledì 6, a Cutrofiano, porta in scena “Digiunando davanti al mare”


Lireta Katiaj, una migrante. La sua storia è diventata uno spettacolo di Mario Perrotta, “Lireta. A chi viene dal mare”, interpretata da Pola Roscioli in scena martedì 5 agosto a Galatone, nell’atrio di Palazzo Marchesale, alle 21 (biglietti: 8 euro), un appuntamento del ricco cartellone di  “Crita – Festival delle arti”, rassegna itinerante dedicata al teatro, alla musica e alla danza, a cura della cooperativa Ventinovenove, con la direzione artistica di Gabriele Polimeno e Mary Negro.


"Lireta. A chi viene dal mare" racconta la storia di Lireta Katiaj, una donna che ha affrontato la traversata del mare per cercare una nuova vita. Lo spettacolo, tratto dal suo diario, unisce l'invenzione teatrale con la realtà dei luoghi e dei volti legati al fenomeno migratorio. Il testo è arricchito dalla presenza di musica e suoni che contribuiscono a creare un'atmosfera emotiva e coinvolgente. 

"Lireta. A chi viene dal mare" non è solo la storia di una singola persona, ma un racconto corale che riflette le esperienze di molti migranti, utilizzando il diario di Lireta come punto di partenza per esplorare il tema dell'immigrazione in modo profondo e toccante. Il progetto teatrale è nato dalla volontà di unire l'arte con la realtà, dando voce a chi spesso non ne ha.


Mercoledì 6 agosto, alle 21, a Cutrofiano, in Piazza Municipio (ingresso con prenotazione e offerta libera) Giuseppe Semeraro porta in scena “Digiunando davanti al mare”, della compagnia Principio attivo teatro, con i testi di Francesco Niccolini, ispirato a un frammento delle vicende umane di un gigante dimenticato, Danilo Dolci, attraverso il corpo nudo del teatro.

La figura di Danilo Dolci sfugge a qualsiasi tentativo di classificazione: poeta, intellettuale, pedagogo. Dopo un breve viaggio in Sicilia decide di ritornarci e di mettersi al fianco degli ultimi, dei diseredati, dei banditi come li chiamava lui stesso. Negli anni cinquanta organizza e promuove tantissime manifestazioni e scioperi in difesa dei diritti dei contadini, dei pescatori, dei disoccupati. Il suo attivismo gli valse due candidature a premio Nobel per la pace e il riconoscimento a livello internazionale del suo operare. Sempre in quegli anni con i contadini progetta e realizza una radio clandestina, un asilo, una diga, l'università popolare insieme a tanti progetti culturali. Quello che più mi interessa in questa figura sono le sue qualità umane, il suo grande potere comunicativo e soprattutto la fiducia che sapeva spargere attorno a sé. Qualità che gli permisero di creare un grande movimento popolare che sfociò nel grande “Sciopero alla rovescia”; manifestazione che rivendicava il fatto che dei disoccupati per protesta andavano a lavorare rendendosi utili in lavori per la collettività. Danilo Dolci voleva, con i disoccupati Siciliani, ricordare all'Italia intera che per la Costituzione Italiana il lavoro è un diritto ma anche un dovere se questo lavoro ha un’utilità pubblica. Durante la manifestazione Danilo Dolci fu arrestato assieme ad alcuni collaboratori, ne seguì un processo che segnò un profondo spartiacque nell'Italia del dopoguerra.


CRITA – FESTIVAL DELLE ARTI

“Piantati in asso” è il tema dell’ottava edizione di “Crita – Festival delle arti”, che fino a metà settembre fa tappa a Galatone, Bagnolo del Salento, Collepasso, Cutrofiano e Maglie. Il tema di quest’anno gioca con la parola “Asso” che dà il nome al fiume che attraversa il territorio salentino toccando tutti i Comuni coinvolti, conosciuto come Canale dell’Asso. Un'edizione dedicata all'acqua generatrice del ciclo di rinascita, abitando il territorio del fiume più lungo del Salento con un programma di spettacoli che promuove i borghi e le comunità delle aree interne. “Piantati in asso”, in questo caso, porta con sé il senso dell’espressione che indica l’abbandono senza preavviso ma assume anche il significato di radicamento, “è l'orgoglio del legame con la nostra terra del Sud”, spiegano i direttori artistici Mary Negro e Gabriele Polimeno, “con la consapevolezza di aspettare treni che forse tarderanno a passare. L'acqua, inoltre, è un bene primario come del resto siamo convinti che lo siano la cultura e l'arte: tutte possono dissetare l’essere umano”.


La rassegna che mira a proporre un’offerta culturale e teatrale di qualità nelle aree più periferiche. Il nome “Crita” deriva da un termine tipico del dialetto locale che ha una doppia valenza: il “critare” è l’atto del gridare e del farsi sentire. Ma significa anche “creta”, argilla, materia tipica del territorio dalla cui lavorazione nascono manufatti artigianali che da sempre identificano il Salento dalle mille sfaccettature creative. Negli anni ha assunto un’altra valenza, ovvero trasformare i luoghi non usuali per il teatro o l’arte, vestendoli con “nuovi abiti” come le piazze, i frantoi, palazzi storici e altri, ospitando letterati, filosofi, musica da camera educando la comunità a viverli diversamente. Il primo artista a raccogliere la sfida fu l’attore e regista salentino, il premio UBU Mario Perrotta a cui si sono aggiunti in seguito Gianni Ciardo, Redi Hasa, Christian Di Domenico, Maria Mazzotta, Angela De Gaetano, Fabrizio Saccomanno, Franco Ferrante, Daniela Baldassarra, Mauro Racanati, Luciano Trombetta e molti altri.


Crita – Festival delle arti è una rassegna di teatro, musica e danza itinerante ideata e diretta da Gabriele Polimeno e Mary Negro, con la produzione della cooperativa Ventinovenove. Partner della manifestazione i Comuni di Collepasso, Cutrofiano, Galatone, Bagnolo del Salento, Maglie e altre realtà private e istituzionali: Zeronovenove, Jata Aps, Arti Puglia, Legacoop Puglia, Distretto Puglia Creativa, Cresco, Assitej e Puglia Culture.



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