Yeast Photo Festival

YEAST FOTO FESTIVAL, AL VIA LA QUARTA EDIZIONE

Dal 25 settembre al 9 novembre a Matino, Lecce, Castrignano de’ Greci Gallipoli, Galatina e Le Stanzìe di Supersano

                        Ospiti d’onore il fotografo britannico Martin Parr e Ivor Prickett, vincitore del Premio Pulitzer 2025

 

Nel mondo di oggi si può morire di fame non perché il cibo manchi, ma perché viene negato. A Gaza, come in Sudan, la fame è strumento di guerra; altrove è la conseguenza di sistemi economici spietati, di logiche estrattive che devastano territori ed esseri umani. Mentre una parte del mondo spreca, ce n’è un’altra che sopravvive; mentre la produzione alimentare genera profitto, milioni di persone restano escluse dal piatto. Da questa contraddizione prende le mosse la quarta edizione di Yeast Photo Festival (25 settembre – 9 novembre 2025), intitolata “(N)ever Enough”, organizzata come sempre dalle associazioni “Besafe aps” e “On the move”, e quest’anno articolata con 14 mostre (firmate da 15 fotografi, quasi tutte gratuite) tra diversi luoghi del Salento: Matino, dove tutto è nato nel 2022, ma poi Lecce, Castrignano de’ Greci e Le Stanzíe a Supersano, e per la prima volta anche Galatina e Gallipoli.

Una grande indagine fotografica che, attraverso diversi progetti internazionali, mette in discussione la retorica del benessere,  mostrando il lato oscuro dell’alimentazione globale, dalla fame usata come arma, dello sfruttamento indebito del lavoro e delle risorse altrui.

Il progetto è stato presentato questa mattina a Palazzo Adorno alla presenza delle  istituzioni e degli organizzatori: Stefano Minerva e Andrea Romano, presidente e direttore generale della Provincia;  Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale della Puglia, e Valentina Romano, direttrice Dipartimento Welfare Regione Puglia;  Johnny Toma, sindaco di Matino; Davide Miceli, delegato alla Cultura del Comune di Galatina; Edda Fahrenhorst, direttrice artistica Yeast Photo Festival), Flavio&Frank e Veronica Nicolardi, condirettori Yeast Photo Festival, che hanno illustrato il programma; Umberto Pastore, amministratore delegato Creation, e Dario Babbo (vicepresidente Artwork); Paolo Mele, direttore “Kora”.

Una prima inaugurazione del festival si terrà giovedì 25 settembre alle 18 a Palazzo Scarciglia, a Lecce, dove sarà presente il fotografo britannico Martin Parr, ospite d’onore di questa edizione del Festival;  interverranno, oltre a Edda Fahrenhorst, Flavio&Frank e Veronica Nicolardi, rispettivamente direttrice artistica e condirettori del festival, il presidente di ArtWork Paolo Babbo, il fotografo Hiền Hoàng, che presenterà la sua mostra,  Jan von Holleben, curatore dell’esposizione di Parr (con Edda Fahrenhorst) dal titolo “WOW!”,co-prodotta da ArtWork e Creation per “KidsLovePhotography”, ovvero pensata per bambini, ragazzi e famiglie e ispirata all’omonimo libro fotografico.

A Matino Martin Parr sarà invece protagonista con una mostra personale, sempre co-prodotta da Creation, dal titolo “Snack It!” e composta da oltre 60 immagini ironiche e dissacranti  sulla società dei consumi e sulla rappresentazione del cibo nella nostra cultura visiva (esposizione anticipata a Gallipoli con sei gigantografie esposte dal 5 settembre sulle mura antiche della Città Bella, precisamente sulla Spiaggia della Purità, e co-prodotta in partnership con Creation, contributo del Comune di Gallipoli e partnership con »horizonte zingst«). La mostra sarà inaugurata venerdì 26 settembre alle 18 a Palazzo Marchesale del Tufo (ingresso libero): a seguire, alle 19.30, Benedetta Donato dialogherà con Francesco Zizola, fotografo vincitore della menzione speciale del Premio “Irinox Save the Food”, e Claudio Composti, curatore del Premio. Ancora, alle 20.30, “The Everyday Spectacle: a conversation with Martin Parr”: il grande fotografo inglese dialogherà con Edda Fahrenhorst, modera il giornalista e saggista Riccardo Staglianò. Dalle 22 in poi, infine, festival party con Populous dj set.

