Santi di carta

Santi di carta

Prima ufficiale in anteprima regionale del docufilm “Santi di carta”, prodotto da Kharisma cineproduzioni

Prima ufficiale in anteprima regionale del docufilm “Santi di carta”, prodotto da Kharisma cineproduzioni e diretto dal regista-attore Pascal Pezzuto sabato 16 novembre prossimo alle ore 18,30 al festival del cinema europeo nella multisala Massimo di Lecce (sala 2). Seguirà l’incontro con il regista.

Due i format, un lungometraggio di 80 minuti ed una versione più breve (52 minuti) per le televisioni. Sarà proiettata quest’ultima. Ecco l’intero cast: accanto al regista attore e sceneggiatore Pascal Pezzuto ed al suo aiuto Marc Van Put, troviamo Lara Carrozzo in veste di coordinatrice di produzione e responsabile del casting, Anna Murolo, attrice, Ippolito Chiarello, Gino Cesaria, Donato Chiarello, Daniele Panarese ed Enzo Pisconti attori, Simone Borsci, direttore di produzione, Marco Triarico, direttore della fotografia, Roberto Leone, operatore di macchina, Rosanna Calcagnile, costumista, Linda Hand, truccatrice, Mirella Camassa, acconciatrice, Antonio D’Aprile e Marika Urbano, scenografi, Gianluigi Antonaci, autore di musiche originali, Vito Palumbo, montatore. Tra gli interpreti nazionali spiccano Giorgio Vignali, (Mesciu Carmelu), Augusto Zucchi (Pio XI), Salvo De Santis (Presidente commissioneArte Sacra), Fernando Masullo (Cardinale), Pietro Serio (Achille De Lucrezi ragazzo) ed ancora Andrea Sirianni (Antonio Maccagnani), Daniele Panarese (Don Cesare Potenza), Franco Leccese (monsignor Cuccarollo), Francesco Tinelli (Padre Paolino), Eleonora B. Coletta (Franchina), Mattew Lamberti (Tito Schipa giovane), Simone Ciccarese (garzone), Antonio Papa (cartapestaio bottega Manzo), Umberto De Filippi (cartapestaio bottega Maccagnani), Massimo Bonaccorsi (cocchiere), Iael Giuliani (suora). Il docufilm ha ottenuto la collaborazione del Ministero della Cultura, della Regione Puglia e di Apulia Film Commission  ed il patrocinio di Comune di Lecce, Provincia di Lecce, Arcidiocesi di Lecce e museo Castromediano di Lecce.

“Lo stile del docufilm – spiega il regista Pascal Pezzuto – utilizza la fiction, dove c’è una storia che gli attori interpretano per raccontare eventi e situazioni realmente accaduti e documentati con filmati e foto di repertorio. Lo spettatore però, non percepisce il repertorio come un corpo estraneo ma, semplicemente, come un elemento che rafforza la verità storica dei contenuti filmici. Questo docufilm – prosegue Pezzuto – si potrebbe definire, mutuando un concetto espresso da Francesco Rosi – un film documentato, cioè una vera e propria storia maggiormente gradita perchè vera”.

Il docufilm racconta eventi e situazioni realmente accaduti e documenta misteri vaticani ed intrighi di palazzo dietro il declino dell’arte della cartapesta, un’industria che fra la seconda metà dell’800 ed il primo ‘900 aveva fatto diventare Lecce la capitale mondiale di questa attività portando gli artigiani leccesi a riempire con le loro statue le chiese di tutta Italia e anche all’estero.                                                                                                        Ma, poi, nel giro di qualche anno, questa fiorente attività andò scemando fino quasi a scomparire. Le vicende partono nella metà dell’Ottocento quando a Lecce si moltiplicano le botteghe artigiane che, ispirandosi all’arte sacra veneziana, creano i “Santi di carta”, gigantesche e pregevoli sculture in cartapesta che, dalle chiese di Lecce, si stendono a macchia d’olio nelle chiese di tutta Italia e anche all’Estero.                                                 A dare l’impulso a questa esportazione è proprio la Santa Sede che, con la cartapesta, realizza un grande risparmio rispetto ad altri materiali più costosi. Così, ai primi del Novecento, Lecce è il centro pulsante di questa industria con un giro d’affari di notevoli dimensioni.

Fra i tanti maestri cartapestai di Lecce, spiccano Achille De Lucrezi, Luigi Guacci e Giuseppe Manzo. Si dicono “sacerdoti”, perchè capaci di creare opere in grado di mettere in contatto l’uomo con Dio. Ma questo grande giro di denaro che gira intorno agli artigiani leccesi, mette in allarme Venezia che, in passato, aveva regalato alla città di Lecce la statua del patrono Sant’Oronzo ed ora vuole la sua parte. Cioè, che, per le chiese di Lecce del resto del mondo, ora vengano commissionate dal Vaticano le statue in legno che venivano prodotte nel Nord Est d’Italia a Ortisei.

Per attuare questo proposito viene nominato arcivescovo di Otranto e primate del Salento monsignor Cornelio Sebastiano Cuccarollo, originario della provincia di Vicenza che va oltre le indicazioni decretando l’espulsione dei Santi di carta da tutte le chiese del territorio, ci sarà anche un rogo delle statue. La tesi a sostegno di questo provvedimento è quello che la cartapesta, materiale di basso livello, non è degno di entrare nella Casa di Dio. La rivolta dei cartapestai salentini non si fa attendere. Questi chiedono addirittura l’intervento del Duce, ma l’influenza dell’arcivescovo di Otranto ha la meglio anche su Mussolini che interviene a Lecce con uno storico comizio in cui loda la produttività della gente di Puglia, ma si ferma lì e dribbla l’argomento.

Ai cartapestai non resta che affidarsi ad un contenzioso, un vero e proprio processo alla cartapesta leccese che si instaura nel 1934 a Castel Gandolfo con il Papa Pio XI chiamato a giudicare. Sorprendentemente, il processo termina con la vittoria dei cartapestai salentini, altrettanto stranamente, la committenza vaticana diminuisce sempre di più fino ad azzerarsi del tutto.