giovedì, Marzo 28, 2024
HomeRegione PugliaTALOS FESTIVAL

TALOS FESTIVAL

La manifestazione, ideata e diretta dal trombettista e compositore ruvese Pino Minafra, si conclude con una lunga giornata. In mattinata spazio ad un incontro sull’esperienza della Ogun Records con Hazel Miller. Nel pomeriggio spazio ad un omaggio a Steve Lacy e a un inedito incontro tra il batterista sudafricano Louis Moholo e il pianista Livio Minafra. In serata gran finale con Klaus Paier e Asja Valcic e i ritmi frenetici di Cesare Dell’Anna e Girodibanda
 

Dopo undici giorni di incontri, workshop, mostre e oltre 20 concerti con circa 400 musicisti e allievi provenienti da tutto il mondo coinvolti, domenica 14 settembre si conclude a Ruvo di Puglia, in provincia di Bari, il Talos Festival, ideato e diretto dal trombettista e compositore Pino Minafra.

La lunga giornata finale sarà aperta alle 10.30 ai Domenicani con un focus sulla Ogun, storica etichetta inglese con la partecipazione di Hazel Miller, Louis Moholo, Roberto Ottaviano e Riccardo Bergerone. Nel pomeriggio doppio appuntamento. Alle 17.00 nella Cantina Crifo ci sarà un omaggio a Steve Lacy a Poly-free-independent artist con Roberto Ottaviano (sax), Giorgio Vendola (basso), Enzo Lanzo (batteria); alle 18.30 nel Teatro Comunale un dialogo musicale tra la batteria di Louis Moholo e il pianoforte di Livio Minafra. Dalle 20.00 in Piazzetta Le Monache (ingresso 6 euro) la serata si aprirà dal duo composto dal fisarmonicista carinziano Klaus Paier e dalla violoncellista croata Asja Valcic, artisti conosciuti e apprezzati a livello internazionale. Un vero e proprio universo musicale carico di elettricità e passione con influenze classiche, jazz, rock, della musica folk e del tango argentino, dove però trova spazio anche l’improvvisazione. Grande chiusura con il trombettista salentino Cesare Dell’Anna e il suo eclettico Girodibanda, che mescola tradizione bandistica, musica popolare, folk e balkan. Nel nuovo singolo “Bolero di Aradeo (Bolero Pizzicato)” la tradizione della musica popolare salentina sposa la danza di origine spagnola. Il brano vede, infatti, la fusione del “Bolèro” di Maurice Ravel, musica composta nel 1928 e di un classico della musica popolare salentina. Il finale pirotecnico sarà a cura di Biagio di Rella “Palloni Aerostatici”.

Nell’incontro mattutino si parlerà, come detto, della Ogun Records, etichetta indipendente fondata a Londra nel 1974 dai coniugi Hazel Miller e Harry Miller e dall’ingegnere del suono Keith Beal. A partire dagli anni settanta, ha pubblicato i dischi di un gruppo di musicisti di avant-garde jazz e free-jazz che facevano riferimento ai Brotherhood of Breath e ai Blue Notes del sudafricano Chris McGregor, tra i quali Elton Dean, Keith Tippett ed Harry Beckett. Buona parte della musica di questi artisti si è concentrata nel fondere i ritmi del jazz con le atmosfere della musica africana. L’etichetta ha preso il nome da Ogun, divinità della mitologia Yoruba dell’Africa Occidentale. La Ogun si rivelò di fondamentale importanza per la diffusione del connubio tra la musica africana, il free-jazz americano ed il jazz britannico, che ravvivò l’allora stagnante atmosfera del jazz d’oltremanica. Il primo disco ad essere pubblicato fu nel 1974 Live at Willisau, un concerto dal vivo in Svizzera dei Brotherhood of Breath. All’inizio vennero pubblicati solo album di sudafricani e britannici, in seguito anche lavori di musicisti europei graditi da Miller e compagni. Dopo la morte di Harry Miller in un incidente automobilistico nel 1983, l’attività della Ogun è proseguita grazie a Häzel Miller (compagna di Harry e unica depositaria dello spirito iniziale della Ogun), con la riproposizione dei vecchi album, la pubblicazione di registrazioni inedite come pure di nuovi progetti vicini allo spirito dell’etichetta.
Nel pomeriggio il Talos ha voluto ricordare Steve Lacy, un musicista inclassificabile, abituato a muoversi tra le diverse arti e tra mondi espressivi molto lontani. A dieci anni dalla scomparsa, Roberto Ottaviano (sax soprano), Giorgio Vendola (contrabbasso) ed Enzo Lanzo (batteria) propongono un tributo a questo straordinario artista. “Ci troviamo a fare i conti con la sua assenza ma anche con ciò che ci ha lasciato, ed è tanto”, sottolinea Ottaviano. “Soprattutto i fili della sua esperienza come sassofonista ed autore, fili che lo legano a Thelonious Monk, Cecil Taylor, Mal Waldron e Gil Evans, ma anche ai musicisti africani ed europei e a numerosi poeti e scrittori”.