Sabato 27 settembre, invece, la seconda serata del Festival prende corpo alle 19 presso il Museo civico “Pietro Cavoti” di Galatina con l’inaugurazione della mostra di Flavio&Frank “Buone mani”, realizzata grazie al contributo del Comune di Galatina (ingresso libero). Opening talk con Flavio&Frank, il sindaco di Galatina Fabio Vergine e Davide Miceli, consigliere con delega alla Cultura del Comune di Galatina; dalle 20 in poi Eucalyptus dj set.

Il 27 e 28 settembre, a Matino, il fotografo Paolo Verzone – contributor per National Geographic – condurrà un workshop “La velocità della luce", realizzato in collaborazione con Scuola della Luce. Aperto a un massimo di 15 partecipanti, il laboratorio esplorerà, con approccio diretto e sperimentale, tutte le sfumature della luce naturale e della luce ambiente. Ancora due appuntamenti domenica 28 settembre: alle 12 a Castrignano de’ Greci, presso “Kora – Contemporary Arts Center”, inaugurazione della mostra “One Third” di Klaus Pichler (in partnership con Kora e »horizonte zingst«, ingresso libero).  Alle 17.30, presso la masseria “Le Stanzìe” di Supersano, inaugurazione della mostra  “A Natural Order” di Lucas Foglia, realizzata in collaborazione con Cantina San Donaci e Le Stanzìe; ingresso libero. A seguire, tavola rotonda sul tema “(N)ever Enough. Il cibo non è uguale per tutti”: Nadia Afragola dialoga con Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia e i giornalisti Alessio Cannata e Lavinia Martini. Aperitivo in collaborazione con Assaggi a Sud/Est e Slow Food, dalle 21 in poi dj set con Elettro Mascarimirì.

Yeast Photo Festival continua insomma a crescere, rafforzando il proprio respiro internazionale e consolidando nel 2025 le collaborazioni con due realtà chiave del panorama europeo, il Fotofestival »horizonte zingst (Germania) e il Fotofestival Lenzburg (Svizzera), in un dialogo che attraversa i confini geografici e culturali.  “La quarta edizione di Yeast Photo Festival – spiega la direttrice artistica Edda Fahrenhorst – esplora il contrasto tra l’abbondanza che riempie le nostre tavole e la scarsità che affligge molti. Da un lato, viviamo in un mondo in cui ogni desiderio gastronomico può essere soddisfatto quasi all’istante; dall’altro, questa stessa opulenza nasconde un costo che grava sull’ambiente e su chi, vicino o lontano, fatica a procurarsi il necessario per sopravvivere”.

Sostenibilità e attenzione all’impatto della manifestazione sull'ambiente sono da sempre nel DNA di Yeast Photo Festival. Gli allestimenti utilizzano materiali riciclati e scarti di magazzino, con un approccio improntato al riuso creativo. In questa edizione metà delle strutture e installazioni utilizzate arrivano dalla passate edizioni e sono state revisionate usando vernici certificate all’acqua. Le strutture continueranno a vivere anche nelle prossime edizioni, promuovendo la continuità e la riduzione degli sprechi. Per maggiori info su programma, aperture e orari delle mostre yeastphotofestival.it.

LE DICHIARAZIONI DELLA CONFERENZA STAMPA

 Stefano Minerva, presidente della Provincia: “Un  festival che Flavio e Frank si sono caricati sulle spalle con ambizione e coraggio non comuni. E la nostra collaborazione è doverosa nel caso di un’iniziativa così forte che ci aiuta a capire in che mondo viviamo”.

 

Andrea Romano, direttore generale della Provincia: “La fotografia è un atto politico immediato, uno strumento potentissimo per evidenziare i paradossi: come quello di utilizzare la fame come mezzo di sterminio. E Yeast Foto Festival è proprio questo, la  voglia di resistere a questa catastrofe umanitaria e culturale”.                                                                                                                                                                                                                                                                                                          

 

Edda Fahrenhorst: “Osservando in un supermercato la ricchezza sovrabbondante di prodotti presenti mi sono resa conto di quanto siamo fortunati noi, per un verso, e quanto altri, al contrario, non lo siano. Ecco il il fil rouge di quest’anno: “mai abbastanza”, che riguarda chi non ha accesso come noi alle risorse alimentari. Ed ecco perché quest’anno abbiano ritenuto di coinvolgere Martin Parr, che con la sua arte racconta proprio questi eccessi”.

