Sala contestato nel Consiglio comunale
Urbanistica di Milano nella bufera
Proteste dei consiglieri comunali di Lega e Fratelli d'Italia e contestazioni da parte del pubblico in aula alla giunta e al sindaco Beppe Sala, indagato nell'inchiesta sull'urbanistica di Milano.
È un Consiglio comunale teso quello che è iniziato alle 16:30 a Milano, dopo le notizie sull'indagine a carico di Sala e la richiesta di arresti domiciliari per l'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi. In aula seduti ai loro banchi ci sono 9 dei 12 assessori della giunta, Tancredi non c'è e questa mattina non ha partecipato alla giunta ma nel pomeriggio ha incontrato il sindaco, che riferirà in aula lunedì. I consiglieri di Lega e Fratelli d'Italia hanno occupato per alcuni minuti il centro dell'aula per mostrare i cartelli con la scritta 'dimissioni' e hanno appoggiato scatolini sui banchi per "il trasloco di Sala" di cui chiedono le dimissioni. Dal pubblico sono giunte contestazioni, con buuu ripetuti e urla "a casa, a casa" e "avete rovinato la città", vergogna".
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, è indagato nell'ambito delle inchieste sull'urbanistica per le quali i pm hanno chiesto sei arresti. Le ipotesi di reato sono di false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone relativamente alla nomina del presidente della Commissione per il paesaggio del Comune, Giuseppe Marinoni, e di induzione indebita a dare o a promettere utilità intorno al progetto del Pirellino dell'architetto Stefano Boeri e dell'imprenditore Manfredi Catella, presidente del gruppo Coima.
L'assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, per cui la Procura di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari, ha detto al sindaco Giuseppe Sala, anche lui indagato, di essere "disponibile" a dimettersi.
Dalla figura di Giuseppe Marinoni emerge la "sua mancanza di indipendenza, ricattabilità e cedevolezza alle pressioni del sindaco" Giuseppe Sala, "dell'assessore Tancredi, del direttore generale Malangone, di Manfredi Catella e di Stefano Boeri". Lo scrivono i pm di Milano negli atti dell'inchiesta sull'urbanistica in relazione all'imputazione per induzione indebita a dare o promettere utilità sul caso del Pirellino, che vede indagato anche il primo cittadino, iscritto, senza informazioni di garanzia, anche per concorso in falso sulla nomina di Marinoni.
Il patrocinio deliberato su proposta dell'assessore" Giancarlo Tancredi "e del sindaco" Sala "allo Studio di Marinoni sulle Porte Metropolitane" sarebbe stato, per i pm di Milano, "uno strumento artificioso per raggirare le regole e facilitare l'avvio di un piano di affari occulto, di pianificazione ed attuazione di agglomerati edilizi in ampie aree, intorno a nove nodi periferici, al confine tra la città e i comuni dell'hinterland". E' scritto negli atti. Il capitolo sullo "studio" sui "nodi" è centrale nell'imputazione per falso sulla nomina di Marinoni al vertice della Commissione paesaggio, di cui risponde anche Sala.