BASTA PIAGNISTEI AGRICOLI: SE USI LA CHIMICA, PAGHI E RISPONDI
di Antonio Bruno
L’Europa concede un altro anno di tregua ai coltivatori di pesticidi: i registri digitali sull’uso dei fitofarmaci slittano al 2027. La solita sceneggiata: “mancano Internet e competenze informatiche”, “non ce la facciamo”, “troppa burocrazia”.
Basta. Gli imprenditori agricoli che piangono per ogni obbligo sembrano sempre più prenditori che produttori. Pretendono libertà totali quando usano sostanze chimiche che finiscono nel terreno e nel cibo di tutti, ma si indignano se qualcuno osa chiedere trasparenza.
E allora diciamolo chiaro: chi vuole coltivare senza chimica, lo faccia liberamente. È un atto di coraggio, di rispetto per la terra e per i consumatori. Ma chi sceglie la chimica deve entrare in un regime di responsabilità vera, non nella giungla delle autocertificazioni.
Ogni trattamento con pesticidi, erbicidi o fertilizzanti di sintesi deve avvenire alla presenza di un dottore agronomo, pagato dall’imprenditore, che firmi, registri e si assuma la responsabilità legale di ciò che viene fatto.
Come per i farmaci in medicina: nessuno può prescrivere antibiotici a caso, e nessun contadino può spruzzare veleno a piacere.
L’agronomo deve essere sul posto, compilare il registro digitale, certificare il principio attivo, la dose, la data, la zona e chi esegue il trattamento. Tutto trasparente, tutto tracciato. Chi sgarra, paga: multe salate e sospensione delle licenze.
L’Europa, invece, arretra. Rinvia, diluisce, promette “semplificazioni” che suonano come condoni. E gli agricoltori che vivono di sussidi pubblici e di agevolazioni si lamentano ancora.
Ma di che cosa? Dei controlli? Della responsabilità? Della necessità di dire al cittadino che cosa gli stanno mettendo nel piatto?
Basta con l’ipocrisia verde e le lacrime da trattore. Chi usa la chimica deve essere trattato come chi maneggia una medicina: con competenza, con cautela e sotto controllo.
Se non gli piace, c’è sempre un’alternativa onesta: tornare alla terra vera, senza veleni e senza scuse.