 

Veronica Nicolardi, condirettrice del festival:  “Il cibo non è mai solo nutrimento ma memoria, appartenenza, linguaggio universale che racconta chi siamo e le nostre fragilità, ma oggi anche strumento di guerra e di potere. E la fotografia è un mezzo democratico che rivela storie complesse in modo immediato facile e accessibile, che genera consapevolezza e stimola il confronto e condivisione delle riflessioni, che mette in discussione abitudini visive e narrative”.

 

Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale: “La cultura è soprattutto questo, qualcosa che fa crescere l’intero territorio, e che non deve riguardare esclusivamente i luoghi detti culturali: è un contenuto che esalta il contenitore. E Yeast Photo Festival è iniziativa di cui, per questo, è orgogliosa la Puglia tutta intera. Grazie  a Flavio e Frank per averlo ideato”.

 

Valentina Romano: “Non a caso la Regione Puglia ha investito tante risorse su questo, sul welfare culturale, perché la cultura deve essere accessibile a tutti e portatrice di messaggi sociali. E un motore di sviluppo della comunità”.

 

Johnny Toma, sindaco di Matino: “Siamo veramente orgogliosi di ospitare nella nostra città questo evento, letteralmente inimmaginabile solo qualche anno fa e che ci aiuta a coltivare anche utilmente i flussi turistici nel Salento”.

 

Davide Miceli, delegato alla Cultura del Comune di Galatina: “La leggenda – e forse anche la storia – vogliono che il pasticciotto sia nato nella mia città come necessità di riuso degli avanzi di un pasticcio salato: tutta l’identità del nostro territorio, quindi, è legata al bisogno di non sprecare e di riutilizzare anche il cibo. Questa è la sfida che il nostro territorio, anche grazie a tanti giovani amministratori, si dà oggi, e l’arte ci insegna d’altronde a interrogarci di più e a non prendere ciò che ti propone il mercato come vangelo. Buttare il cibo è deprecabile, anzi squallido, soprattutto quando – non solo in Paesi lontani – c’è gente che non è più in grado di procurarselo. E allora la mia città, candidata a diventare Capitale della Cultura, non poteva restare estranea a Yeast Photo Festival, che rappresenta un vero e proprio ponte ideale con il futuro”.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Dario Babbo, vicepresidente di ArtWork: “Yeast Photo Festival è una realtà viva e di impatto culturale che ci aiuta a tenere viva l’attenzione in un periodo in cui il turismo è ancora molto presente nel Salento”.  Umberto Pastore di “Creation”: “Perché la cultura è un bisogno, proprio come il cibo”. Paolo Mele di “Kora”: “Dare nuovi spazi e nuove prospettive è la sfida che ci anima.

I PROGETTI FOTOGRAFICI IN MOSTRA

La fame come arma. Il cibo come specchio sociale. Il corpo come reliquia. Le tecnologie che osservano, archiviano, tracciano. I 14 progetti in mostra a Yeast Photo Festival compongono un atlante visivo del nostro tempo, dove il cibo è il punto di partenza per indagare ingiustizie, identità, tecnologia e potere.

In questa quarta edizione i fotografi si confrontano con un presente frammentato e diseguale, restituendo immagini che denunciano, interrogano e lasciano spazio a nuove visioni del pianeta. Ogni progetto è una tessera di un mosaico, che attraversa paesi, culture, archivi e paesaggi.

Il grande fotografo britannico Martin Parr sarà presente a Matino (25 settembre – 9 novembre), negli spazi di Palazzo dei Marchesi del Tufo, con “Snack It!”: più di 60 fotografie in cui Parr – maestro della fotografia contemporanea e sguardo ironico sulla società globale – trasforma il cibo in un atlante visivo delle nostre abitudini, dei nostri eccessi e delle nostre ossessioni quotidiane. “Snack It!” è un banchetto per gli occhi, che condensa decenni di osservazioni sui rituali, i gusti e le stranezze della vita di tutti i giorni. Dai morsi rubati lungo la strada alle silenziose tensioni delle sue iconiche Bored Couples, Parr spinge il cibo oltre il suo significato di nutrimento: diventa specchio della cultura e del comportamento umano, servito con il suo inconfondibile mix di ironia, humour e sguardo critico sul sociale.

