Sete di futuro. Il deserto che avanza nel Sud dell’acqua

di Antonio Bruno

C’è qualcosa di simbolico, quasi tragico, nella sete che oggi divora la Puglia e, più ancora, il Salento.
La terra che da sempre trae vita dall’acqua degli altri — dal Sele, dal Fortore, dai bacini appenninici — si ritrova ora a contemplare la propria nudità: campi arsi, falde salmastre, invasi che si svuotano come clessidre.
Ma non è solo la crisi di un sistema idrico. È la crisi di un’idea di mondo, di una civiltà che ha pensato la natura come riserva infinita, mai come interlocutore.

La misura del limite

Secondo i dati di Acquedotto Pugliese, gli invasi regionali si attestano su livelli inferiori del 61% rispetto alla media storica. Non piove, o piove altrove, come se l’acqua stessa avesse scelto di migrare.
In alcune aree del Salento, nei mesi di giugno e luglio, le precipitazioni sono state inferiori ai due millimetri: un’assenza quasi metafisica della pioggia. E tuttavia, il problema non è solo la siccità — che è fenomeno naturale — ma la nostra incapacità di accoglierla come monito, di riorganizzare il nostro vivere intorno alla coscienza del limite.

Ci illudiamo ancora che basti “gestire” l’acqua. Ma gestire significa già dominare, piegare alla tecnica ciò che non si lascia piegare. La Puglia non soffre soltanto per la mancanza di acqua, ma per l’assenza di un pensiero politico capace di immaginare la scarsità non come sciagura, ma come destino da abitare.

Il Salento come metafora

Nel Salento la sete assume una forma quasi ontologica: le falde inquinate dal mare, la terra screpolata, i pozzi che sputano sale.
L’agricoltura — orgoglio di questa regione — si consuma nella contraddizione di un modello intensivo che prosciuga ciò che pretende di salvare. Il turismo, a sua volta, divora acqua per esistere, e intanto consuma l’immagine di un Sud che non sa più distinguere tra benessere e spreco.

Non è un caso che si parli ormai di desertificazione. Il deserto non è solo fenomeno geologico: è figura della nostra epoca. È la forma che assume il mondo quando si dimentica della propria origine. Quando l’uomo, incapace di misura, confonde la crescita con la vita, la produzione con il senso.

Le risposte del potere

Il potere — politico e tecnico — risponde con le sue armi consuete: dissalatori, reti “intelligenti”, riuso delle acque reflue, investimenti infrastrutturali. Tutto necessario, tutto insufficiente.
Perché se non cambia la logica, ogni rimedio è solo palliativo. La Regione annuncia che entro il 2028 potrà riutilizzare 131 milioni di metri cubi d’acqua. Ma basterà?
Se il modello resta quello della disponibilità illimitata, ogni nuova tecnologia sarà soltanto un modo più raffinato di prolungare l’agonia.

Pensare l’acqua

L’acqua non è una “risorsa”, è un principio. È ciò che lega la vita alla sua condizione di possibilità.
Quando la trattiamo come bene economico, la riduciamo a merce. Quando la riduciamo a simbolo, ne tradiamo la concretezza. Serve un pensiero che tenga insieme entrambe le dimensioni: l’acqua come materia e come logos, come sostanza e come destino.
Senza questa conversione — spirituale, prima ancora che ecologica — la Puglia non sarà che l’anticipo di un’Italia futura: un Paese che non ha più sete perché non ha più futuro.

Il deserto dentro di noi

Non dobbiamo chiederci solo come salvare l’acqua, ma da cosa salvarla.
Dalla nostra indifferenza, dalla politica del rinvio, da un’economia che considera naturale la dissipazione.
La sete del Salento è la sete dell’uomo contemporaneo: una sete che non cerca più acqua, ma senso.
E finché continueremo a considerare la natura un’appendice della nostra volontà, il deserto non avanzerà soltanto nei campi: avanzerà dentro di noi.

Bibliografia

  1. Regione Puglia – Agenzia di Notizie. Crisi idrica. Casili: “Recupero e ripascimento i pilastri per salvare la Puglia dalla desertificazione”. 10 agosto 2025.

  2. Acquedotto Pugliese. Crisi idrica 2024-2026.

  3. Coldiretti Puglia. Siccità: meteo al contrario, piove più ad agosto; in Alto Salento a giugno e luglio zero pioggia. 20 agosto 2025.

  4. InPuglia24. Pagliaro sulla crisi idrica e reflui: “Il Salento secca, ma si continuano a sprecare acque depurate”. 22 ottobre 2025.

  5. Regione Puglia – Press Office. Crisi idrica: strategie e investimenti messi in campo da AQP e Regione Puglia. 19 agosto 2024.

  6. Comune di San Cesario di Lecce. Crisi idrica in Puglia: riduzioni di pressione per contenere i consumi. 18 ottobre 2025.

Indietro
Indietro

BCsicilia apre una Delegazione a Roma

Avanti
Avanti

IO CONTINUO AD ESSERCI...