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Presentazione del libro “Sorvegliate Garibaldi” di Aldo Quarta

«SORVEGLIATE GARIBALDI” di Aldo Quarta (Edizioni Milella, Lecce, 2024, pagg. 156, euro 16,00) è un racconto storico sui giorni cruciali che portarono alla caduta del Regno delle Due Sicilie nel 1860. Disponibile nelle librerie e online, è un libro che vuole stimolare la riflessione sul ruolo avuto da tanti protagonisti meridionali nella costruzione dell’unità d’Italia, anche se poi dovettero subire una svolta drasticamente annessionistica.

 

«Nel luglio 1860 Garibaldi aveva già occupato Palermo e attendeva rinforzi, quando dal porto di Genova partirono migliaia di volontari a bordo di un piroscafo battente bandiera degli Stati Uniti. Tra i volontari c’era anche un giovane modenese (Giuseppe Martelli, il protagonista) che già aveva partecipato all’insurrezione per destituire il Duca di Modena, consentendo così la nascita del Regno dell’Alta Italia. Dalla Sicilia alla Calabria, da Potenza a Napoli, l’avanzata garibaldina fu irresistibile, anzi esageratamente facile, con l’esercito borbonico che quasi non oppose resistenza, mentre cresceva l’appoggio della gente del Sud al cambiamento. Francesco II, preoccupato della situazione in Sicilia, già nel mese di giugno aveva concesso la Costituzione, approvato la nuova bandiera (bianco rosso verde con al centro lo stemma borbonico) e indetto le elezioni per i Deputati al Parlamento. Insomma, cercò di salvare il salvabile, puntando quasi tutto su una possibile intesa con i Savoia. Molti furono entusiasti ma molti altri avversarono apertamente queste scelte. Così il caos serpeggiò nell’esercito, negli apparati dello Stato, all’interno della stessa Corte borbonica. Poi (a settembre) si arrivò alle dimissioni del Governo, all’allontanamento del Re da Napoli, all’ingresso trionfante di Garibaldi nella Capitale, alla dittatura militare. In questo passaggio storico svolse un ruolo di primo piano il Ministro dell’Interno Liborio Romano, originario di Patù, il cui studio legale era conosciutissimo a Napoli. Ma ebbero un ruolo importante anche protagonisti meridionali come Giuseppe Pisanelli (Tricase), Giuseppe Libertini (Lecce) ed altri.»

Aldo Quarta, giornalista e autore di altri libri, ha 73 anni e vive a Castri di Lecce. Ritiene che alla gente del Sud (e all’Italia intera) serva fare i conti con il passato, soprattutto con il passaggio storico del 1860, quando invece dell’annessione si sarebbe potuto costruire una nuova entità statale condivisa in modo paritario tra Nord e Sud del Paese.

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