Ciclovia Adriatica Salentina: una scommessa di futuro. L’incontro di Palazzo dei Celestini
Di Antonio Bruno
Lunedì 22 settembre, alle ore 12.30, nella sala consiliare di Palazzo dei Celestini a Lecce, la Provincia ha convocato un incontro pubblico dall’importanza strategica: promuovere, insieme ai 22 Comuni attraversati dal tracciato, la realizzazione della Ciclovia Adriatica Salentina.
È un appuntamento che merita l’attenzione di amministratori, associazioni, appassionati di cicloturismo, ma soprattutto dei cittadini, perché quella ciclovia potrà diventare non solo infrastruttura, ma simbolo di sviluppo sostenibile, identità locale e coesione territoriale.
Che cos’è la Ciclovia Adriatica (e cosa significa “Salentina”)
Per comprendere l’incontro, è utile ricapitolare il progetto di base:
La Ciclovia Adriatica è un’arteria ciclabile interregionale che intende collegare Trieste a Santa Maria di Leuca, costeggiando il mare Adriatico lungo circa 1.300 km (con varianti interne) .
Nel Salento, il “ramo salentino” di questa grande direttrice europea/nazionale cerca di adattarsi alle specificità del territorio: coste, borghi, territori rurali, dorsali interne. L’obiettivo è creare un “asse” cicloturistico che valorizzi le risorse locali, colleghi connettività e accoglienza turistica.
Alcune esperienze integrate affini — come la “Ciclonica” — mostrano il potenziale di percorsi ad anello nel Salento, con tappe giornaliere agevoli e paesaggi che cambiano continuamente (mare, campagne, borghi) .
La Ciclovia Salentina, però, non è solo un turismo lento: è uno strumento per la mobilità sostenibile, per collegare le comunità costiere con l’entroterra, per dare continuità a un’idea di territorio che non sia solo “balneare”.
Perché questo incontro è cruciale
Coordinamento istituzionale — Convocare tutti i 22 Comuni interessati è un segnale forte: non si può realizzare un itinerario di questo respiro se ciascuno fa per sé. Serve una visione unitaria e una governance condivisa.
Partecipazione e visione dal basso — Non bastano i tecnici e i burocrati: le associazioni di ciclisti, ambientalisti, operatori turistici, comitati locali devono poter intervenire e portare istanze concrete.
Definizione del tracciato e fattibilità — Le sfide sono molte: tratti costieri, diritti di passaggio, stabilità del suolo, interferenze con il traffico automobilistico. È necessario che il percorso sia pensato realisticamente, senza retorica.
Risorse e finanziamenti — Il percorso integrato dovrà attingere a fondi europei, regionali, PNRR. La Provincia deve mostrare che ha capacità progettuali e credibilità per attrarli.
Impatto sul territorio e sul turismo — Una ciclovia ben fatta può generare una filiera: accoglienza, mobilità dolce, ristorazione, servizi per cicloturisti. Non è un costo: può essere un investimento con ritorni economici e sociali duraturi.
Quali temi è opportuno che vengano affrontati
Il tracciato: costiero, misto o ibrido? Quali varianti interne?
Le connessioni locali: ramificazioni verso i borghi, collegamenti con altri itinerari già esistenti.
Le sezioni critiche: dove la viabilità esistente è pericolosa o incompleta.
Le modalità di manutenzione e gestione: chi fa che cosa?
I servizi per il cicloturismo: punti sosta, officine, alloggi per ciclisti, segnaletica.
Le modalità di partecipazione e consultazione locale, affinché l’opera non sia percepita come imposta, ma come plasmata con il consenso del territorio.
Palazzo dei Celestini: luogo simbolico
Scegliere Palazzo dei Celestini come sede dell’incontro non è casuale. Il palazzo, cuore amministrativo della Provincia, è anche simbolo del governo locale e della storia barocca della città. Ospita oggi uffici della Provincia e della Prefettura.
Un incontro lì indica che il tema è “muscolare”, non marginale.
Un invito alla partecipazione
Cari cittadini, appassionati, operatori, amministratori: l’incontro del 22 settembre è un’occasione che non va persa.
Se siete interessati a pedalare, a far crescere percorsi ciclabili, a valorizzare il Salento con sostenibilità e qualità, venite: portate le vostre idee, le vostre esperienze, le vostre perplessità.
Chiedete che siano predisposte fasi di ascolto territoriale, mappe condivise, momenti pubblici nei vari Comuni.
Chiedete impegni chiari su tempi, fondi, competenze. Non basta una promessa: vogliamo un cronoprogramma operativo.
In un tempo in cui molti territori del Sud aspirano a uscire dalla marginalità infrastrutturale, una ciclovia non è un vezzo: è una frontiera di libertà, identità e rinascita. Che il Salento pedali verso il futuro.