Se Parr documenta l’istante del consumo nella sua banalità grottesca, Blake Little lo sospende nell’eternità del miele. In “Preservation”, infatti il fotografo americano immerge i suoi soggetti nel miele, congelandoli in una condizione iconica e senza tempo. Corpi dolcissimi, sgocciolanti, che si fanno scultura e allegoria. Il miele — sostanza arcaica, alimento e simbolo — ricopre, preserva, trasfigura. Come osserva Marc Augé, viviamo nell’epoca delliper-modernità, dove il tempo accelera e la memoria si frammenta. Conservare diventa così un atto sovversivo. “Preservation” è una riflessione sulla fragilità e sull’identità, sulla fotografia come gesto alchemico che trattiene l’effimero e ne fa icona. In un tempo che consuma tutto — anche le immagini — il corpo si fa archivio, una sorta di reliquia.

Con “Across the Ocean”, l’artista vietnamita Hin Hoàng, vincitrice del Premio IRINOX SAVE THE FOOD, affronta invece il tema della diaspora e dello stereotipo. Partendo dalle lettere scritte dalla zia emigrata in Germania Est nel 1988, costruisce tableaux performativi e immagini distorte che raccontano la tensione tra “buon immigrato” e resistenza culturale. È una fotografia che lavora per stratificazioni, che smonta le forme imposte e ne crea di nuove: counter-images contro le narrazioni dominanti, nello sforzo di restituire complessità alle identità asiatiche in Europa.

L’impatto ambientale del nostro sistema alimentare è trattato frontalmente da Klaus Pichler con “One Third”, una serie fotografica che trasforma il cibo scaduto in nature morte visionarie. Ironico e crudele al tempo stesso, il progetto mette in scena l’assurdità dello spreco globale, mentre milioni di persone soffrono la fame.

Con “War on the Nile – Fragmented Sudan”, il fotoreporter irlandese Ivor Prickett, vincitore del Premio Pulitzer 2025 con il team del New York Times, documenta una delle crisi umanitarie più gravi e rimosse del nostro tempo. In Sudan, dove oltre otto milioni di persone sono in fuga, la fame viene usata come arma. Le sue immagini restituiscono visibilità e umanità a chi sopravvive ogni giorno in condizioni estreme, mostrando con chiarezza che il cibo, oggi, è questione di giustizia.

“I N S C T S” di Umberto Diecinove ribalta la prospettiva di Klaus Pichler esplorando l’allevamento di insetti come pratica rigenerativa. Realizzato in Colombia, il progetto intreccia immagini, documentario e podcast per raccontare relazioni interspecie, valorizzando la capacità degli insetti di trasformare scarti in risorse. Curato da Eleonora Schianchi, vincitrice dell’Open Call under 35 di Yeast, “I N S C T S” propone una visione ecologica e politica del cibo come forma di interdipendenza, cura e autonomia.

E’ la tensione tra lingua, memoria e affetti familiari ad attraversare  “Ingrediente pentru un tort de miere cu dragoste” di Sara Lepore. Tutto nasce da un equivoco linguistico: una lettera d’amore che si rivela un ricettario, una torta di miele che diventa torta di mele. Questo errore affettuoso diventa innesco per un viaggio in Romania, tra zie, silenzi, gesti e incomprensioni. È un progetto sull’eredità materna, sulla perdita della lingua e sulla possibilità di creare intimità anche senza parole. Una riflessione delicata e potente sull’identità come impasto di assenze e radici.

Il tema della sostenibilità torna in “A Natural Order” di Lucas Foglia, reportage sulla vita off-grid nel sud-est degli Stati Uniti. Qui, famiglie che coltivano il proprio cibo, costruiscono le case con materiali locali e mantengono un legame selettivo con la tecnologia, offrono un’alternativa radicale alla società dei consumi.

