Stato attuale della ricerca su Xylella fastidiosa e strategie di contenimento

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze Forestali della Provincia di Lecce

La seguente sintesi riassume lo stato attuale delle conoscenze scientifiche su Xylella fastidiosa e le principali strategie di contenimento. Non esistono cure definitive per eradicare il batterio dalle piante infette; la gestione si basa su misure di prevenzione, eradicazione mirata e controllo del vettore. La ricerca sta esplorando biopesticidi, nuove cultivar tolleranti e germoplasma migliorato, con risultati preliminari promettenti ma ancora in fase di validazione. La tempestività degli interventi e il monitoraggio costante restano cruciali per limitare l’espansione del patogeno.

Occorre partire da un presupposto fondamentale: ad oggi non esistono cure in grado di eliminare Xylella fastidiosa da una pianta infetta nelle condizioni di campo [1][2]. Questo è quanto confermato dall’EFSA, che sottolinea come le misure di contenimento e prevenzione restino l’unico strumento efficace per rallentare la diffusione del batterio. Sono tuttavia in corso sperimentazioni su bioprodotti e trattamenti innovativi, con risultati preliminari incoraggianti, sia per il controllo del vettore (Philaenus spumarius) sia per la riduzione della carica batterica nelle piante infette [3][4]. Questi approcci, tuttavia, sono ancora in fase di test su scala sperimentale e richiederanno ulteriori validazioni su larga scala prima di una possibile applicazione diffusa.

Sul fronte della selezione varietale, accanto alle cultivar Leccino e FS-17 (Favolosa), le uniche con evidenze scientifiche consolidate di tolleranza [5], sono state autorizzate a livello normativo altre cultivar come Lecciana e Leccio del Corno, che mostrano potenziali caratteri di resistenza ma necessitano di ulteriori conferme a lungo termine [4]. Prosegue inoltre il lavoro sullo sviluppo di nuovo germoplasma: i progetti europei, a partire da POnTE, hanno permesso di classificare un numero crescente di varietà sulla base della loro suscettibilità, fornendo un importante strumento per gli agricoltori e i vivaisti [4].

Un altro fronte di ricerca è quello legato al controllo del vettore. Il progetto europeo BIOVEXO, coordinato da un consorzio internazionale, ha concluso le sue prove di campo nel 2025, testando biopesticidi di origine microbica e naturale [3]. I primi risultati, che saranno presentati pubblicamente, indicano una possibile riduzione della popolazione di vettori e della trasmissione del batterio, ma si tratta di dati ancora preliminari che richiederanno ulteriori conferme [3].

Infine, i focolai rilevati nell’area barese (Modugno, aeroporto di Bari-Palese, Giovinazzo, Bisceglie) evidenziano l’importanza del trasporto passivo dei vettori attraverso attività antropiche [4]. In queste zone, le condizioni climatiche sembrano rallentare la diffusione rispetto al Salento, rendendo possibili azioni di eradicazione localizzata, a patto che siano tempestive e accompagnate da un’attenta sorveglianza [4].

Bibliografia

[1] EFSA (2019). Update on Xylella fastidiosa: no cure available, control measures crucial. EFSA Journal. https://www.efsa.europa.eu/en/news/xylella-update-no-cure-available

[2] EFSA (2019). Scientific Opinion on the effectiveness of in planta control measures for Xylella fastidiosa. EFSA Journal, 17(5):5666. https://doi.org/10.2903/j.efsa.2019.5666

[3] BIOVEXO Project (2025). Final project summary and results. European Commission Horizon 2020. https://www.biovexo.eu

[4] Saponari M. et al. (2023). Xylella fastidiosa in Europe: Current status and management strategies. Frontiers in Plant Science. https://doi.org/10.3389/fpls.2023.1147563

[5] Giampetruzzi A. et al. (2020). Different suitability of olive cultivars resistant to Xylella fastidiosa. Agronomy, 10(9), 1384. https://doi.org/10.3390/agronomy10091384

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