Galatina, un teatro dell’anima
Emozione e partecipazione nella performance tratta dal libro “Dio, Come Mi Amo… Per Amarti di Più!”
di Davide Tommasi
Una serata che ha toccato corde profonde dell’animo umano, trasformando il teatro in un luogo di riconoscimento interiore e collettivo. Venerdì 4 ottobre, il Palazzo della Cultura di Galatina si è fatto cassa di risonanza per un evento che ha superato i confini del palcoscenico per diventare un rito comunitario, un atto poetico condiviso: la performance tratta dal libro “Dio, Come Mi Amo… Per Amarti di Più!”, firmato da Ettore Bassi e Debora Iannotta, con musiche originali composte dal maestro Lino Pariota.
Organizzato dalla Pro Loco di Galatina, l’appuntamento ha rappresentato una delle vette più alte della programmazione culturale della città, riaffermando con forza il ruolo di Galatina come punto nevralgico della cultura autentica, vissuta, radicata in una comunità viva e partecipe.
Un’opera che si fa voce dell’intimo, dialogo con il divino
Il libro, edito da Grausedizioni, si presenta come un epistolario dell’anima, una narrazione in forma di lettere che esplora la relazione tra il sé più profondo e il divino, il bisogno d’amore e la difficile ma necessaria consapevolezza di sé. Un testo che non offre risposte preconfezionate, ma che apre varchi interiori e sollecita domande vere.
Sul palco, le parole sono diventate carne viva, grazie all’intensa interpretazione teatrale di Ettore Bassi, la cui presenza scenica ha catturato il pubblico con magnetismo e verità, mentre la voce narrativa di Debora Iannotta ha costruito un dialogo profondo, mai retorico, sempre autentico. La colonna sonora, composta ed eseguita da Lino Pariota, ha amplificato ogni passaggio emotivo, trasformando il racconto in un’esperienza sensoriale totale, dove parola e suono si sono intrecciati in una coreografia invisibile dell’anima.
Il pubblico non spettatore, ma parte della narrazione
Uno dei segni più forti della serata è stata la partecipazione emotiva del pubblico. Non si è trattato di una platea silenziosa, ma di un corpo collettivo coinvolto, che ha respirato insieme agli artisti, tra silenzi eloquenti, lacrime discrete e applausi sinceri. In tempi di fruizione rapida e superficiale dell’arte, l’evento ha ricordato che la cultura può ancora essere uno specchio in cui riconoscersi, uno spazio in cui commuoversi insieme.
I saluti istituzionali: cultura come identità e rinascita
A inaugurare la serata è stata la Presidente della Pro Loco di Galatina Lorenza Pascali , che ha parlato con voce autentica e vibrante del senso più profondo dell’iniziativa:
“Fare cultura significa costruire comunità. Questa serata è il frutto di un lavoro collettivo, fatto con passione, fiducia e responsabilità. Ringrazio il pubblico, gli sponsor, e soprattutto la Regione Puglia, che ci sostiene con visione e concretezza. È solo grazie alla sinergia tra istituzioni, territorio e cittadini che possiamo realizzare eventi di tale valore”.
Ha rivolto un ringraziamento speciale alla Vicepresidente della Regione Puglia, Loredana Capone, evidenziando l’impatto della legge regionale sulle Pro Loco, che ha dato nuova linfa alle realtà culturali locali:
“Questa legge ha permesso a tanti piccoli centri, spesso lontani dai riflettori, di esprimere finalmente la propria vocazione culturale, creando bellezza, appartenenza, legami veri con il territorio”.
L'impegno civico delle istituzioni: una rete che funziona
È intervenuta con profondo coinvolgimento anche la Vicesindaca di Galatina, Mariagrazia Anselmi, la quale ha sottolineato il valore trasformativo del lavoro svolto dalla Pro Loco:
“Ogni evento che realizzano è un dono alla città. Con passione, determinazione e visione, riescono a portare a Galatina progetti innovativi, coinvolgenti e necessari. Ci fanno riscoprire che la cultura è motore di rinascita, coesione e progresso”.
L’intervento di Loredana Capone: l’arte come atto di cura
Il momento più intenso della serata è stato l’intervento appassionato e lucido della Vicepresidente della Regione Puglia, Loredana Capone, che ha restituito al pubblico una lettura profonda del senso dell’iniziativa:
“Ringrazio chi ha reso possibile questa serata: la Pro Loco, l’amministrazione comunale, gli artisti, ma soprattutto il pubblico. Perché quando la cultura viene accolta con il cuore, si trasforma. Ettore Bassi ha saputo donare una parte di sé, mettendo in scena non un personaggio, ma la propria verità. Un atto di coraggio, che diventa anche un gesto politico, nel senso più alto: quello che costruisce consapevolezza, che crea comunità”.
Capone ha ribadito l’importanza di sostenere la cultura con strumenti concreti:
“La legge regionale sulle Pro Loco è uno strumento per rafforzare le radici, per portare cultura vera anche nei territori più periferici. Galatina è oggi un modello di questa visione. La sua storia e il suo presente la rendono protagonista autorevole del cammino verso la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2028”.
La parola che cura: un evento che resta
La serata è stata moderata con sensibilità dal consigliere delegato alla cultura, Davide Miceli, che ha colto l’essenza dell’incontro:
“Questo evento ci mostra che l’arte può curare. È un invito a guardarci dentro, a prenderci cura di noi stessi e degli altri. È la prova che quando la cultura è autentica, sa parlare a tutti e ci unisce”.
Al termine, un lungo applauso ha suggellato una connessione autentica tra pubblico e palco, tra artisti e cittadini, tra parola e cuore.
Verso Galatina capitale italiana della cultura 2028
Questa iniziativa si inserisce nel percorso ambizioso ma credibile di Galatina verso la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2028. Una sfida che non è solo simbolica, ma strategica, capace di mobilitare energie, progetti e visioni di futuro.
La Pro Loco di Galatina, ancora una volta, si è confermata pilastro della scena culturale cittadina, dando prova di saper coniugare spiritualità e impegno civile, creatività e comunità, in una serata che ha lasciato il segno. Una serata che non si dimentica, perché ha parlato alla parte più vera di ciascuno di noi.
Un teatro dell’anima, sì. Ma anche un teatro della speranza, dell’ascolto, della rinascita. Galatina ha dimostrato che cultura è vita. E quando è autentica, ci cambia.