Dalla natura abitata di Lucas Foglia come atto di indipendenza, si approda alla natura decifrata da Sara Scanderebech come fosse un codice segreto, dove ogni frammento diventa indizio per interpretare il presente. Nel progetto commissionato da Yeast Photo Festival — che per il secondo anno consecutivo affida a un’artista il compito di lavorare sul territorio e coinvolgere la comunità (nel 2024 era stata la volta di Alessia Rollo) — la fotografa procede come se ogni immagine fosse la risposta a una domanda urgente, non sempre detta: una foglia, la pelle di un animale, un frammento di corpo diventano segni che spostano il senso di ciò che vediamo. Nei suoi lavori la realtà non è mai registrata passivamente, ma sezionata, trasformata, messa alla prova, in un equilibrio tra attrazione e distanza. Non cerca di fermare il tempo: interroga ciò che ha davanti per scoprire cosa può diventare oltre la sua forma.

Nell’iper-modernità si colloca invece il lavoro di Dániel Szalai, che in “Unleash Your Herd’s Potential” sposta l’attenzione dal corpo umano a quello animale, interrogando la relazione tra natura, tecnologia e “capitalismo della sorveglianza”. L’artista ungherese racconta l’allevamento di precisione attraverso un sistema di riconoscimento facciale per mucche, che rende i corpi “nuvole di dati”. L’astrazione digitale viene spezzata da oggetti tangibili: blocchi di sali minerali leccati dagli animali si trasformano in sculture organiche, testimoni silenziosi di un mondo iper-controllato. Una nuova iconografia bucolica del XXI secolo, sospesa tra biopolitica e resistenza.

Non solo mucche-dati. La logica estrattiva è la stessa che riduce ogni vita a risorsa. In “The Island Within the Island”, Melissa Carnemolla indaga infatti con sguardo poetico e politico la fascia trasformata della Sicilia sud-orientale, 9.000 ettari di serre dove legalità e sfruttamento si confondono. Le sue immagini rivelano un sistema che, pur dentro i confini europei, opera su logiche estrattive, sfruttando terra e persone per alimentare un’idea malata di benessere. Curato da Maria Ghetti (vincitrice  dell’ Open Call over 35), il progetto restituisce dignità a chi lavora nell’ombra e invita a ripensare il prezzo reale del cibo che consumiamo.

Con “Buone Mani” il duo FLAVIO&FRANK racconta la città di Galatina attraverso il gesto che più di ogni altro custodisce la sua identità: quello delle mani. Mani che impastano, modellano, tramandano una tradizione gastronomica che dal Pasticciotto – nato qui quasi tre secoli fa e divenuto simbolo internazionale del Salento si estende ai prodotti PAT (Prodotto Alimentare Tradizionale) che ancora resistono al tempo. Il progetto ritrae alcuni degli eredi di questa ricca tradizione e le nuove generazioni che tra innovazione e memoria, continuano a fare della manualità artigiana la misura della qualità. Il progetto è stato commissionato dal Comune di Galatina.

Dal tavolo di cucina al vagone ristorante, il cibo continua a farsi racconto. In “Taste & Track”, il curatore e storico francese Artur Mettetal esplora trent’anni di viaggi in treno tra Italia e Francia, costruendo un diario visivo che intreccia architettura mobile, geografie personali e cultura materiale. Il design standardizzato delle carrozze, le stoviglie in plastica rigida, le mappe ferroviarie e i pasti serviti a bordo diventano indizi di uno stile di vita in trasformazione. Realizzato in collaborazione con l’Orient Express Endowment Fund e presentato per la prima volta in Italia, il progetto restituisce al viaggio su rotaia il suo valore simbolico: non solo spostamento, ma spazio di osservazione, appartenenza e memoria. In equilibrio tra archivio e storytelling, la mostra ci ricorda che anche un panino incartato o un menù stampato possono raccontare il tempo che passa, le relazioni che cambiano, i paesaggi che attraversiamo.

LE LETTURE PORTFOLIO

L’appuntamento con le letture portfolio di Yeast Photo Festival resta un’occasione fondamentale per fotografi emergenti e professionisti: sarà possibile presentare i propri lavori a una giuria internazionale, formata da figure che combinano esperienza curatoriale, editoriale e visiva di alto livello. I lettori di questa edizione:

Sara Emma Cervo – Photo editor a Vanity Fair dopo esperienze in Cosmopolitan, Gioia e altre testate – porta con sé uno sguardo ironico e consapevole sulla cultura visiva. Il suo lavoro quotidiano modella le immagini che vediamo, scegliendo con cura estetica, storytelling visivo e sensazione editoriale.

