Calimera celebra San Brizio

di Davide Tommasi

La festa patronale del 28-29 luglio tra devozione, musica e storia locale

Come accade ogni anno, anche in questo 2025, Calimera si prepara a vivere uno dei momenti più sentiti e identitari della propria tradizione religiosa e culturale: la festa patronale dedicata a San Brizio, figura venerata da secoli e profondamente radicata nel cuore della comunità. Si tratta di una celebrazione che, pur affondando le sue radici in tempi lontani, continua a rinnovarsi anno dopo anno, unendo generazioni diverse attorno alla devozione per il santo e alla bellezza di una festa che abbraccia l’intero paese.

Le giornate del 28, 29 e 30 luglio vedranno Calimera animarsi di luci, suoni, preghiere e condivisione, grazie all’impegno costante e appassionato del Comitato Feste Pro Loco Calimera, che ha voluto anche quest’anno proporre un programma capace di accontentare tutti i gusti, offrendo momenti spirituali, spettacoli di grande impatto visivo e appuntamenti musicali di qualità.

Processione, fuochi e luminarie musicali: il cuore della festa

Il momento culminante delle celebrazioni sarà come sempre la grande processione del 29 luglio, che vedrà la statua di San Brizio percorrere le vie principali del paese tra canti, preghiere e un’ampia partecipazione popolare. Si tratta di un appuntamento profondamente sentito dalla comunità calimerese, un gesto collettivo di fede e memoria che rinnova ogni anno il legame tra il santo e il suo popolo.

Tra i momenti più attesi, durante il passaggio della processione in via Napoli, ci sarà una suggestiva accensione piromusicale, uno spettacolo che unisce fuochi d’artificio e musica, creando una sinfonia di luci e suoni in grado di toccare le corde più profonde dell’emozione. Lo spettacolo sarà curato dalla ditta Cosma di Monteroni, rinomata per la qualità delle sue scenografie pirotecniche.

La scenografia luminosa della festa sarà invece affidata all’estro e all’esperienza della ditta De Cagna, eccellenza salentina nel settore delle luminarie artistiche. Le installazioni, che saranno accese sia il 28 che il 29 luglio, trasformeranno Calimera in un percorso incantato di luci, riflessi e colori, valorizzando scorci, piazze e vie con giochi di luce pensati per esaltare la bellezza del contesto urbano e il valore simbolico della festa.

Uno dei momenti più spettacolari sarà senz’altro, al termine della processione, il rientro della statua di San Brizio in Chiesa Madre, quando si darà il via alla grande accensione musicale delle luminarie, un momento magico che unisce la maestria tecnica al sentimento collettivo di gratitudine e devozione.

Musica e tradizione: dalla banda alla pizzica giovane

Non mancherà, come da tradizione, l’accompagnamento musicale, affidato inizialmente alla banda cittadina, che con le sue marce sinfoniche accompagnerà i momenti liturgici e civili, creando un ponte tra la storia e il presente.

La serata del 30 luglio sarà invece dedicata alla musica dal vivo, con l’esibizione del gruppo giovanile Taranta Project, che porterà sul palco uno spettacolo di pizzica salentina contaminata da sonorità moderne, coinvolgente e vibrante, capace di riunire in piazza pubblico di ogni età, all’insegna della danza, della condivisione e dell’orgoglio per le radici culturali del territorio.

La leggenda di San Brizio: un miracolo che unisce fede e identità

La figura di San Brizio, pur non essendo tra le più note nel panorama della santità cristiana, occupa un posto speciale nella memoria collettiva di Calimera. La sua storia, tramandata oralmente di generazione in generazione, è intrisa di fede, mistero e gratitudine.

Secondo la leggenda, un soldato romano di nome Cordulo, durante una traversata in mare, fu colto da una violenta tempesta e si trovò sul punto di perdere la vita. In quel momento disperato, invocò San Brizio, che gli apparve in sogno e gli indicò un punto preciso della riva dove avrebbe trovato salvezza. Seguendo le indicazioni ricevute in visione, Cordulo riuscì a mettersi in salvo, approdando sulle coste salentine.

Giunto a Calimera, raccontò il miracolo alla popolazione e, per riconoscenza, donò tutti i suoi beni alla comunità, consacrandoli alla figura del santo che lo aveva salvato. Da allora, San Brizio venne riconosciuto come patrono del paese, e la sua festa, fissata al 29 luglio, divenne un appuntamento annuale di devozione e gratitudine.

Una devozione viva e radicata

La devozione a San Brizio è ancora oggi fortissima. Nonostante sia un santo poco conosciuto al di fuori del contesto locale, la sua presenza spirituale a Calimera è profonda e costante, incarnata nella quotidianità dei suoi abitanti, nella trasmissione orale della sua leggenda, nei riti religiosi e nelle celebrazioni popolari.

San Brizio fu discepolo di San Martino e lo succedette come vescovo di Tours, in Francia. La sua figura è anche simbolicamente legata alla tradizione contadina del paese: la sua festa cade in coincidenza con la raccolta delle verze, da cui l’antico detto popolare “San Brizio delle verze”, che ancora oggi viene ricordato nelle famiglie calimeresi.

Tradizione e futuro: una festa per tutti

La festa patronale di San Brizio rappresenta per Calimera molto più di una semplice ricorrenza religiosa: è una manifestazione dell’identità collettiva, un’occasione per ritrovarsi come comunità, per raccontarsi e riconoscersi, per accogliere chi torna al paese e chi lo scopre per la prima volta.

Grazie all’impegno instancabile del Comitato Feste, del Comune, delle associazioni locali e di tanti volontari, la festa si rinnova ogni anno, portando avanti la memoria del passato e aprendosi al presente, con una programmazione capace di unire sacro e profano, solennità e leggerezza, tradizione e innovazione.

Anche quest’anno, tra le luci delle luminarie, la forza dei fuochi piromusicali, la musica della banda e l’energia travolgente della pizzica, Calimera renderà omaggio al suo patrono, testimoniando con entusiasmo e gratitudine la propria fede, la propria storia e il proprio orgoglio di comunità viva, consapevole e in cammino.

Indietro
Indietro

Il Paesaggio Rubato

Avanti
Avanti

Negli anni dell’Impressionismo