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Ricerca e didattica: “bocciata” UniSalento

L’ateneo leccese figura al 47esimo posto (su 61), posizione che condivide con Sassari e il Politicnico di Bari.

università-salentoIl nord avanza, il sud soccombe. L’indagine annuale del Sole 24 Ore sulla qualità degli atenei statali e privati non perdona: i migliori, tra quelli pubblici, sono Verona, Trento, Politecnico di Milano, Bologna e Padova. Stessa mappa geografica favorevole al settentrione anche per gli atenei non statali, che premia Milano Bocconi, Roma Luiss, Milano San Raffaele, Bolzano e Roma Campus Biomedico. Per trovare la Puglia bisogna scorrere la classifica verso il basso e fermarsi alla 38^ posizione, occupata dall’ateneo di Foggia.

L’università del Salento? Andamento lento, lentissimo. In classifica generale – il cui punteggio complessivo si basa per il 50 per cento sulla didattica e per il 50 per cento sulla ricerca – l’ateneo leccese figura al 47esimo posto (su 61), posizione che condivide con Sassari e il Politicnico di Bari. La classifica relativa alla didattica la vede al 44° posto, quello che fa riferimento alla ricerca le attribuisce il 48°.

Dodici gli indicatori di valutazione su cui l’indagine del Sole 24 Ore – realizzata grazie alle informazioni messe a disposizione dalle banche dati del ministero dell’Università e dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario (Anvur) ha puntato i riflettori: attrattività (percentuale di immatricolati da fuori regione); sostenibilità (numero medio di docenti di ruolo nelle materie di base); stage (percentuale di crediti ottenuti in stage sul totale); mobilità internazionale (percentuale di crediti ottenuti all’estero sul totale); Borse di studio (percentuale di idonei che le hanno ricevute); dispersione (percentuali di immatricolati che si reiscrivono al secondo anno nello stesso ateneo); efficacia (media pro capite dei crediti formativi ottenuti in un anno dagli scritti attivi); voto degli studenti (giudizio dei laureandi sui corsi di studio); occupazione (percentuali di studenti occupati a un anno dal titolo); qualità produzione scientifica (giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione Anvur); competitività della ricerca (capacità di attrazione di risorse per progetti di ricerca) e, infine, Qualità dei dottorati (giudizi ottenuti dall’alta formazione nella valutazione Anvur).

In classifica generale – per rimanere al Sud – persino la terremotata Potenza fa meglio dell’università del Salento che, come detto – in Puglia, è superata dall’università di Foggia, al 38° posto. Solo in caso figura nella parte alta della classifica, e cioè tra le migliori 15. E precisamente sul giudizio espresso sui corsi di studio dai laureandi. E al 13° posto, dopo Piemonte orientale, Molise, Viterbo Tuscia, Perugia stranieri, Macerata, Camerino, Modena e Reggio Emilia, Potenza, Cassino, Siena, Trento e Calabria. Per il resto l’ateneo leccese è stabile nelle retrovie, e spesso tra i peggiori 15. È il caso della classifica sui matricolati da fuori regione, la cui percentuale è pari a 1,49 per cento (si pensi che quella di Trento, primo in classifica, è 57,71). Ma anche sulla percentuale di crediti ottenuti in stage sul totale: 51° posto, con 1,36. E per quanto riguarda l’efficacia, ovvero la media pro capite dei crediti formativi – che è di 32,27 – ottenuti in un anno dagli iscritti attivi, la musica non cambia. Tra le peggiori 15 anche per quanto riguarda i giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione Anvur. Sulla ricerca, bassa anche la capacità di attrarre risorse (44° posto); mentre la percentuale di idonei che hanno ricevuto la borsa di studio, è tale da farle salire qualche gradino e portarla al 39° posto.

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