Claudio Composti – Direttore artistico di mc2gallery a Milano e fondatore di Periscope Photoscouting, è tra i nomi di riferimento del sistema galleristico italiano e internazionale. Curatore, docente e art advisor, ha scritto saggi critici e contribuito a importanti esposizioni in musei e fiere, restituendo una visione contemporanea dell’immagine fotografica.

Benedetta Donato – Dirige il Romano Cagnoni Award, premio internazionale di fotogiornalismo, ed è autrice e curatrice di progetti espositivi e editoriali. Tra le realtà con cui ha collaborato: Istituto Treccani, Contrasto Books, Kehrer Verlag. Scrive per Style Magazine – Corriere della Sera e la rivista Il Fotografo, dove porta le nuove narrazioni fotografiche alla platea del grande pubblico. Partecipa alle giurie di premi internazionali, è nominator per il Leica Oskar Barnack Award ed è membro del GRIN – Gruppo Redattori Iconografici Nazionale.

Mike Gamio - Co-titolare dell’agenzia Fotogloria ad Amburgo, è specialista in visual storytelling industriale e reportage aziendale. Con clienti come Siemens e MAN, ha costruito progetti globali che coniugano visione documentaria e strategia industriale di alta qualità.

Margherita Guerra  - E’ direttrice del Fotofestival Lenzburg in Svizzera, da lei fondato nel 2017. Dopo gli studi in teologia, editoria multimediale e fotografia a Milano, ha lavorato come manager e photo editor in diverse case editrici e, per quasi un decennio, nell’archivio fotografico più antico ancora attivo al mondo, i Fratelli Alinari di Firenze. Nel 2015 ha creato Yourpictureditor, network di professionisti che offre ricerca iconografica per i media e consulenza su progetti fotografici in Italia e Svizzera, portando avanti un approccio che unisce cura editoriale e visione curatoriale internazionale.

Katharina Mouratidi – É direttrice artistica di f³ – freiraum für fotografie, spazio espositivo nel cuore di Berlino-Kreuzberg che si è affermato come piattaforma di riferimento per la fotografia internazionale, affrontata sempre sotto l’egida delle grandi questioni socio-politiche. Il programma, che spazia dai maestri come Ruth Orkin, Thomas Höpker, Robert Lebeck e Tina Modotti fino a fotografi contemporanei da Berlino e dal mondo, è caratterizzato da una qualità visiva eccellente e dalla capacità di aprire nuove prospettive su temi urgenti. Curatrice e produttrice di mostre da molti anni, ha firmato progetti come “A Life in Death” di Nancy Borowick, “The Heavens” di Paolo Woods e Gabriele Galimberti, “Where Love is Illegal” di Robin Hammond, il Greenpeace Photo Award, fino a grandi retrospettive dedicate a Ruth Orkin e Tina Modotti. È spesso chiamata in giurie di premi internazionali come il BarTur Photo Award, il Lumix Festival, lo Swiss Photo Award e il Robert Capa Photography Grand Prize Hungary.

Arianna Rinaldo - Curatrice e consulente indipendente, vive a Barcellona ed è una delle figure di riferimento nel panorama internazionale della fotografia. Dopo gli esordi come Archive Director di Magnum Photos a New York e come photo editor della rivista Colors, ha diretto per quasi dieci anni il festival Cortona On The Move e la rivista OjodePez. Oggi è curatrice di PhEST in Puglia, ed è attiva come docente, mentore e membro di giurie internazionali come il Leica Oskar Barnack Award e il Deutsche Börse Photography Foundation Prize.

 

Alle mostre di Yeast Photo Festival si accede con ticket intero valido per tutte le esposizioni di 10 euro (ridotto a 8 per gruppi di dieci persone paganti, studenti sotto i 26 anni, over 65, accompagnatori di disabili). Le scuole pagano invece 3 euro a studente; a tutte le classi delle scuole primarie e secondarie (primo e secondo livello) un biglietto speciale comprensivo di visita guidata.Ingresso gratuito riservato a under 14, disabili, residenti di Matino dietro presentazione di un documento di identità valido.

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