Subito dopo sul palco del Teatro Comunale due generazioni, distanti dal punto di vista anagrafico, stilistico e geografico, si confronteranno per la prima volta in un concerto di improvvisazione pura. Il compositore e pianista pugliese Livio Minafra condividerà il palco con il batterista Louis Moholo, uno tra i più significativi artisti sudafricani, membro fondatore dei Blue Notes, successivamente componente dell’orchestra Brotherhood of Breath, ultimo testimone della straordinaria e fertile stagione del jazz africano degli anni ‘60, ospite del festival e protagonista anche del progetto speciale For Mandela andato in scena sabato 13. Minafra pianista vincitore del prestigioso premio Top Jazz nel 2005, 2008 e 2011, suona soprattutto in piano solo e col suo quartetto ed ha al suo attivo numerose e importanti partecipazioni come pianista, compositore, arrangiatore e fisarmonicista (MinAfric Orchestra, Canto General, Radiodervish). In piano solo ha pubblicato La dolcezza del Grido (Leo Records) e La fiamma e il cristallo (Enja Records) mentre come leader del Livio Minafra 4et “Surprise!!!” (Enja Records). Ha collaborato fra gli altri con Marko Markovic, Paolo Fresu, Bobby McFerrin, Jerry Gonzalez, Frank London, Mario Schiano, Sergej Kuryokhin, Paul Rutherford, Lucilla Galeazzi, Michele Lomuto, Daniele Sepe, Fakhraddin Gafarov, Darko Rundek.

Dal connubio musicale tra la fisarmonica di Klaus Paier e il violoncello di Asja Valcic, artisti conosciuti e apprezzati a livello internazionale, nasce un vero e proprio universo musicale (che aprirà la serata in Piazzetta Le Monache) carico di elettricità e passione con influenze classiche, jazz, rock, della musica folk e del tango argentino, dove però trova spazio anche l’improvvisazione. Nel 2009 esce “A Deux” e nel 2013, dopo quattro anni di lavoro e centinaia di concerti, “Silk Road”. L’album è il risultato di un’armoniosa e intensa collaborazione di due esploratori avventurosi, che non solo padroneggiano pienamente i loro strumenti, ma non hanno timore di esplorarne le possibilità espressive in diversi contesti musicali. Nella loro musica risuonano sonorità e influenze diverse: dal Sudamerica ai Balcani, dalla musica classica al blues.

Per concludere questa terza edizione del nuovo corso del Talos Festival, il direttore artistico Pino Minafra ha voluto il progetto GirodiBanda, ideato e diretto dal trombettista salentino Cesare Dell’Anna, che segue l’intento di attualizzare la musica popolare intesa in senso stretto, passando dalla musica bandistica alla musica tradizionale salentina, fino ad arrivare a quella folk popolare e a quella balkan; l’organico è composto da una banda pugliese e dal gruppo Opa Cupa, che da dieci anni ormai lavora sulla commistione tra la tradizione musicale delle bande da giro e le ritmiche e melodie delle fanfare dei Balcani. Nel nuovo singolo “Bolero di Aradeo (Bolero Pizzicato)” la tradizione della musica popolare salentina sposa la danza di origine spagnola. Il brano vede, infatti, la fusione del “Bolèro” di Maurice Ravel, musica composta nel 1928 e di un classico della musica popolare salentina. Il nuovo singolo di GirodiBanda sovrappone due  macrocosmi sonori, due tempi musicali, due epoche, due culture, veicolate dalle note e da una tradizione fortemente radicate tra il popolo.
 

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome qui

Post Popolari

Commenti recenti

Verified by MonsterInsights