Ugento: tra storia, leggende e memorie di mare

di Antonio Bruno

Nel cuore del Salento, Ugento custodisce un patrimonio di storia e leggenda che affonda le radici in epoche antichissime. Le prime tracce documentate risalgono alla civiltà messapica, una delle più importanti dell’Italia meridionale preromana. I Messapi, noti per le loro doti guerriere e per la capacità di organizzare città fortificate, lasciarono segni indelebili nel territorio, che ancora oggi si possono scorgere nelle mura antiche e nei reperti archeologici.

La cripta del Crocifisso e il mistero templare

Uno dei luoghi più suggestivi è la Cripta del Crocifisso, situata lungo la strada per Melissano e Casarano. Si tratta di un ambiente ipogeo dalle origini medievali, decorato con affreschi dal forte significato simbolico: figure femminili enigmatiche, il sole e la luna, e soprattutto una croce templare. La presenza dei Templari nel Salento è documentata in varie fonti, benché spesso avvolta da un alone di leggenda. Dopo la soppressione dell’Ordine nel 1312, molti cavalieri si dispersero e, secondo alcune interpretazioni, lasciarono segni della loro permanenza proprio in questi luoghi appartati.

Il castello e l’invasione di Barbarossa

Ugento, in epoca medievale, divenne capitale di una Contea di notevole importanza strategica. Il suo castello, imponente e severo, fu teatro di eventi drammatici. Tra questi spicca l’assalto del celebre pirata Khayr al-Din Barbarossa, comandante della flotta ottomana e figura leggendaria del XVI secolo. A metà del Cinquecento, la sua incursione devastò il borgo, costringendo le autorità religiose a spostare per due secoli la sede vescovile nella più nascosta località di Gemini, a testimonianza della paura che un nuovo attacco potesse ripetersi.

Barbarossa, definito da alcuni cronisti dell’epoca come “flagello dei cristiani” e da altri come un abile stratega al servizio del Sultano di Istanbul, rappresenta l’ambivalenza di un Mediterraneo conteso: per alcuni un pirata sanguinario, per altri un eroe marittimo. La sua ombra si è proiettata per secoli sulle coste salentine, alimentando racconti popolari e memorie collettive.

Un’eredità di mito e identità

Oggi Ugento è un luogo dove la storia documentata e la tradizione orale si intrecciano. Il patrimonio architettonico, dalle cripte medievali al castello, è un palinsesto di epoche sovrapposte, mentre le leggende — dai Templari al pirata Barbarossa — testimoniano la forza dell’immaginario locale, capace di trasformare eventi storici in racconti condivisi e identitari.

Bibliografia

  • A. Cazzullo, Meteo Sud. Storie e viaggi in un’Italia che non ti aspetti, Rizzoli, 2020.

  • M. Paone, Ugento: storia, arte, cultura, Congedo Editore, 1995.

  • F. Panareo, I Messapi e il Salento antico, Capone Editore, 2002.

  • A. Tenenti, Pirateria e guerra di corsa nel Mediterraneo, Einaudi, 1985.

  • Archivio di Stato di Lecce, Documenti sulla contea di Ugento e la sede vescovile, fondi secc. XVI-XVII.


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